ABE: Paesi nel regno di Napoli
Venticano Campanariello. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348 nella Valle Beneventana futuro Principato Ultra di Benevento
Claudio Rovito, Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2024
pagine: 128
30 VENTICANO CAMPANARIELLO. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348.
Maschiito degli Albanesi. Masquit e altre colonie arbereshe nel venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli aragonesi
Virgilio Iandiorio
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 158
E se provassimo a guardare le comunità albanesi che si insediarono ai piedi del Vulture, non dal monte verso il mare Adriatico, ma all'inverso? Voglio dire, abbandonando il punto di vista di chi vede forestieri giungere nella terra che abita, e che hanno abitato i suoi antenati? Probabilmente qualche luogo comune, o, se volete, qualche pregiudizio consolidato nel tempo, non avrebbe più valore assoluto. E le domande che gli storici si sono poste sulle motivazioni che hanno spinto ad emigrare la popolazione albanese dell'altra sponda del "Mare Superiore" (come veniva indicato in passato l'Adriatico) non possono essere ricondotte solamente alla fuga dalla conquista ottomana della penisola balcanica. «La nazione Albanese merita per ogni riguardo che richiami l'attenzione de' filologi d'Europa, e se lungamente rimase obbliata è di giusto ancora che prenda nella storia quel posto che le è dovuto. Se le lettere possono arricchirsi di utili scoverte, la storia può aggiungere la pagina di un grande popolo. Slanciati sui monti Acrocerauni come avanzi di un gran naufragio son rimasti da più secoli chiusi alle ricerche della scienza. Chi son essi? Donde vengono? - Ecco ciò che la storia non ha potuto mai indagare. In mezzo alle nazioni moderne essa non ha nulla di simile con le altre. Con un'impronta tutta propria d'indole, di costumi, di usi, e fiera di una lingua originaria e primitiva, che non ebbe modelli né fu madre ad alcuna, risuona come una debole rimembranza di tempi perduti. Verrà forse un giorno che questa nazione potrà comparire con splendore nella storia del mondo, e deporvi il germe di antiche verità. Chi sa che non sia uno di quegli avanzi dei cataclismi della natura che passarono come torrenti sulla terra, e li spinsero obbliati in un angolo di riva? Simile alle loro canzoni che s'innalzano con voce lunga e s'odono più miglia in lontananza, ti scende nell'animo il racconto delle loro avventure, e ti risveglia idee di un nuovo mondo di cui si è perduta la memoria» 1 . Gli immigrati Albanesi discendono, secondo una accreditata tradizione storiografica, da comunità venute dall'Albania in diverse ondate, fra la metà del secolo XV e il secolo XVIII. L'ultimo insediamento albanese fu quello di Brindisi di Montagna in provincia di Potenza nel 1774. Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia le regioni dove si stabilirono, per sfuggire l'occupazione turca, ma anche perché chiamati dai sovrani per l'aiuto in guerra e dai feudatari del Regno di Napoli per colonizzare o ripopolare le terre non troppo generose dell'Appennino meridionale. Maria Antonietta Visceglia2 trattando delle immigrazioni albanesi in Puglia, spazia oltre il sec. XV e parla di un primo flusso nel 1272, di altri due successivi nel 1327 e nel 1396. Questo, a ben considerare, mette in discussione la tesi delle migrazioni albanesi a causa dell'occupazione turca della penisola balcanica. V. I.
Sant'Angelo a scala: la patria di Paolo IV, il papa più terribile della storia. L'Incoronata fondata dal Beato Giulio Nardonensis e il corpo di San Silvestro papa
Oscar Ciriello, Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 134
Questo libro nasce con l'intento di fare chiarezza su due argomenti: la nascita di papa Paolo IV e la fondazione dell'Incoronata in S. Angelo a Scala (Av), ex feudo del genitore Diomede e sua patria natale, ai piedi del Montevergine. Bascetta ricostruisce le motivazioni storiche che hanno portato alla confusione del culto mariano, dopo la diffusione di quello verginiano, che si trova a due chilometri in linea d'aria, specie dopo la distruzione operata da Sigismondo Ugo, padre del celebre Victor, che nel 1806 rase al suolo l'Incoronata incatenando i monaci che davano asilo a Fra Diavolo, alias Michele Pezza. Oscar Ciriello, dal canto suo, ha fatto un lavoro straordinario di ricostruzione in 3D del monastero distrutto, mostrando come fosse possente rispetto agli altri e avvalorando la tesi della potenza di S. Angelo a Scala, primo luogo abitato del Partenio, come dimostrano le pergamene, in quanto l'abbazia di S. Giacomo, che oggi ospita i resti di un altro pontefice, che è S. Silvestro papa, fu costruita inglobando il territorio dell'originaria abbazia di Montevergine. Insomma 134 pagine di foto, fatti, episodi e circostanze che sembrano un giallo, ruotando intorno alla figura dei due papi. Non poteva che chiudersi il volume con tante storie di brigantaggio e racconti popolari fioriti intorno a questo piccolo borgo della Montagna di Monte Vergine che i Carafa amarono al punto di rifondare l'abbazia che ancora oggi sfoggia mitra e pastorale alla maniera greca nel nome di San Silvestro e San Marco, legati indissolubilmente a Pietrastornina e Atripalda.
