De Luca Editori d'Arte
Il tennis. L'amico di una vita
Gherardo Noce Benigni Olivieri
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2026
pagine: 80
Questo breve libro si rivolge a tutti gli appassionati di questo sport, agonisti o semplici amatori del gioco del tennis, alla massa di coloro che frequentano i circoli sportivi o più semplicemente praticanti nel tempo libero. Lungi da me l’idea di narrare le gesta dei grandi campioni, la loro vita, i loro insegnamenti. Esiste già una letteratura insigne in merito. Il mio desiderio è di raccontare il tennis dei “normali” della loro passione che invece di scemare con l'età rimane ben salda e li aiuta a sconfiggere il trascorrere del tempo. L’amore per il tennis è qualcosa che vive con noi e spesso ci accompagna fin da bambini. Nella narrazione riemergono episodi della nostra esistenza, volti cari, luoghi amati, spezzoni di un vissuto a volte lontano, una moltitudine di persone che hanno condiviso con noi questo interesse. La nostra esistenza non può essere separata, divisa da questa passione che ci ha seguito ovunque nel tempo e continua a farlo anche ora. Il nostro avversario è sempre di fronte a noi è nostro compito, di volta in volta, affrontarlo e sconfiggerlo. Quella dei tennisti è una grande famiglia: ognuno ha da raccontare una storia, una partita che non ha più dimenticato, un insegnamento prezioso. Continuare a giocare a tennis è un modo per conservare la spensieratezza, la libertà e recuperare come per incanto preziosi frammenti di gioventù e la sensazione che il tempo non sia mai passato.
Il pittore Pietro de Petri da Bruges alla Moravia. Un ritratto singolare nell'Europa delle riforme
Massimo Moretti, Jana Zapletalovà
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2026
pagine: 232
Dal mare magnum delle corrispondenze diplomatiche del cardinale Commendone (Venezia 1524 - Padova 1584) e del suo segretario Antonio Maria Graziani (Sansepolcro 1537 - Amelia 1611) affiorano, come pepite d’oro in un fiume d’inchiostro, le avventurose vicende biografiche del pittore fiammingo Pietro de Petri (Bruges 1550 ca. - Moravská Třebová 1611). Raccontano di un giovane artista in viaggio nell’Europa di Massimiliano II, della sua amicizia con il nobile studente polacco Nicolò Tomicki e del network internazionale formatosi attorno alla figura del cardinale veneziano. Improvvisamente lo scenario si apre ad est, con le trattative per l’elezione del nuovo sovrano di Polonia, a seguito della morte di Sigismondo Augusto II Jagellone (1572). Conclusa la missione del Commendone, Pietro rimane senza protezione: vani i suoi tentativi di mantenersi presente nei pensieri del cardinale e del suo segretario. Già mortificato dal divieto di raggiungere la missione in Polonia, spedito invece nella più decentrata Moravia e affidato alle cure del vescovo di Olomouc Vilém Prusinovský, Pietro si trova proiettato in un ambiente ostile, costellato di inimicizie, tra intrighi di palazzo e morti sospette. A Brno il pittore fiammingo entra nel circuito della nobiltà riformata, protetto da Jan Třebovský di Boskovice, nobile colto, interessato all’arte e alle scienze. La corrispondenza con il Graziani si interrompe e di Pietro si perdono le tracce. Le fonti italiane tacciono, cominciano a parlare piuttosto i documenti moravi: unito in un buon matrimonio, forte di quanto aveva imparato a contatto con eminenti personalità della diplomazia pontificia, Pietro de Petri dismette mano a mano i panni del pittore e si dà alla politica, svolgendo per diversi mandati il ruolo di borgomastro della cittadina protestante di Moravská Třebová: una straordinaria storia di mobilità professionale e confessionale nell’Europa delle riforme religiose.
