Astrolabio Ubaldini
Trasformazioni. Il passaggio dall'apprendimento alla crescita
Wilfred R. Bion
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 248
La teoria delle trasformazioni di Bion ha dato luogo a molti fraintendimenti, il più comune dei quali è stato quello di intenderla come una nuova teoria generale in conflitto con le precedenti. Bion, invece, non intende affatto rimettere in discussione gli assunti metapsicologici fondamentali: la teoria dell’apparato psichico, la teoria pulsionale, la teoria del sogno, la teoria della sessualità e dell’Edipo, la teoria del transfert. Anzi, tutta la sua teoria si fonda su questi pilastri, e in particolare su due: la concezione del lavoro del sogno di Freud e la concezione dell’identificazione proiettiva di Klein. Essi stanno alla base della sua teoria del pensiero, dalla quale discende la sua teoria clinica del pensiero, la teoria delle trasformazioni. Scrive Bion che “la teoria delle trasformazioni e il suo sviluppo non si riferiscono al corpo principale della teoria psicoanalitica, ma alla pratica dell’osservazione psicoanalitica”. La teoria delle trasformazioni ha dunque lo statuto di una ‘teoria osservativa’. La trasformazione psichica, di cui un analista fa esperienza ogni giorno, riguarda di fatto ogni aspetto e frammento del materiale clinico: non solo il sogno o il sintomo, ma ogni associazione, comportamento e pensiero cosciente è in analisi il prodotto delle trasformazioni psichiche operate da paziente e analista: trasformazioni simboliche o somatiche, in pensiero o in azione, in ricordo o in ripetizione, in preclusione o in comprensione. Il dispositivo analitico ne risulta, nel suo senso operativo specifico, un sistema di trasformazione attraverso cui i processi somatopsichici inconsci acquisiscono le condizioni della rappresentabilità e divengono suscettibili di tradursi in pensieri e significati. È perciò indispensabile poter riconoscere qual è il tipo di trasformazione effettuato dal paziente, come pure dall’analista. La descrizione di questi tipi e regole di trasformazione, che consente un avanzamento significativo nella teoria psicoanalitica, costituisce il nucleo più originale del pensiero di Bion.
L'origine e il sentiero. Le quattro nobili verità e i dodici anelli dell’origine dipendente
Thamthog (Rinpoche Lama)
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 200
Thamthog Rinpoche illustra in questo volume i temi cardine della via buddhista alla liberazione. Con il suo stile semplice e diretto guida il lettore lungo un percorso meditativo fondato su solide basi ma immediatamente accessibile, affrontando il tema del primo insegnamento conferito dal Buddha ai suoi discepoli, relativo alla natura insoddisfacente dell'esistenza e alle chiavi per ottenere uno stato di pace interiore duraturo. A inscindibile corredo di queste istruzioni, Thamthog si dedica alla spiegazione del processo di morte e rinascita in un ciclo che si ripete continuamente, caratterizzato da dodici passaggi, o 'anelli'. Il maestro tibetano ha voluto unirla alla spiegazione delle quattro nobili verità per fornire una visione completa di come la sofferenza viene generata, e illustrare il cammino verso la felicità. Avvalendosi della sua profonda conoscenza della società occidentale e delle predisposizioni mentali dei suoi abitanti, maturata in oltre trent'anni di permanenza in Italia quale guida del centro Ghe Pel Ling di Milano, il lama dosa con sapienza i suoi insegnamenti, che fanno spesso riferimento ai più grandi maestri della tradizione buddhista, da Nagarjuna a Candrakirti fino ai più noti esponenti della scuola Kadampa, mantenendo una linearità e un'essenzialità che consente anche al lettore meno esperto di pervenire al cuore dell'insegnamento buddhista e di farlo proprio.
