Aracne: Fuori collana

A Colmorenica, un immaginario ma realistico paese del varesotto, si incontrano e si scontrano le esistenze di alcuni giovani docenti venuti dal Sud, che cercano al Nord un riscatto sociale e inseguono il sogno di poter, prima o poi, far ritorno a casa con quel "pane quotidiano" conquistato con tanta fatica e sacrificio.

Presso un Cenacolo il cui nome deve restare un mistero, le guide hanno fatto manifestare, a scopo d'insegnamento, un'entità che ha ripetutamente affermato di essere stata sacrificata durante una messa nera. Kinga - anche se non è questo il suo vero nome - fu rapita, violentata e infine uccisa da una setta satanica che aveva bisogno dell'"energia".

Egle Worth, una donna in carriera, dopo anni di meditazioni si rende conto che questa forma di raccoglimento è utile esclusivamente a lei. Comprende che, per essere veramente un atto evolutivo, deve diventare preghiera e servire cioè non a lei ma a un altro da lei. Deve essere un atto d'altruismo. Solo allora si trasforma in "magia bianca".

Matteo Falcetti, capitano e simbolo del Torino, è in realtà tifoso juventino fino al midollo. Un campione ma anche un condensato di umanità, con la sua forza e le sue debolezze. Quando arriverà il momento di scendere in campo per il match finale, però, dovrà dare tutto se stesso affinché il calcio fatto dagli uomini di sport trionfi contro coloro che lo infangano con le scommesse clandestine e la violenza.

I racconti raccolti in "Pértias de sermentu" hanno avuto una gestazione di poco più di due anni. Il primo, "Il passero di pezza", è in realtà il più recente. Racconta la storia di un bimbo nero e del suo passero di pezza che perde l'essenza di oggetto diventando umano. Altri uccelli e animali mutano la loro natura e iniziano a parlare, a piangere, a pensare, a giocare, a fare l'amore. Proprio come noi...

Addenda prosegue e approfondisce il pensiero di Dionisiaca, sviluppando in maniera sempre originale un linguaggio personale e sperimentando un pluralismo di forme e generi letterari che vanno dall'epistola alla recensione, al saggio poetico, al sonetto. Sullo sfondo, la crisi della società occidentale e la poesia come sola possibilità di salvezza. «La cosa migliore per l'uomo è non nascere, la seconda cosa è morire appena nato, la terza cosa migliore è morire il più presto possibile»: dietro il velo di questa tremenda verità, permangono la bellezza e la sublimità dell'eterna Realtà, la plenitudine di Dioniso.

Poema autobiografico visionario e totale, Dionisiaca testimonia la caduta dell'Occidente e l'inverarsi di un mondo distopico in cui vengono soddisfatti i bisogni esclusivamente materiali di un'umanità omologata. A tutto ciò la poesia si oppone in quanto moto del pensiero e ricerca di spiritualità, ultimo baluardo contro la disumanizzazione dei popoli. L'opera rappresenta il lavoro poetico di tutta una vita.

Il passato non si può dimenticare e rifiorisce ogniqualvolta la mente inciampa in un ricordo e riporta alla coscienza sensazioni, angosce e gioie che si credevano smarrite per sempre. Gli sconvolgimenti dolorosi, come i momenti felici, influenzano il futuro delineando la strada da percorrere e schiudendo nuove possibilità. Riflessioni raccoglie le lettere d'amore dedicate a un amore mai nato. Un'opera malinconica ma densa di umanità anche laddove mantiene una posizione di rifiuto incondizionato, che lascia sempre uno spiraglio alla speranza.

Una narrazione allegorica che conduce il lettore nell'esplorazione delle infinite dimensioni del reale fatte di intimità, empatia, consapevolezza e trasformazione. Un fluire di sentimenti ed emozioni che dischiudono nuovi spazi di riflessione, nuove possibilità. Una costante dialettica tra ciò che si è e ciò che si può essere: un momento di riconciliazione con noi stessi per comprendere i cambiamenti della nostra storia personale.

In un intreccio di fantasia, imbastita su fatti realmente accaduti, e d'analisi storica dei medesimi, l'autore racconta un'immaginaria intervista ad Antonio Gramsci nelle sue ultime settimane di vita, ritessendo i brani principali del suo pensiero. L'autore scrive nella postfazione al racconto, che il pensiero gramsciano, oggetto di studio e di approfondimento nel corso del tempo, si può considerare patrimonio culturale non di parte ma dell'intera umanità.

Fantasia sociopolitica con il mare in sottofondo, "Il barile" è una conversazione tra gente semplice, immune alle manipolazioni dei media, libera come sono coloro che navigano lontano dalla costa. Ma è anche una personale critica alle brame inutili e senza futuro del nostro tempo e ai rapporti tra gli uomini, quando non sanno riconoscere le cose preziose della vita quotidiana. Non manca sullo sfondo l'ultimo secolo di storia condizionato dall'oro nero, il tiranno liquido che contrappone le grandi potenze militari del pianeta.

«Ricordo il cortile di casa dove sono nata. C'era un pozzo. Da piccola guardavo se vedevo il fondo. Oggi da quel pozzo ho tirato fuori tanti e tanti secchi di parole marce. E così ho deciso di scrivere per farle rinascere piene di colori».