Camillo Borghese un principe romano nell'epoca di Napoleone
Libro
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2026
pagine: 80
Carlo De Dominicis. Architetto di vaglia nella Roma del Settecento
Alessandro Mascherucci
Libro: Libro rilegato
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 192
Carlo De Dominicis, nella schiera dei numerosi architetti romani della prima metà del Settecento, si distingue per la sua personale capacità di accogliere motivi di ispirazione borrominiana, arricchiti da vari apporti derivati da Bernini, da Cortona, da Raguzzini, da Fontana e da altri artisti a lui contemporanei. Lontano dall’essere un eclettico o un ripetitore di formule, si dimostra abile nell’operare un’interpretazione selettiva e autonoma della cultura barocca del suo tempo. Dopo aver maturato la preparazione accademica al fuoco della lezione di Carlo Fontana, diviene “giovine di studio” di Filippo Raguzzini dal 1725, arricchendo il suo gusto di meridionale gaiezza. Con il progetto della facciata di S. Maria della Pietà in piazza Colonna si guadagna un posto di rilievo nell’agone professionale romano. Divenuto quindi “architetto di vaglia”, riceve dal papa Clemente XII l’incarico di progettare dalle fondamenta la chiesa dei SS. Celso e Giuliano in via del Banco di S. Spirito, sua opera maggiore, caratterizzata dall’eccezionale unitarietà del suo interno, dal delicato chiaroscuro e dall’impostazione ovale della pianta. La sperimentazione sull’impianto centrale rappresenta un tema ricorrente nell’opera dell’architetto, come testimoniano la perduta fabbrica di S. Eligio dei Sellai, distrutta nel 1902 per l’innalzamento dei muraglioni di contenimento del Tevere, e la chiesa di S. Orsola a Tor de’ Specchi, demolita per l’apertura della via del Teatro di Marcello tra il 1928 e il 1930. Carlo De Dominicis conclude la sua parabola terrena nel 1758 quando ormai gli ideali degli epigoni del Barocco cedono il passo alla cultura archeologica e neoclassicista.
Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro a Trento
Michelangelo Lupo
Libro: Libro rilegato
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 208
Questo volume è stato voluto e finanziato dalla Fondazione Pezcoller, ente filantropico che da oltre 45 anni ha come fine istituzionale la promozione della ricerca sul cancro, tramite borse di studio, premi internazionali e iniziative formative e di divulgazione. Dopo un importante restauro, descritto nel presente volume, la Fondazione ha ora sede definitiva in Palazzo Bortolazzi, lascito della sig.na Marina Larcher Fogazzaro nel 2018. In occasione del restauro del palazzo, l’autore indaga nell’archivio dei conti Bortolazzi alla ricerca di notizie utili per fare il punto sulla storia di un edificio le cui fondamenta risalgono all’epoca romana. Tracce del suo passato emergono dallo studio delle piante e delle facciate in cui si leggono elementi architettonici e decorativi che narrano degli interventi dei proprietari che si sono succeduti negli anni tra ‘400 e ‘800: dipinti rinascimentali, stucchi e sculture seicenteschi, affreschi settecenteschi, tele ritrovate e scomparse, tra suggerimenti, ipotesi attributive e certezze sui loro autori, tra i quali emergono i nomi di Marcello Fogolino, Apollonio Somalvico, Francesco Marchetti, Girolamo Aliprandi, Andrea Pelli, Orazio Marinali, il misterioso Domenico Romani, Orlando Fattori, Giambettino Cignaroli, Prospero Schiavi, Jacopo Antonio Pozzo, Domenico Zeni.
L'altare barocco nella Sicilia iblea. Modelli architettonici, apparati, macchine sceniche
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 272
L’altare può essere considerato metafora dei grandi temi rappresentativi della stagione barocca che pone al centro la meraviglia, capace di unificare insieme l’architettura, l’apparato artistico e quello teatrale. Per lo più studiato come elemento indipendente dal contesto, l’altare manifesta, se osservato nello spazio in cui è collocato, le capacità scenografiche, teatrali e illusionistiche degli artisti chiamati a definirne la struttura, banco di prova di un’azione corale che coinvolge le varie arti sotto la regia dell’architetto. In ambito siciliano il tema risulta poco esplorato, con un ruolo secondario rispetto all’architettura. L’area degli Iblei, a differenza di quanto è stata finora indagata, offre per la prima volta lo spaccato di una vasta produzione disvelando modelli architettonici, materiali, committenti e maestranze attive tra Seicento e Settecento in un’area geografica d’eccellenza, interessata da eventi sismici che hanno indotto vaste ricostruzioni e per tale ragione predisposta alla sperimentazione di strutture innovative.
