Criterion: Classici dell'Avanguardia
Mansarda a Parigi con vista sulla morte. Testo rumeno a fronte
Matéï Visniec
Libro: Libro in brossura
editore: Criterion
anno edizione: 2022
pagine: 226
«Io, da sempre, ho avuto una sola chiave che apre una sola porta. E così ho dovuto navigare per tutto questo secolo miserabile con una sola chiave…» Vagando per le vie di Parigi alla ricerca della memoria che lo sta abbandonando, un immaginario Emil Cioran è perseguitato dai fantasmi del passato e dalle scocciature del presente. Nel Jardin du Luxembourg, negli uffici della Prefettura o nella clinica Broca dove è ricoverato nei suoi ultimi anni, l’anziano Cioran porta in tasca una chiave, che chiude solo alcuni "armadi" senza aprire nessuna porta: è forse la chiave della celebre "piccionaia" di rue de l’Odéon? O quella che consente di regolare i conti con la propria vita? Nella pièce "Mansarda a Parigi con vista sulla morte" assistiamo a una sequenza cinematografica di sguardi su situazioni che rivelano le contraddizioni di un "personaggio" che, a dispetto di un’opera apparentemente enfatica nel suo tentativo di andare, sulle tracce di Nietzsche, «oltre l’uomo», si rivela invece molto umano e anche, molto spesso, comico. Un «omaggio soggettivo» e un periplo allegorico e commovente, fantastico e beffardo, ideato da uno dei più importanti drammaturghi contemporanei, Matei Vişniec.
Il Cabaret Dada. Testo rumeno a fronte
Matéï Visniec
Libro: Libro in brossura
editore: Criterion
anno edizione: 2022
pagine: 230
Nell’attuale società, che in passato ha visto l’orrore delle dittature e dei lager nazisti e comunisti, il drammaturgo romeno Matei Vişniec (affacciatosi al mondo del teatro negli anni della dittatura di Ceauşescu) intravede ancora l’assurdità della condizione umana, proseguendo il percorso di Kafka, Sartre, Camus e altri che avevano scorto nelle realtà del dopoguerra la stessa incoerenza della vita. Per lo scrittore romeno la società del nuovo millennio non è ancora in grado di far fronte alle trappole tese da nuove forme di autoritarismo. Quale corrente poteva dunque meglio descrivere il caos vissuto negli ultimi anni se non quella del Dadaismo, una corrente di negazione e nonsense come annunciato nel Manifesto del 1918 («Dada non significa nulla»)? Nasce così "Il Cabaret Dada", una pièce teatrale che, come si legge già nel sottotitolo, è «alla rinfusa e in continua lavorazione», proprio come il susseguirsi imprevedibile degli eventi attuali cui fa allusivamente riferimento l’autore, in un continuo rimando a scene disastrose che evocano la tragedia della prima guerra mondiale.
L'inglese senza professore. Testo rumeno a fronte
Eugène Ionesco
Libro: Libro in brossura
editore: Criterion
anno edizione: 2019
pagine: 293
In piena guerra mondiale Eugen Ionescu, annotando su un quaderno alcune frasi franco-inglesi tratte dal manuale di conversazione Assimil e traducendole in romeno in forma di dialogo, compone "L’inglese senza professore" (1943), la prima versione di una delle sue opere più celebri e più rappresentate, ossia "La cantatrice calva". Una pièce d’avanguardia dada-futurista a sfondo poliziesco scritta sotto il segno del segreto, del malinteso, del mistero e dell’assurdo, che, molto più della sua versione francese, mostra il «sintomo» dei Balcani e allude alla responsabilità degli intellettuali che hanno contribuito a diffondere in Romania il «panico politico» nella forma della pandemia rinocerontica. Espressione originaria e germinale del teatro ioneschiano, questa antipièce rappresenta non solo un vero e proprio atto di rivolta letteraria e di denuncia universale contro ogni mistificazione politica ed ideologica, ma è allo stesso tempo un’esperienza simbolica e una sperimentazione soggettiva della parola che rivendica un bisogno insopprimibile di imprevedibilità, di pietà – di libertà.