EDIFIR: Quaderni della Fondazione Ambron Castiglioni
Artisti ebrei dall’Emancipazione alla fine dell’Italia liberale
Davide Spagnoletto
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2025
pagine: 128
Il volume esplora la presenza degli artisti ebrei nel panorama figurativo italiano dall’Emancipazione politica e civile fino alla marcia su Roma, periodo in cui furono progressivamente esclusi dall’espressione artistica. Pur non esistendo un’arte ebraica in senso stretto, questi artisti poterono accedere a scuole e maestri solo con l’Unità d’Italia, partecipando al dibattito artistico post-macchiaiolo. Spagnoletto apporta nuove informazioni al tema basandosi su documenti d’archivio e pubblicistica coeva, approfondendo biografie poco note e studiando la costruzione delle sinagoghe dell’Emancipazione, simbolo della loro nuova visibilità urbana. L’indagine evidenzia anche artisti finora trascurati, come Jesi, Coen, Massarani e Grünhut, e include un’analisi delle presenze femminili e di figure come Dario Viterbo, perseguitato dal fascismo, e Arrigo Minerbi, più vicino al regime. L’opera getta nuova luce su un periodo molto spesso tenuto in ombra per timore che presti il fianco a un revisionismo storico sempre in agguato.
Seguendo Ofelia. Mario Castelnuovo-Tedesco e gli amici fiorentini
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2022
pagine: 96
«Nell'estate del 2021 la mostra che il Museo Novecento ha dedicato ad Arturo Martini ha riportato a Firenze, tra le altre, una piccola scultura realizzata in terra refrattaria che raffigura uno dei personaggi femminili più noti della tragedia shakespeariana, Ofelia. La scultura era stata esposta a Palazzo Ferroni nel 1931. Entrata a far parte della collezione di Castelnuovo-Tedesco in occasione della mostra fiorentina, era rimasta in città alla partenza della famiglia a pochi mesi dall'entrata in vigore delle leggi razziali, per ricomparire nel Dopoguerra nella nuova casa dei Castelnuovo-Tedesco insieme con quei "mobili superstiti delle nostre case passate" evocati da Mario nella sua autobiografia. Era, quindi, con ogni probabilità sempre rimasta in città, nascosta, per poi partire verso gli Stati Uniti dopo la morte della moglie di Mario, Clara, avvenuta nel 1989. Seguendo Ofelia è un omaggio a quest'opera di grande forza evocativa e all'uomo che l'aveva custodita per tutta la vita, Mario Castelnuovo-Tedesco. L'attenzione su Ofelia ci ha portato infatti a ripensare alla formazione culturale del compositore fiorentino, nutrita anche di arti visive, e di osservarne da un punto di vista privilegiato la vita, in particolare quei primissimi anni Trenta in cui la sua casa fiorentina era aperta ad artisti, letterati e musicisti, e offriva le pareti alle tele degli amici pittori. Il nostro racconto si arricchisce, attraverso i ricordi dello stesso Castelnuovo-Tedesco, delle suggestioni iconografiche che sono state fonte di ispirazione per le sue composizioni, dando vita a un gioco di rimandi in cui anche le dediche a stampa negli spartiti ci riportano al ricchissimo panorama figurativo che animava la vita e l'opera del musicista ed insieme al fervido clima culturale fiorentino tra le due guerre. Ma la vicenda di Mario Castelnuovo-Tedesco e della sua Ofelia riporta alla mente anche un destino comune a tantissime opere d'arte durante gli anni delle leggi razziali, trafugate, sottratte, nei casi più fortunati nascoste con l'aiuto di amici o conoscenti e riportate alla luce dopo il conflitto. A noi evoca soprattutto la sorte della collezione di Leone Ambron, che a quella data già comprendeva il nucleo più cospicuo di quadri macchiaioli. Miracolosamente sfuggite alle requisizioni, donate proprio all'indomani della Liberazione e oggi esposte alla Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, quelle tele ponevano le basi di un lascito che oggi arriva a contare quasi quattrocento opere. Un gesto di grande generosità, certo, ma che in quel momento storico acquistava anche il valore di straordinario senso di appartenenza a quel paese che pochi anni prima lo aveva privato di ogni diritto, compreso quello di possedere opere d'arte.» (Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad)
