EDIFIR: Arte moderna e contemporanea
Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte. Bellezza del Creato e dell’essere umano. Catalogo della mostra (Prato, 6 dicembre 2024-30 marzo 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 60
Oltre sessanta opere d’arte fra dipinti e disegni del pittore pratese Fiorello Tosoni sono oggetto dell’esposizione Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte allestita nelle sale del Museo di Palazzo Pretorio. La mostra personale ripercorre la lunga carriera di Tosoni, nato a Prato nel 1939, attraverso i suoi disegni a sanguigna e i suoi dipinti realizzati con tecniche miste e a olio, con raffinati paesaggi e delicate figure femminili che trovano spazio nelle sale al piano terra del Museo. Il volume è stato curato da Giulia Ballerini e ha come fine quello di omaggiare l’artista pratese esaltandone le sfumature e le capacità artistiche riconosciute dai critici di tutto il mondo. Tosoni, dopo una vita avventurosa in giro per il mondo è tornato a Prato e qui ha messo nuovamente in piedi il suo studio. “Sono particolarmente onorato di fare questa mostra alla fine della mia carriera […] Prato mi ha sempre dato delle soddisfazioni enormi, è la città che ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di vivere dell’arte, la mia vita all’inizio era difficile e mi mancavano i soldi per arrivare perfino a Firenze dove studiavo. Le difficoltà si susseguirono fino a quando Annigoni accettò che diventassi suo allievo dopo aver chiesto i miei disegni, più che allievo mi sono sentito un suo aiuto” – racconta Tosoni. L’ultima mostra di Tosoni a Prato risale al 1993, come spiega la curatrice Giulia Ballerini: “L’artista torna oggi in questo museo con una personale che ripercorre il suo percorso artistico, dal 1968 fino ai giorni nostri. Le opere selezionate si dividono in due sezioni, una dedicata alle sanguigne e alle tecniche miste, l’altra ai dipinti, manifestando la sapienza tecnica – invidiabile per un pittore della sua età – la qualità raffinatissima del tratto e l’accuratezza dell’operato dell’artista, un tempo lento e meditato, che eleva i disegni al pari dell’esecuzione pittorica e trasforma i dipinti nei frutti di un lavoro eseguito sempre dal vivo, proprio come per i pittori della grande tradizione figurativa”.
Nino Tirinnanzi. Magnifiche eloquenze di un predestinato del Novecento. Capolavori della collezione Alpa. Catalogo della mostra (Luino, 12 ottobre-3 novembre 2024)
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 96
Venti anni parrebbero un tempo adeguatamente lungo per assistere all’attesa chiarificazione esegetica, almeno nelle sue linee principali, dell’opera di un artista. Evidentemente, però, per un autore controverso quanto geniale, quale Nino Tirinnanzi, tale scadenza necessita di ulteriori dilazioni, che ci auguriamo, già in coincidenza di questa mostra antologica, possano favorire le dovute riflessioni e qualche sostanziale – e ormai improcrastinabile – ravvedimento. Al netto di pregiudizi stantii e stucchevoli fraintendimenti, l’intero percorso creativo di questo eccellente pittore appare contraddistinto da una ricerca incessante, estranea a ogni forma di appagamento, sia nel versante della tecnica che in quello espressivo (mai disgiunto, quest’ultimo, da una vocazione narrativa continuamente costellata da esiti sorprendenti). L’infanzia e la giovinezza di Tirinnanzi, sapientemente seguite e indirizzate dal suo padrino, Domenico Giuliotti, e dai colti frequentatori della casa grevigiana del noto letterato, furono caratterizzate dalla pregiata vicinanza di questi e di altri fondamentali interlocutori e da un amore per l’arte – e una innata predisposizione al disegno – che lo distinsero subito, agli occhi dei suoi più maturi e celebri sodali, come un autentico enfant-prodige. Arduo e impervio è certo l’itinerario nell’arte di chi si trovi a iniziarlo con simili premesse e non poche gravose attese. E allora guardandolo adesso, nella sua interezza, con il distacco doveroso che deontologicamente si debba all’attività di qualunque artefice, questo itinerario, così ampio non soltanto dal punto di vista cronologico, compiuto da Tirinnanzi uomo e pittore, a fianco, sempre, di poeti, scrittori, intellettuali e uomini di cinema famosi – della sua generazione e di quella prima della sua –, non possiamo che ritenerlo un cammino degno di nuovi ordini interpretativi, considerazioni più pertinenti e oggettive, e, magari, qualche inedito – e ci auguriamo in tal senso utile – contributo. Nel Catalogo Generale delle