Le variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach
Peter Williams
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 160
Con la sua ineguagliata conoscenza e intima dimestichezza, sia come studioso sia come esecutore, con la letteratura musicale per tastiera del seicento e del settecento, Williams si è trovato in una posizione unica per collocare storicamente questa mitica opera di Bach in un contesto molto più ampio di quello offerto dagli storici e musicologi che se ne sono occupati: il contesto delle pratiche tastieristiche cresciute e prosperate in Europa tra il 1600 e il 1750, con tutte le peculiari convenzioni, tratti idiomatici e sfumature che le hanno connotate, da Frescobaldi a Philipp Emanuel Bach. Ma se Williams dimostra come Bach avesse presenti tutte queste tradizioni, dalle più antiche alle più recenti, le conoscesse perfettamente e interagisse con esse nella sua composizione delle “Goldberg”, tuttavia non perde mai d’occhio la misteriosa bellezza, la profondità e l’unicità di quest’opera bachiana, anche nel panorama della musica di Bach stesso. E non cessa di interrogarsi, perciò, sulla natura di quella bellezza e su ciò che ce la rende così manifesta, così inevitabilmente percepibile. Né dimentica che l’ammirazione per la strabiliante ingegnosità contrappuntistica delle “Goldberg”, sebbene ineludibile, potrebbe sviare rispetto a delle qualità più sfuggenti dell’opera: ad esempio, il suo tono particolare che la rende riconoscibile anche da una sola battuta udita di sfuggita, o la misteriosa proprietà che le “Goldberg” hanno di trasportarci in un mondo sonoro a noi non familiare ma nemmeno oscuro, qualcosa di inesprimibile e di sconcertante. “Credo – dice l’autore – che quest’opera sia sentita come ‘speciale’ perché, qualunque antecedente abbia questo o quel suo aspetto specifico, la sua bellezza è al contempo originale come poca altra musica, anche di Bach, e allo stesso tempo afferrabile, comprensibile, coerente, fondata su armonie semplici e ‘vere’”.
La psicoanalisi. Studi italiani internazionali del campo freudiano. Rivista italiana della scuola europea di psicoanalisi. Volume Vol. 69
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 243
Rivista specializzata di psicoanalisi creata da Antonio di Ciaccia. All'interno del presente volume contributi di: J. Lacan; J.-A. Miller; A. Di Ciaccia; C. Millot; F. Galimberti; L. Mambrini; R. Cavasola; L. Brusa; S. Sabbatini; A. Monselesan; M.T. Martuscelli; M. Cavallo; D. De Rosa; F. Palombi.
La matrice della mente. Relazioni oggettuali e dialogo psicoanalitico
Thomas H. Ogden
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 216
Come sempre nei suoi lavori, Ogden richiede al lettore uno sforzo interpretativo, ed è il primo a farsene carico, confrontandosi con i grandi del pensiero psicoanalitico. Al centro del suo interesse c’è la critica, l’ermeneutica, la generazione di nuove modalità di comprensione analitica, il pensiero e il suo movimento nel tempo e nello spazio. L’atto interpretativo, fil rouge di questo volume e al contempo della pratica analitica tutta, ha tra i suoi obiettivi principali il recupero di ciò che è stato alienato, in un processo che permette di riconoscersi e comprendersi. Qui gli atti di interpretazione si concentrano sulle idee introdotte da Melanie Klein, Donald Winnicott, William Fairnbairn e Wilfred Bion. Con il pensiero di questi autori Ogden instaura una relazione feconda: ripensare le relazioni oggettuali, il concetto di fantasia, la posizione depressiva e quella schizo-paranoide, lo sviluppo dell’unità madre-bambino, permette di risalire a quella “matrice della mente” costituita dall’interazione dialettica tra i contenuti mentali e lo spazio psicologico personale e interpersonale in cui tali contenuti vengono vissuti. Il testo scritto deve necessariamente confrontarsi con la linearità ma, afferma l’autore, sarebbe bene che il lettore riformulasse mentalmente le relazioni tra le idee qui espresse per preservare la simultaneità tipica dei rapporti tra concetti: gli stati più primitivi coesistono con quelli più maturi, la posizione depressiva del bambino nella prima infanzia non esclude quella schizo-paranoide, il bebè è simultaneamente tutt’uno con la madre e un essere da lei separato. Per conferire significato all’esperienza sensoriale è necessaria un’operazione mentale complessa, e Ogden esplora gli sviluppi della capacità precipuamente umana di riflessione e autoconsapevolezza nel contesto delle relazioni interpersonali. Grazie a questo confronto il passato diventa storia, ovvero una creazione che riflette la memoria conscia e inconscia di ciascuno, e permette l’interpretazione di simboli, significati, idee e sentimenti, aprendo la strada a una maggiore libertà.
