Dalla confessione alla psicoanalisi, sono molti i luoghi in cui si è espressa l’esigenza di raccontare se stessi come momento indispensabile per conoscersi. Ma che cosa significa raccontarsi attraverso la scrittura? La parola “io” è, insieme, la più generica e la più intima che abbiamo, la più propria e la più condivisa. Poche volte tuttavia questa parola ha avuto una tale capacità di risuonare, ancora oggi, come nel diario scritto tra il 1941 e il 1942 da Etty Hillesum, una giovane ebrea olandese vissuta negli anni dell’occupazione tedesca e deportata ad Auschwitz nel 1943. Intrecciando la sua voce con quella di altri grandi scrittori di sé (Agostino, Montaigne, Kierkegaard, Jung, Rilke), e avvicinando la sua esperienza di vita alla filosofia dialogica di Martin Buber, il saggio tratteggia un’etica della scrittura diaristica, in cui l’atto di scrivere, il più privato e solitario, diventa lo strumento – l’unico possibile – per incontrare l’altro.
Parole mie con voce tua. Etty Hillesum e l'esperienza del raccontarsi
| Titolo | Parole mie con voce tua. Etty Hillesum e l'esperienza del raccontarsi |
| Autore | Sara Gomel |
| Collana | Correnti |
| Editore | Castelvecchi |
| Formato |
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| Pagine | 192 |
| Pubblicazione | 10/2020 |
| ISBN | 9788832901283 |