Opere, primo volume, del 2015, cit., p. 9: «Ricordo una conversazione estiva con Mario Tobino, mentre rubavamo l’ombra ai muri risalendo la via Vecchia Fiesolana. A un certo punto, guardando la città che si distende oltre gli ulivi, il viso dello scrittore assunse una smorfia irrequieta e lui sospirò parole di una malinconia amara: «Non credere che Firenze abbia costretto all’esilio soltanto chi se ne è andato, perché è accaduta la stessa cosa anche a chi vi è rimasto. Uguale, infatti, è stata l’emarginazione, la solitudine, la gelida indifferenza. Pensa a un pittore come Tirinnanzi: incompreso, svilito, confuso, per quello che ha fatto e per come lo ha fatto meriterebbe davvero un premio alla resistenza. E certo non basterebbe». Già, perché altro, oggi, è il debito da saldare con questo protagonista della «Generazione del Venti» e della pittura italiana del secondo Novecento, uno dei pochi, autentici punti di riferimento in una stagione avara di ingegni e di bella pittura. Così, mentre mi accingo a concludere la mia sommaria riflessione, realizzo di non aver detto che il minimo indispensabile sulla rarefatta ricercatezza dei suoi ritratti e delle sue nature morte, dei paesaggi, dei vicoli, delle misteriose strade che piegano sempre verso una curva, dietro la quale, sovente, un gruppo di ragazzi gioca spensierato. Forse il Tirinnanzi più noto. Quello delle beatitudini del paesaggio toscano, ma anche dell’infinito fascino dell’Oriente. Il pittore che non si è fermato a Rosai. E neppure a Firenze.» (Giovanni Faccenda)
Soffici e alcuni artisti del '900. Figura per figura. Catalogo della mostra (Poggio a Caiano, 30 novembre 2024-25 gennaio 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 120
"Abbiamo riunito in questa esposizione una serie di lavori di Ardengo Soffici che riguardano la figura. Figura come approccio all’ideale di continuità fra l’antico e il contemporaneo, attingendo quindi suggerimenti e stimoli dalla tradizione che, come sappiamo, ebbe nella figura umana il cardine narrativo ed espressivo in cui si manifestavano, nelle varie epoche, i tratti della civiltà. La figura era, in sintesi, un tema fisso per un vasto ventaglio di libertà formali: il corpo soprattutto femminile, ma anche maschile, era rappresentazione di un teatro civile nel quale convergevano idee filosofiche, estetiche, e anche politiche, nel senso che la società culturale procedeva per adattamenti e approfondimenti di quell’umanità che si manifestava nella figura, e questa rispecchiava gli ideali e le metamorfosi delle diverse epoche. Soffici considerava che un artista incapace di realizzare compiutamente una figura non potesse raggiungere la piena considerazione nella storia dell’arte. Anche per questo, e forse per altri più intimi suggerimenti letterari, si cimentò in quel complesso di disegni e pitture che avevano la figura umana per soggetto. Non si può negare che questo non fosse il versante a lui più attinente e fecondo; l’organizzazione dell’anatomia, l’espressione della sua poetica attraverso l’apparizione delle figure comportava per lui una sorta di competizione volontaristica; e in questo percorso si potevano perdere certe sue spiccate qualità che, a esempio nel paesaggio, sorgevano più fluenti e naturali. Ma è proprio su tale versante parziale e difficoltoso che in questa occasione abbiamo cercato di chiarire quale fosse il linguaggio di Soffici: parlare all’uomo rispecchiando il suo essere solitario e profondo, individuare nella figura le qualità rustiche, se vogliamo primitive, dell’arte che non si esibisce, ma raccoglie dalle esperienze del vero, magari nello stretto giro della famiglia, quel tanto di profondità, di realtà, se non di realismo, in cui non è la bella formazione, la materia splendente che contano, ma la partecipazione al semplice corso dell’esistenza. E ciò appare specie negli affreschi con il colore calcinato, nei cartoni dal tratto che pare provenga da una depurazione secolare. Soffici qui è messo a riscontro di grandi autori del ’900 in una sorta di “distante equivalenza” in cui i contrafforti creativi vengono posti in parallelo, quasi un racconto a più voci nel quale i motivi di Soffici trovano spesso rintocchi nelle voci dei contemporanei italiani. Ed è un ritmo di interpretazioni che sconfina certo dai percorsi nazionali per aprirsi alle partiture europee." (Luigi Carena)
Superstones. Gioielli dal cuore della Terra
Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2024
pagine: 176
