Nell’attuale società, che in passato ha visto l’orrore delle dittature e dei lager nazisti e comunisti, il drammaturgo romeno Matei Vişniec (affacciatosi al mondo del teatro negli anni della dittatura di Ceauşescu) intravede ancora l’assurdità della condizione umana, proseguendo il percorso di Kafka, Sartre, Camus e altri che avevano scorto nelle realtà del dopoguerra la stessa incoerenza della vita. Per lo scrittore romeno la società del nuovo millennio non è ancora in grado di far fronte alle trappole tese da nuove forme di autoritarismo. Quale corrente poteva dunque meglio descrivere il caos vissuto negli ultimi anni se non quella del Dadaismo, una corrente di negazione e nonsense come annunciato nel Manifesto del 1918 («Dada non significa nulla»)? Nasce così "Il Cabaret Dada", una pièce teatrale che, come si legge già nel sottotitolo, è «alla rinfusa e in continua lavorazione», proprio come il susseguirsi imprevedibile degli eventi attuali cui fa allusivamente riferimento l’autore, in un continuo rimando a scene disastrose che evocano la tragedia della prima guerra mondiale.
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Il Cabaret Dada. Testo rumeno a fronte
Titolo | Il Cabaret Dada. Testo rumeno a fronte |
Autore | Matéï Visniec |
Argomento | Poesia e studi letterari Letteratura teatrale |
Collana | Classici dell'Avanguardia, 4 |
Editore | Criterion |
Formato |
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Pagine | 230 |
Pubblicazione | 05/2022 |
ISBN | 9788832062243 |
€16,00
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