"La consolazione di Filosofia" è il principale testo di giuntura fra il mondo antico e la cultura medievale. Boezio fa un'originale sintesi di Platone, Aristotele, dello stoicismo, di Cicerone, della grande letteratura greco-romana, ma anche della Bibbia, di Agostino, della teologia cristiana. Scrive agli arresti, in attesa che Teodorico dia l'ordine di giustiziarlo e per questa sorta di testamento, personale e di un'intera cultura, inventa una forma letteraria nuova, parte in prosa parte in poesia, che suggestionerà anche Dante qualche secolo dopo. Nella sua apparizione, Filosofia si presenta a Boezio come una donna a metà fra l'umano e il divino. Afferma che i malvagi sono in realtà più deboli dei virtuosi, e che chi sta dalla parte della virtù, della misura e della cultura non ha niente da temere. Non smettere di pensare, non lasciarsi andare alla disperazione, sentire la forza interiore del pensiero: questa la formula per continuare a vivere di fronte alla sofferenza e alla morte. Una formula che veniva da lontano e che è andata lontano costituendo una delle armature morali dell'uomo medievale e moderno.
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La consolazione della filosofia. Testo latino a fronte
| Titolo | La consolazione della filosofia. Testo latino a fronte |
| Autore | Severino Boezio |
| Curatore | M. Bettetini |
| Traduttore | B. Chitussi |
| Collana | Nuova Universale Einaudi, 3 |
| Editore | Einaudi |
| Formato |
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| Pagine | XLVI-283 |
| Pubblicazione | 04/2010 |
| ISBN | 9788806199739 |
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