«Quello di Superstones / Gioielli dal cuore della Terra è un progetto meditato a lungo e proposto con ferma convinzione, frutto di una grande energia creativa e del lavoro corale di spiriti visionari, artigiani talentuosi e ricercatori che hanno potuto esprimersi al meglio sotto la sapiente direzione di Giovanni Raspini, a sua volta artefice in prima persona di meravigliose creazioni. Quest'ultimo, architetto e designer del gioiello, ha la capacità di orchestrare voci diverse e apparentemente inconciliabili che, sotto la sua guida, danno vita a progetti sempre nuovi e di indiscusso fascino. Superstones nasce come una vera e propria sfida stilistica e concettuale: cercare la Bellezza in luoghi (apparentemente) inusuali. Sostituire minerali e pietre alle gemme preziose utilizzate tradizionalmente in gioielleria, vuol dire operare una piccola rivoluzione, una rottura tra l'usuale e il percepito, aprendo così lo spazio a nuove visioni, nuovi mondi e possibilità. La frattura che Giovanni Raspini innesca con questa mostra è dirompente: da una parte l'assenza delle gemme e delle pietre preziose, dall'altra la vivida presenza di pietre e minerali di ogni tipo, provenienza e aspetto, come anche di grandi perle barocche d'acqua dolce. L'uso e la ricerca instancabile delle gemme naturali è da sempre nel DNA del brand e nella visione stilistica del suo fondatore, sia per progetti artistici quanto per prodotti commerciali. […] Con Superstones, Giovanni Raspini ha saputo vedere, diremmo intuire e comprendere, le potenzialità artistiche delle pietre scelte per le sue trenta creazioni contemporanee. Ha saputo leggervi dentro, guardare la bellezza, l'unicità, il valore scientifico e quello emozionale, non dimenticando mai la progettualità stessa di ogni gioiello, ispirato alle pietre e dalle pietre, in un dialogo continuo tra fusione a cera persa e ornamento, forma e funzione» (dall'Introduzione del volume)
La collezione Ambron nella Galleria d'arte moderna di Firenze. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2023
pagine: 240
Il secondo volume della collana raccoglie circa cento opere del XX secolo del «La collezione Ambron conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Firenze». Noto per la sua importante raccolta di tele macchiaiole, Leone Ambron fu anche attento e fine conoscitore dell'arte del suo tempo, come dimostra l'importante nucleo di opere del novecento donate a Pitti, che offre una rassegna pressoché completa di tutte le scuole pittoriche italiane della prima metà del secolo.
Parigi 1900- 1906. Il primo Soffici
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2023
pagine: 118
Il volume è il Catalogo della mostra "Parigi 1900-1906. Il primo Soffici" organizzata dal Museo Soffici e del 900 Italiano di Poggio a Caiano. «Abbiamo ora dedicato una manifestazione, Parigi 1900-1906, al primo Soffici, con circa ottanta opere fra disegni, incisioni, dipinti, pagine a stampa, e qualche lavoro a riscontro di altri artisti, Costetti, De Groux, Forain, Toulouse-Lautrec, Willette, Gosé Rovira. È l'omaggio al promotore del Museo, Luigi Corsetti, scomparso nel 2019. Egli ebbe passione di studioso e di collezionista per ciò che Soffici aveva prodotto in quel tempo, collaborazioni con vignette alle pubblicazioni parigine, sia umoristiche, L'Assiette au Beurre, Le Rire, Sans-Gene, Gil Blas, ecc., sia culturali, La Plume, L'Europe Artiste, che avevano prestigiosi collaboratori. Un capitolo che attende ancora una sistemazione storico-critica. Con la collaborazione di Oretta Nicolini.
1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 160
A quattro anni dall’apertura, il CARMI ospita un’esposizione dedicata al Memoriale in onore di Michelangelo (1475-1564). Rievocazione antiretorica del rapporto del maestro con Carrara, il progetto è stato elaborato fra il 1972 e il 1975 dall’architetto Giovanni Michelucci. La proposta progettuale si sarebbe dovuta arricchire con il contributo dello scultore Henry Moore, accogliendo anche un osservatorio astronomico grazie alla collaborazione con lo scienziato Guglielmo Righini. Raccontare un’idea grandiosa, un sogno ambizioso e immaginifico, che nasce dal poliedrico contesto culturale di Carrara degli anni Sessanta-Settanta, permette di far conoscere una straordinaria impresa per la città e il suo territorio. A completamento dell’esposizione, all’interno del percorso museale permanente del CARMI, viene presentata una serie di opere (XVI-XIX), con l’intento di esemplificare l’immensa fortuna del Buonarroti, fonte inesauribile di idee e soluzioni formali, nonché modello per gli alti valori morali che ha incarnato.
