Io, ora, ipotizzo che quelle strofette di cinque versi e ancor meno pretese abbiano quasi magicamente funzionato come una porta fra quello che è letteratura e quello che è gioco, perché i due territori sono confinanti, ma questo confine è segnato dal temibile filo spinato dell'imbarazzo. I Wutki che hanno portato i limerick in Italia si firmavano con pseudonimi non convenzionali, davvero si nascondevano dietro a identità fittizie. Gente come Sergio Morando, Paolo De Benedetti, Giampaolo Dossena, lo stesso Umberto Eco non si sentiva perfettamente legittimata a cazzeggiare (e scusate il tecnicismo). Il limerick, con le fedeltà che esigeva e le libertà che consentiva, ha costituito una porta di accesso impensabilmente insostituibile fra la voluttà dello scrivere in metrica e rima e lo scrupolo di non lasciarsi cogliere impegnati in un fescennino motivato solo dall'esercizio del linguaggio. Dalla prefazione di Stefano Bartezzaghi.
Limerick, 99
Titolo | Limerick, 99 |
Autore | Virginia Boldrini |
Collana | I libri di «cortocircuito» |
Editore | Joker |
Formato |
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Pagine | 133 |
Pubblicazione | 01/2009 |
ISBN | 9788875362157 |