Tempi di guerra. Un altro ascolto
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 152
Una domanda a cui è impossibile dare una risposta, e che contiene implicitamente una speranza altrettanto ‘impossibile’: perché l’essere umano non riesce a rinunciare alla guerra? Tessendo una conversazione virtuale con quanti si sono cimentati con la domanda impossibile, da Freud a Jung, da Einstein a Hillman a Simone Weil, l’autrice, sempre sulla base di una lunga pratica clinica, si propone di ‘ascoltare’ la guerra “con il taglio antidogmatico e plurale con cui si accolgono le formazioni dell’inconscio”. Il soggetto, chiunque esso sia, si trova immerso fin dalla nascita in una sfida ineludibile e fatale: la sfida che riguarda il suo incontro con l’altro, che rappresenta da una parte la sua unica possibile felicità e dall’altra la sua possibile dannazione. L’altro condanna, infatti, a riconoscere l’impotenza del proprio io, i suoi confini irrisori e soprattutto il suo irriducibile espansionismo, che è brama di possesso, potere e superiorità. È un altro che non viene da fuori, ma è piuttosto una differenza da sé che ognuno di noi conosce, ma tende a ignorare e spesso a ripudiare in nome di una presunta compattezza dell’io. Bisogna ascoltarsi e ascoltare l’inconscio per provare a interrogarsi, un’operazione oggi complicata, sommersi come siamo dai molti aspetti di ‘violenza positiva’ cui ci sottopone la nostra era: sovraprestazione, sovraproduzione, sovracomunicazione, iperattenzione, iperattività e, sempre e ovunque, fretta ed eccesso. In guerra l’ego di ogni fazione si fa immenso, soverchiante e crudele. Si nutre solo dell’annichilimento degli altri, demonizzando quell’abitante straniero che risiede in ciascuno di noi. Così accade che si identifichi nell’altro, odiandolo, proprio l’aspetto più inquieto, iracondo e ignorato di sé. L’unica speranza impossibile risiede allora nell’ascolto rivolto ai frammenti di senso che provengono da un altrove, spesso dimenticato quando non intenzionalmente emarginato.
La meditazione chán. La pratica nel buddhismo cinese antico
Aldo Tollini
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 232
Nel buddhismo, il percorso che conduce alla liberazione è tradizionalmente centrato sul rispetto di regole morali e sull’esecuzione di rituali, oltre che sulla pratica meditativa. Oggi tuttavia, soprattutto nella visione moderna occidentale, la meditazione è considerata il fulcro dell’insegnamento buddhista, o addirittura una pratica che trascende il buddhismo stesso e ogni altra forma religiosa, in grado di condurre il meditante a conquistare una visione universale. Spesso è anche considerata uno strumento salutista o terapeutico, e praticata al fine di ottenere benefici psicofisici. Oppure è intesa come un metodo psicologico funzionale ad accedere ai recessi più profondi e inconsci della mente, e utile ad acquisire uno stato di acquietamento, o a controllare ed eliminare le dispersioni mentali e rafforzare la capacità di concentrazione. In questo volume, dedicato al Chán cinese, la meditazione è intesa nel senso tradizionale, cioè come pratica religiosa; il suo scopo è quello di favorire la conoscenza della realtà attraverso un’attività psicofisica regolamentata, puntando a far cogliere, e successivamente abbandonare, lo stato di ignoranza, confusione e dipendenza che genera la sofferenza e l’illusione, e condurre a stati di coscienza più elevati. L’autore presenta i testi delle varie scuole e dei maggiori maestri, traducendoli dagli originali cinesi, secondo uno sviluppo cronologico che consente di osservare l’evoluzione nello spazio e nel tempo della concezione e della forma di questa pratica. Pur senza pretese di esaustività, il percorso testuale proposto esamina i testi più rappresentativi del Chán, commentandoli e collocandoli nella loro dimensione specifica.
Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal
Padmasambhava
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 180
Una raccolta di insegnamenti della tradizione dzogchen del buddhismo tibetano, così eccellenti da essere definiti terma o ‘tesori nascosti’. Queste istruzioni-tesoro contengono autentici punti chiave sul piano concettuale e istruzioni sulla pratica: la preziosità consiste nel fatto che nella loro completezza offrono l’essenza di molti altri insegnamenti. Per loro tramite Padmasambhava, insigne maestro buddhista dell’VIII secolo, trasmette tutta la sua saggezza e perfezione spirituale a Yeshe Tsogyal, sua discepola e compagna tantrica, considerata l’emanazione di un buddha femminile. In forma di dialogo, la ‘Regina del lago’ pone al ‘Nato dal loto’ (il racconto agiografico vuole che Padmasambhava sia nato con le sembianze di un bambino di otto anni da un fiore di loto galleggiante sul lago Dhanakośa, nel regno di Oḍḍiyāna) numerosi quesiti diretti a chiarire i metodi per liberare la mente da tutti gli ostacoli e gli oscuramenti interiori che determinano l’umana sofferenza e dunque il persistere dell’esistenza samsarica. Le risposte del maestro mostrano puntualmente come l’unica via che porta al risveglio della mente, per sua natura primordialmente pura e incontaminata, sia la visione della vacuità, da raggiungere attraverso la pratica meditativa. Tuttavia, la vacuità senza la compassione non è mai indicata come strada che conduce all’illuminazione. Per ottenere i migliori risultati, esorta Urgyen Rinpoche negli insegnamenti introduttivi, è bene unire alla comprensione della vacuità una genuina devozione e compassione, che sono come il calore estivo che scioglie i ghiacci dell’inverno, vale a dire i mezzi più efficaci. Queste, negli insegnamenti della Grande perfezione o dzogchen, diverranno devozione spontanea e compassione senza sforzi verso tutti gli esseri. Prefazione del traduttore dal tibetano di Erik Pema Kunsang. Insegnamenti introduttivi di Tulku Urgyen Rinpoche.
Il profumo del bene. Meditare è cambiare il mondo
Corrado Pensa, Neva Papachristou
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 312
La meditazione di consapevolezza è uno strumento fondamentale per imparare a riconoscere ciò che è veramente presente, perché genera un’importante comprensione: se si desidera un’esistenza più felice non c’è tempo da perdere, ma le risorse necessarie per conseguirla sono presenti in ciascuno di noi, e possono condurre verso una vita più autentica, che non proceda in balìa del caso e delle abitudini mentali ma tragga ispirazione dai propri talenti, mettendoli al servizio della comunità. Grazie alla pratica è possibile accorgersi della tendenza alla svalutazione di sé, alla rabbia, all’ingratitudine e al rimuginio e trasformarla in un’occasione di crescita. Ogni passo compiuto in direzione del bene allontana dal mare in tempesta degli inquinanti (l’attaccamento, l’avversione e la confusione) e avvicina alla serenità e alla chiarezza mentale. Corrado Pensa e Neva Papachristou affrontano in questo volume il percorso del cammino interiore e la sua urgenza, per poi concentrarsi sulla pratica come strumento di liberazione. A completare il testo, le meditazioni guidate sull’amore, sulla muditā e sull’umiltà forniscono uno strumento utile a capire che il praticante può portare un cambiamento concreto nella società in cui è immerso, e che la vita di ciascuno può essere una testimonianza del bene. Quando passeggiamo nella natura, dicono gli autori nell’Introduzione, veniamo abbracciati dal profumo dei fiori, e lo stesso avviene percorrendo le strade del Dharma: il profumo del bene pervade ogni cosa, e permette di diventare in prima persona il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Fratriarcato. Il trauma della fratria e la legge della madre
Juliet Mitchell
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 276
Fratelli e sorelle interagiscono su un asse orizzontale, che si interseca, come su un piano cartesiano, con quello verticale, costituito dal mondo degli adulti. Se nell’universo socializzato dei bambini e delle bambine più grandi la lacaniana ‘legge del padre’ proibisce l’incesto e l’omicidio lungo l’asse verticale, nel mondo presociale del bambino piccolo è quella che Mitchell definisce ‘legge della madre’ a impedire che omicidio e incesto avvengano tra fratelli e sorelle. L’autrice affronta in questo volume un’analisi psicoanalitica delle relazioni nella fratria, rintracciando la presenza, o la significativa assenza, di fratelli e sorelle nel lavoro di tre grandi autori: Donald Winnicott, Wilfred Bion e Jean-Bertrand Pontalis. Ogni bambino piccolo vive, indipendentemente dall’arrivo reale di un fratellino o di una sorellina, un ‘trauma della fratria’ (altro punto cardine della concezione di Mitchell), un momento in cui la propria identità di bebè della famiglia è messa in discussione. Non è più quello che era ma non è ancora quello che diventerà; l’ingresso nel mondo sociale attenua, almeno in apparenza, questo trauma, che tuttavia è rimasto troppo a lungo inesplorato e secondo l’autrice si ripropone con forza nell’‘omicidio legalizzato’ rappresentato dalla guerra e nell’‘incesto legalizzato’ rappresentato dal matrimonio. In chiusura del volume viene affrontato un altro punto nodale della teoria della psicoanalista britannica, il concetto di ‘genere’, da utilizzare esclusivamente sull’asse orizzontale, poiché basato sulla bisessualità psichica, cioè sulla presenza psichica dell’altro sesso in ciascuno di noi.