Armando Giuffredi. Disegni di uno scultore
Libro: Copertina morbida
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 144
Questo catalogo presenta per la prima volta al pubblico una selezione di disegni dello scultore, medaglista e xilografo emiliano Armando Giuffredi (Montecchio Emilia 1909-1986). La figura di Giuffredi disegnatore, che proponeva il disegno come forma artistica sempre più autonoma e indipendente rispetto alla realizzazione finale di un dipinto o di una scultura, viene delineata con chiarezza attraverso una settantina tra acquerelli, disegni a matita, a carboncino e cartoni preparatori per sculture a tutto tondo e rilievi, databili soprattutto tra la metà degli anni '30 e i primi anni '50. Nel 1939, lo stesso Giuffredi scrisse che il disegno è "la manifestazione più genuina ed aristocratica, più diretta ed immediata del sentire dell'artista, ed è perciò quella che meglio ne rivela le qualità ed anche i difetti". Il catalogo, firmato dai due curatori della mostra, contiene un saggio di Roberto Cobianchi intitolato I disegni di Armando Giuffredi: teoria e pratica e uno di Andrea Bacchi: Invenzione ed esecuzione nell'opera di Giuffredi (per un recupero della scultura figurativa in legno del Novecento italiano). Il volume è corredato dalla pubblicazione di un quaderno di appunti? (1935-1946) nel quale Giuffredi annotò, insieme ad eventi quotidiani, numerose riflessioni di carattere teorico/critico, e dal carteggio (1935-1947) intercorso tra lo scultore e l'amico pittore e scultore Renato Marino Mazzacurati.
Storia di una collezione. Il patrimonio grafico degli Uffizi dal 1915 al 1960 e la rinascita dell'arte incisoria
Miriam Fileti Mazza
Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 280
Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi ospita una delle raccolte grafiche più importanti del mondo. La collezione, iniziata nel Seicento da Leopoldo de’ Medici e tuttora in continuo accrescimento, consta di oltre 150.000 tra disegni e stampe. Ultimo in ordine di tempo nella serie di Miriam Fileti Mazza, questo volume esce come sesto numero della collana Inventario Generale delle Stampe. Qui Miriam Fileti Mazza riparte dall’inizio della Grande Guerra fino agli anni Sessanta dello scorso secolo, un periodo ormai storicizzato tanto da poter essere affrontato con obiettività. L’arco cronologico qui affrontato comprende tra l’altro il periodo fra i due conflitti mondiali, che, oltre a essere tra i più drammatici nella storia del nostro Paese, ha più di altri ingenerato rischi di distruzione e dispersione per il patrimonio culturale. Il libro presenta un curato lavoro analitico di sistemazione del sapere in funzione della ricerca storico-artistica, oltre a fornire dati sulla provenienza delle opere e sulle modalità della loro acquisizione. Inoltre, l’autrice non si limita all’esame dei documenti manoscritti, ma individua anche riviste e cataloghi, strumenti di diffusione del sapere che sempre più spazio dedicavano al dibattito critico sulla produzione incisoria italiana, documentandone le novità tecniche ed estetiche in quanto espressione artistica ormai svincolata dal disegno e dai meri procedimenti di riproduzione.
Giovanni Raspini. Il giro del mondo in ottanta gioielli
Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 184
Ottanta meravigliose creazioni prendono forma dalla mente visionaria di Giovanni Raspini per dar vita a una mostra unica nel suo genere: il Giro del Mondo in Ottanta Gioielli. Un viaggio affascinante alla ricerca della bellezza senza confini dal quale sono nate decine di vere e proprie opere d’arte orafa, straordinaria testimonianza, ancora una volta, di un’eccezionale capacità artigianale. Un fantastico viaggio attraverso cinque continenti. Il visitatore sarà accompagnato intorno al mondo attraverso manufatti unici, irripetibili come la Collana Antartide, con il cristallo di rocca a rappresentare le creste di ghiaccio e, attorno, piccoli pinguini in argento e smalto nero; oppure la delicata Collana Giappone con il bambù, fiori di ciliegio e le due pagode perfettamente simmetriche. Approderà poi in Brasile, dove l’effervescenza gioiosa del carnevale di Rio e la selva amazzonica plasmano una parure che è un’esplosione di colori, con tormaline e quarzo e piume colorate; mentre alcune scimmiette in argento giocano con gli zirconi verdi sulla splendida collana dedicata allo Sri Lanka, sullo sfondo dei tradizionali templi buddisti. Così, tra un continente e l’altro, l’occhio e il cuore si riempiono di emozioni. Scriveva Nicolas Bouvier “in viaggio la cosa migliore è perdersi. Con lo smarrimento nasce la meraviglia, e solo allora il viaggio comincia davvero”. Il Giro del Mondo in ottanta gioielli prende vita dallo stesso sentire, dal medesimo desiderio di infrangere ogni muro e confine per partecipare completamente, senza pregiudizi o paure, alla bellezza del mondo. In attesa di nuove avventure. Con una introduzione dello storico Franco Cardini. Testo in italiano ed inglese.
Bruno Galoppi. Il design orafo tra gli anni Cinquanta e Settanta ad Arezzo
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2021
pagine: 72
L'uomo con il cane. Sculture di Jørgen Haugen Sørensen
Libro: Copertina morbida
editore: EDIFIR
anno edizione: 2021
pagine: 86
Catalogo della mostra a Prato.