Impressioni dal vero. La via Appia e la via Latina nei disegni di Maria Barosso
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 184
A partire dall’individuazione, nell’Archivio Disegni della Soprintendenza Speciale di Roma, di un piccolo nucleo di fogli inediti di Maria Barosso (Torino 1879 – Roma 1960), la mostra intende presentare al pubblico due luoghi pochi noti della città, investiti tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento da importanti interventi di scavo e restauro: le chiese di San Cesareo de Appia e di Santo Stefano al III miglio della via Latina. In un momento di fioritura degli studi di genere e di emersione di figure femminili che hanno operato in ambito culturale, la vicenda di Maria Barosso assume un valore esemplare. Il lavoro svolto dalla disegnatrice per documentare gli scavi e i restauri di monumenti e aree archeologiche nell’area centrale di Roma e nel suburbio è a lungo rimasto nascosto, e solo in tempi recenti ha meritato le giuste attenzioni. Per contestualizzare il lavoro di Barosso, i suoi disegni sono affiancati in mostra da vedute e paesaggi, reperti archeologici, manoscritti e alcune rare fotografie storiche, scattate tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo. Il presente volume contiene contributi di natura storico-critica che approfondiscono e aggiornano i contenuti del percorso espositivo.
Perino del Vaga. Erede di Raffaello
Maria Grazia Bernardini
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 80
Accanto a tanti famosi ed eccelsi capolavori, la Galleria Borghese conserva una serie di dipinti che, pur meno noti ed eclatanti, possono essere considerati altrettanti capolavori. È il caso di un dipinto su tavola raffigurante la Sacra Famiglia con san Giovannino, che, per la calibrata armonia della composizione e l’atmosfera intima e nello stesso tempo nobile, può essere considerato il manifesto dell’arte che si andava svolgendo a Roma nel primo Cinquecento. La tenera relazione tra la Vergine e il Bambino così come il gesto spontaneo di Giuseppe che allunga il braccio per proteggere il Bambino, la presenza di un frammento di colonna posta al centro del dipinto che rimanda ai fasti del passato, il paesaggio che si perde in lontananza, sono tutti aspetti che denotano la cultura artistica a Roma di quel momento, dominata dal sommo Raffaello e dal culto per l’arte dell’antica Roma. L’opera della Galleria Borghese è riferibile senza dubbio alla bottega di Raffaello e l’attento esame del dipinto e l’analisi dei modi stilistici che lo qualificano hanno confermato la tradizionale attribuzione a Perino del Vaga, sebbene non tutta la critica sia unanimemente concorde. Il volume ripercorre dunque le tappe della carriera di questo artista che fu un protagonista dell’arte a Roma nella prima metà del Cinquecento e che seppe declinare quel linguaggio aulico e equilibrato appreso da Raffaello e dai suoi migliori allievi, verso esiti del tutto nuovi, caratterizzati dal senso del ritmo e della decorazione, da linee eleganti, da un senso di instabilità e dal gusto per l’eccentrico, che sono appunto i nodi distintivi della “bella maniera”.
I verginiani in Irpinia. Arte, fede e cultura nei luoghi del tempo sospeso sul monte Partenio
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 272
I luoghi in cui il tempo ha sospeso il suo fluire sono pieni di fascino e di storia e caratterizzano i monasteri benedettini sul massiccio del Partenio, tra Montevergine e Mercogliano. Questi siti suggestivi, immersi nel silenzio di una montagna impervia, furono frequentati ab antiquo da umili genti e arricchiti da preziosissimi doni offerti dai sovrani per omaggiare la Madonna. Qui le vestigia delle solenni architetture religiose, le opere d’arte, le carte manoscritte, le reliquie e i riti, i pellegrinaggi, la regola benedettina e i monaci stessi innescano relazioni con un tempo molto lontano che si ripropone costantemente immutato nel presente, e che diventa pregnante nello sviluppo sostenibile del territorio e nella sua valorizzazione. Presentazione di Armando Bisogno. Saggi di: Adriano Amendola, Anna Bilotta, Sergio A. Capone, Giuliana Capriolo, Giuliano Colicino, Veronica De Duonni, Rosa Fiorillo, Chiara Lambert, Rosa Parlavecchia, Vincenzo Mario Piacquadio, Antonello Ricco, Donato Salvatore, Antonio Severino, Sabrina Tirri, Maddalena Vaccaro.