Pietradefusi nel Regno di Napoli. Il Settecento, l'onciario, i notai anche di Venticano, Dentecane, San Pietro a Sala, Castel del Lago
Dionisio Pascucci
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2011
È la storia di uno dei più importanti paesi della provincia di Avellino, ex Principato Ultra, l'ex Casale di Montefusco che da sempre ha affascinato la storiografia e che, continuamente e costantemente, durante le ricerche, spunta fuori qua e là negli atti notarili con i suoi antichi luoghi di Civitate S.Pietro a Sala e dell'abbazia beneventana di Venticano, oltre Castel del Lago col palazzo di Federico II sul confine di Apice e un tratto dell'appiana Strada Regia per Casalbore, lungo il fiume Calore, che collegava Paduli a Lucera ancora nel 1500. Premesse tali antichità, senza per nulla tener presente transunti e rescritti posteriori, resta il dubbio sull'antichità del toponimo "Pietradefusi" che l'esperienza fa immaginare come Casale privato, nato da tal Pietre del Fuso, ovvero Pierre de Foix, su un territorio dove preesistevano chiese, palazzo e strada di cui si è ampiamente discusso nei volumi in collana su Venticano, Apice, Torrioni, Montemiletto, Montaperto. E dalle origini Pascucci traccia un profilo storico attraverso la continua comparazione tabellare con dati e cifre alla mano, in diversi secoli, con tutti i paesi del Principato Ultra.
Ar Torrioni. 9 murales della Scuola elementare di Torrioni (Av)
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2003
pagine: 32
Carapelle in capitanata profilo storico sul comune della Puglia piana
Virgilio Iandiorio
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 100
"Mi sono accinto a raccontare di Carapelle come può fare un archeologo quando inizia uno scavo in un sito dove si presume che ci siano stati degli insediamenti. Si cercano nelle cose ritrovate , gli indizi utili per raccontare delle vicende storiche. Gli indizi, però, non sempre sono numerosi e non sempre molto chiari. Mi sono riproposto di far raccontare a loro, agli indizi, le loro vicende, con le loro parole, non attribuire ad essi le parole che noi vorremmo che dicessero, o i fatti che noi vorremmo sentire raccontare. Non siamo mica in uno studio televisivo, quelli delle inchieste e dei commenti sui fatti di cronaca, dove ognuno se la canta e se la suona come gli pare. Perciò ho cominciato col riportare storie realmente accadute e riferite in atti degni di fede, il racconto di uno storico del XV secolo (Giovanni Pontano) la relazione di un avvocato del XVII secolo (Eliseo Danza) con riferimento ai luoghi della Puglia Piana, dove è ubicata la città di Carapelle che porta lo stesso nome del fiume che scorre vicino. L'attenzione al popolamento delle aree della Puglia Piana, come veniva anche chiamata la Capitanata, ci riporta a momenti della storia antica e soprattutto a quella medievale. Quanta gente abitava questi luoghi? Come vivevano? Domande a cui si può rispondere con la storia di millenni, in cui si sono visti incrementi demografici e depauperamento. Ed è la nostra storia. Venendo a tempi a noi più vicini, arriviamo alle opere di bonifica del territorio (Storia delle bonifiche di Raffaele Ciasca), e all'insediamento nelle aree così recuperate con nuovi abitanti e nuovi abitati. La formazione recente di autonomia comunale segna la nascita di Carapelle. Ma è superfluo parlare di quello che tutti possono vedere con i propri occhi. Anzi potrebbero essere proprio gli abitanti di Carapelle a raccontarci la loro storia di questi anni, di più di mezzo secolo di storia. Perché è la loro. V.I."