I drammi musicali di Richard Wagner
Carl Dahlhaus
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 192
Wagner occupa un posto veramente speciale nella storia della musica occidentale. La sua pratica musicale appare inseparabile dalla sua visione globale dell’arte, e della musica in particolare: una visione ampia e comprensiva, che investe tutti gli aspetti umani, collettivi, storici e filosofici dell’impresa artistica. Inoltre, primo caso assoluto nella storia della musica, lui stesso si è assunto il compito di formulare, in saggi di estetica, teoria dell’arte e anche autobiografici, le sue concezioni estetiche e di mostrarne il rapporto reciprocamente generativo con le sue produzioni strettamente artistiche. Direttore scientifico dell’edizione critica degli scritti di Richard Wagner, Carl Dahlhaus ha avuto una conoscenza e una dimestichezza col pensiero del musicista di Lipsia che pochi storici della musica possono vantare, ma quel che lo ha reso veramente unico è stata la sua costante, implacabile volontà e capacità di penetrare fino in fondo, di andare alla radice delle idee, peraltro spesso piuttosto oscure, di Wagner sull’arte, di reperire le coordinate della sua poetica, con tutte le contraddizioni, i ripensamenti, le oscillazioni e a volte i veri e propri rovesciamenti che nella sua storia essa ha attraversato, e che così spesso trovano un puntuale riscontro nelle sue realizzazioni poetico-musicali. D’altra parte, non minore né meno puntuale è la sua presa sulla dimensione musicale in cui le concezioni di Wagner si inverano, o, se si vuole, sull’evolversi di un’attività compositiva inestricabilmente intrecciata con l’ossessione di una motivazione storico-filosofica costante e puntuale sino al tratto compulsivo. Nel caso di Wagner, le competenze musicologiche, storiche e letterarie di Dahlhaus trovano pochi paragoni nella seconda metà del secolo scorso (e forse nel primo ventennio del nostro). Talché rinfrescare la fruibilità al lettore italiano di un testo come il presente non richiede alcuna particolare giustificazione, come invece sarebbe il caso per qualsiasi altro saggio che avesse ormai quarant’anni di vita. Con tutto ciò, Dahlhaus riesce nell’impresa di realizzare un’opera di alta divulgazione in cui la profondità dello studioso si manifesta in una narrazione capace di parlare al profano quanto al cultore di musica professionale. Prodigi di un pensiero in cui il sapere restava sempre una materia viva e concreta.
La svolta biopsichica. Quarantotto brevi meditazioni filosofiche controcorrente
Franco Fabbro
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 192
I temi trattati in questo saggio breve ma denso di contenuti significativi per lo scienziato, per il filosofo e per chiunque oggi si occupi in qualche modo dell’essere umano, mirano a una ridefinizione generale degli ordinamenti che riguardano gli esseri viventi (cos’è un organismo, la psiche, il linguaggio, la comunicazione e la cultura), giungendo a trattare anche del tempo, della scienza e delle leggi che regolano la materia e l’energia. Dopo aver messo in luce l’ormai imprescindibile rilievo delle neuroscienze, della biologia e della psicologia per qualsiasi seria riflessione sugli esseri umani e la loro convivenza all’interno della società, vengono affrontati argomenti come la libertà, la religione, il male, la violenza, la politica e la democrazia, quest’ultima auspicata in una forma più diretta e simile all’esperienza greca antica, rispetto all’attuale applicazione dei moderni stati nazionali o sovranazionali. La svolta biopsichica dovrebbe insomma riorientare il pensiero sull’uomo dal paradigma fisico-matematico, che ha dominato la filosofia da Galileo in poi, a uno che indaghi primariamente gli esseri viventi: la scoperta ancora sottovalutata del DNA e del codice genetico rivela che la vita si basa su un sistema simbolico di informazioni, e se adeguatamente compresa produrrà la spinta a compiere questo fondamentale passaggio della filosofia.