Spiritose invenzioni. Luigi Vanvitelli e le arti tra Sette e Ottocento
Libro: Libro in brossura
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 304
Architetto e disegnatore di straordinaria abilità, instancabile innovatore, Luigi Vanvitelli è il celebre artefice della Reggia di Caserta. Ogni suo intervento, dai grandiosi complessi monumentali alle più articolate soluzioni urbane, testimonia una concezione del progetto come sintesi armonica tra arte, tecnica e ingegno, capace di generare spazi di grande equilibrio formale e bellezza funzionale. Il volume propone una rilettura originale e critica del pensiero vanvitelliano, analizzato da una prospettiva multidisciplinare, mettendone in luce il rapporto con le arti visive, le scienze applicate, il potere e la cultura del suo tempo. Ne emerge il ritratto di un protagonista moderno, capace di guidare cantieri con autorevolezza e visione, e di tessere relazioni umane e professionali che si intrecciano con le vicende più significative del Settecento europeo, pervase dall’esprit français, ovvero quell’arguzia e finezza di spirito da lui tanto apprezzate. La sua opera si configura come una trama articolata di innovazione, gusto e sensibilità, la cui eredità continua a risuonare ben oltre i confini cronologici della sua epoca.
Maria Barosso. Artista e archeologa nella Roma in trasformazione
Libro: Libro rilegato
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 464
Prima mostra monografica dedicata a Maria Barosso (1879-1960) che, all’interno della Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione, svolse un ruolo cruciale nella documentazione dei monumenti e degli scavi attraverso riproduzioni a colori. Durante la stagione delle grandi trasformazioni edilizie di cui fu protagonista la città di Roma nei primi decenni del XX secolo, l’“artista archeologa” Barosso ha collaborato, quale unica disegnatrice donna, alla documentazione ad acquerello delle demolizioni e di importanti cantieri della Soprintendenza di Roma e del Lazio, distinguendosi per una combinazione unica di accuratezza filologica e interpretazione artistica. Nella pubblicazione che presentiamo, gli acquerelli sono posti in dialogo con i lavori di altri artisti a lei contemporanei, con fotografie, documenti e manufatti storici. Di grande interesse il gruppo di fogli raffiguranti affreschi e mosaici collocati in varie chiese romane che, a più riprese, furono interessate da interventi di restauro. Ideata con l’intento di celebrare l’importante contributo storico-documentario, attraverso l’esposizione delle sue opere più significative, la pubblicazione intende approfondire, da un lato, la figura poco conosciuta della Barosso, tra le prime funzionarie donne del Ministero e, dall’altro, ripercorrere il suo rapporto sia con la città di Roma che con personaggi e istituzioni di caratura nazionale e internazionale. L’importante nucleo di opere provenienti dai depositi della Sovrintendenza Capitolina, e in particolare dal Museo di Roma a Palazzo Braschi, è affiancato da dipinti da collezioni private e altre prestigiosi istituzioni, tra cui l’Archivio Storico del Museo Nazionale Romano presso Palazzo Altemps, il Parco Archeologico del Colosseo, il Vicariato di Roma, la Fondazione Camillo Caetani. Il catalogo “Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione” è prodotto grazie al contributo della Sapienza Università di Roma e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. In mostra a Roma alla Centrale Montemartini dal 17 ottobre al 22 febbraio.
Statues after the end of sculpture
Robert Coates-Stephens
Libro: Libro rilegato
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2025
pagine: 496
Tra il 500 e il 1100 la scultura tridimensionale non fu prodotta nei territori dell’ex Impero romano. Roma era la città con la più grande collezione di statue e, sebbene i suoi abitanti non sentissero il desiderio di creare nuove sculture durante l’Alto Medioevo, continuarono a vivere accanto a un 'populus copiosissimus statuarum, greges etiam abundantissimi equorum', che secondo Cassiodoro era quasi uguale a quello creato dalla natura. Questo libro documenta tale popolo parallelo di bronzo e di pietra nell’epoca in cui la produzione scultorea era sospesa. Quantifica le statue sopravvissute e indaga il contesto e le circostanze della loro esposizione, del loro riutilizzo o della scomparsa. Il tema di fondo è l’impatto dell’arte antica sull’immaginario medievale. Ogni giorno a contatto con le reliquie di una cultura perduta, i Romani medievali reagirono alle statue alternativamente con ammirazione, incomprensione, indifferenza, meraviglia, e orrore.