Il quartiere della Mattonaia a Firenze: dagli antichi orti alla città giardino ottocentesca
Claudio Paolini
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2021
pagine: 95
«Nel gennaio del 2016 fu presentato il primo Quaderno della Fondazione Ambron Castiglioni, Matite razziste. L'antisemitismo nell'illustrazione del periodo fascista, a cura di Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad, che raccoglieva i saggi scaturiti dalla giornata di studi promossa in occasione del 'Giorno della Memoria' del 2014 dalla Fondazione, con la collaborazione della Biblioteca Marucelliana e dell'Archivio di Stato di Firenze. Il successo di quella iniziativa si deve soprattutto alla mostra che l'accompagnava: A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938-1943), allestita per la prima volta presso l'Archivio di Stato di Firenze. Lesposizione, corredata da un piccolo catalogo, fu poi richiesta da vari istituti in tutta Italia e riallestita in svariate occasioni fino a tempi recenti. Proprio quel successo ci aveva convinto ad iniziare una collana di studi e ricerche, i nostri "Quaderni", appunto, che illustrassero le attività promosse e portate avanti dalla Fondazione. Con cadenza annuale abbiamo quindi presentato contributi scientifici di vario genere: il secondo Quaderno proponeva la ricerca di Lionella Viterbo sulle Ketubbòt, i contratti matrimoniali della Famiglia Ambron come mezzo per la ricostruzione di una storia della Comunità e delle famiglie ebraiche fiorentine degli ultimi due secoli e il terzo era invece dedicato a Lo Zodiaco di Emanuele Luzzati, straordinaria opera dell'artista ebreo genovese per decorare il soffitto dipinto del Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Roma analizzata in tutte le sue sfaccettature da Valentina Filice. Il Qua derno del 2018, L'arte dell'eternità, sempre a cura di Dora Liscia Bemporad e Giovanna Lambroni, si è invece occupato dei cimiteri ebraici dell'Emancipazione attraverso una serie di saggi che ne illustrano l'arte, l'iconografia e la storia, mentre quello successivo è dedicato allo scultore ebreo Dario Viterbo, un artista tra Firenze, Parigi e New York, che ha costituito anche il catalogo per la mostra Dario Viterbo e l'arte del cesello a cura di Giovanna Lambroni e Lucia Mannini, organizzata dalla Fondazione Ambron Castiglioni con la Biblioteca Marucelliana e co-finanziata dalla Fondazione CR Firenze. Il volume contiene anche l'inventario del preziosissimo fondo documentario conservato nella biblioteca fiorentina e ora a disposizione degli studiosi. Spaziando quindi tra arte, architettura e storia locale siamo adesso arrivati al sesto Quaderno, che esce puntualmente alla fine di questo burrascoso 2020 grazie anche all'incessante lavoro delle due curatrici della collana Dora Liscia Bemporad e Giovanna Lambroni. L'interessante e puntuale saggio di Claudio Paolini sul quartiere della Mattonaia, oltre ad offrire un importante spaccato di storia della città e dell'urbanistica di fine Ottocento, costituisce anche un prezioso tassello in più sulla presenza e le attività della Comunità ebraica fiorentina nel periodo dell'Emancipazione. Un tema che la Fondazione ha particolarmente a cuore e a cui ha sempre guardato con particolare attenzione, in virtù del ruolo che anche la famiglia di Leone Ambron, cui dobbiamo la nostra esistenza, ha svolto in quel periodo.» (Dall'Introduzione di Alberto Boralevi)
Dario Viterbo un'artista tra Firenze, Parigi e New York. Opere e documenti
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2020
pagine: 198
L’opera di Dario Viterbo (Firenze 1890 - New York 1961) è caratterizzata da un segno peculiare che lo distingue dalla tradizione naturalistica europea e, in generale, dal contesto artistico coevo, connettendolo piuttosto alla tradizione orientale. La particolare tecnica di bassorilievo, detta “rilievo schiacciatissimo”, vicina al graffito, trova molti punti di contatto con l’arte dell’incisione, ambito in cui Dario Viterbo ottiene risultati molto personali, approfondendo in particolare quella “a cesello”, genere che trae origine dalla tradizione orafa.
L'arte dell'eternità. Iconografia, storia e tradizione nei cimiteri ebraici dell'Emancipazione
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2019
pagine: 141
"Già con la prima emancipazione portata dagli ideali napoleonici gli ebrei si rivolsero, al pari dei loro concittadini, ad architetti e artisti noti per l'esecuzione di tombe e cappelle funerarie, con il desiderio di dare vita a monumenti assai appariscenti. La possibilità di esprimersi in professioni che non erano quelle tradizionalmente esercitate, li portò a palesare orgogliosamente il nuovo ruolo ricoperto nella società anche attraverso opere che, da un lato, celebravano le proprie qualità imprenditoriali e artistiche, dall'altro, citavano edifici significativi del luogo in cui risiedevano. I risultati furono in molti casi straordinari e comunque rivelatori di una adesione culturale profonda all'ambiente artistico in cui, nonostante tutti i limiti, le comunità ebraiche erano immerse. La necessità di preservare queste testimonianze sia con interventi di restauro sia con la valorizzazione offerta dalla ricerca scientifica ci è sembrata fondamentale per perpetrare il ricordo non solo delle famiglie che le vollero, ma anche dei tempi in cui furono create. Questo per spiegare il perché dell'ultimo volume dei 'Quaderni della Fondazione Ambron e Castiglioni' dedicato all'arte funeraria, in particolar modo fiorentina, ma con sguardi ad alcune altre città che, come la nostra, possono vantare suggestivi luoghi di sepoltura, in alcuni casi molto famosi, come quello di Ferrara, divenuto celebre sia per la suggestione del luogo, sia come uno dei 'luoghi del silenzio' magistralmente narrati da Giorgio Bassani, tra i maggiori scrittori del Novecento italiano. Giunti al quarto numero dei volumi proposti periodicamente dalla Fondazione Ambron e Castiglioni, possiamo con orgoglio affermare che grazie agli sforzi del Comitato scientifico la Fondazione è stata capace di sostenere la sfida di dare vita a una collana editoriale con cadenza annuale, così come si era proposta ormai quattro anni fa, intervallando con una serie di studi di segno differente le uscite dei volumi sulla Collezione Ambron di cui la Fondazione per statuto promuove la conoscenza. I temi sono stati vari, ma tutti hanno affrontato argomenti relativi all'arte, alla storia e alla cultura ebraica senza limiti cronologici e tematici. In particolare sono stati affrontati fenomeni meno frequentemente toccati dalla critica d'arte in una visione che non li relega al mondo ebraico ma che li colloca, in un continuo dialogo, entro un contesto più ampio e articolato." (dalla prefazione)
Lo zodiaco di Emanuele Luzzati. Il soffitto dipinto per il Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane di Roma
Valentina Filice
Libro
editore: EDIFIR
anno edizione: 2018
pagine: 51
A dieci anni dalla morte di Emanuele Luzzati la Fondazione Ambron e Castiglioni ha voluto rendere omaggio al grande maestro con questo volumetto sul soffitto ligneo del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’autrice ha ricostruito la genesi, le vicende storiche e critiche di una delle sue opere più singolari. Inaugurato nel 1990 e portato a termine per volontà di Tullia Zevi, la prima donna a guidare quella importante istituzione, coronava il suo sogno di creare una biblioteca che raccogliesse la summa della produzione culturale e letteraria dell’ebraismo italiano, nonché archivi e manoscritti per essere conservati in un luogo che li rendesse disponibili a un pubblico il più vasto possibile.
Le ketubbòt della famiglia Ambron
Lionella Viterbo Neppi
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2017
pagine: 96
Il secondo numero dei Quaderni della Fondazione Ambron Castiglioni ha avuto origine da un importante e fortunato ritrovamento, dovuto alle meticolose e ripetute ricerche di Lionella Viterbo, instancabile nell'indagare, attraverso i documenti d'archivio, la storia della Comunità e delle famiglie ebraiche fiorentine, soprattutto negli ultimi due secoli.