Fondazione Ente dello Spettacolo
Alfred Hitchcock. Lo sguardo del desiderio
Roberto Manassero
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2008
pagine: 171
Alfred Hitchcock (1899-1980) è forse il regista più visto, conosciuto e studiato della storia del cinema. Nella sua lunghissima carriera, con più di sessanta film realizzati, ha attraversato il periodo muto e quello sonoro, la produzione inglese degli anni ’20 e ’30 e la stagione d’oro di Hollywood, tra tycoon come Selznick e i grandi divi dello schermo, mantenendo intatto il suo senso per lo spettacolo cinematografico puro, incredibilmente in equilibrio tra le logiche della produzione industriale e le esigenze della creazione artistica. Dai capolavori inglesi, muti e non, come Il pensionante (1926) e Il club dei 39 (1935), alle grandi opere di suspense, perdizione e perversione come Notorius (1946), La finestra sul cortile (1954), Intrigo internazionale (1959) e Gli uccelli (1963), i suoi film smuovono e mettono a nudo le pulsioni più segrete della psiche umana, svelando in tutta la sua ambiguità la ragione stessa del piacere dello sguardo.
Incontro al neorealismo. Luoghi e visioni di un cinema pensato al presente
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2008
pagine: 272
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale sul neorealismo tenutosi a Roma, presso l’Aula Magna del Centro Sperimentale di Cinematografia il 23 e il 24 ottobre 2007, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con lo stesso Centro Sperimentale.
Jean Renoir. L'inquietudine del reale
Daniele Dottorini
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2007
pagine: 176
Jean Renoir (1894-1979) ha attraversato il cinema, la sua infanzia e la sua storia; ne ha vissuto i cambiamenti e le stagioni, sempre proiettando in ogni film se stesso, le sue ossessioni e le sue aspirazioni, i suoi desideri e il suo sguardo meravigliato sul mondo. Il cinema di Renoir è stato sempre capace di rinnovarsi e modificarsi, di lavorare sulle forme e sul linguaggio, di sperimentare costantemente, nella consapevolezza che le immagini del cinema scorrono come l’acqua di un fiume, senza fermarsi mai. Tutto in Renoir scorre come se ogni immagine contribuisse alla costruzione di un unico film, articolato e cangiante come la vita. È questo, forse, il segreto di quella familiarità che si respira nei suoi film, come ricordava Truffaut, e che li rende vivi ad ogni visione.
Robert Bresson. La meccanica della grazia
Alessio Scarlato
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2006
pagine: 176
Bresson è l'autore di un cinema intransigente, libero nelle sue forme espressive da qualsiasi condizionamento produttivo o stilistico. La sua ricerca è dedicata a sviluppare le potenzialità inedite date dalla registrazione automatica delle immagini e dei suoni, in nome di una poetica ossessivamente intenta a indagare la verità della realtà, al di fuori di ogni artificio teatrale o letterario. Il volume ha come obiettivo fondamentale la ricostruzione del pensiero visivo (e sonoro) del grande autore francese. L'analisi delle opere (e del fondamentale testo bressoniano di poetica, "Note sul cinematografo") mette al centro dell'indagine la connessione tra il problema poietico dell'articolazione linguistica del cinematografo e il problema etico della redenzione dal male.
Rapporto 2014. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2015
pagine: 544
Il Rapporto. Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, coeditato con il MiBACT e giunto alla sua settima edizione, offre una panoramica sulla situazione economica del settore cinematografico, analizzando a fondo punti di forza e di debolezza del comparto, a partire dai numeri e dalle statistiche. Dal quadro delineato da questa edizione si evince che il cinema italiano non è ancora uscito dalla crisi, ma il nostro Paese torna a essere tra i primi dieci Paesi al mondo per numero di film prodotti. Anche quest’anno il Rapporto si conferma la più completa analisi economica sul mondo del cinema, arricchita da contributi e testimonianze firmati dai principali protagonisti del settore, con un approfondito Focus sulla digitalizzazione e sul product placement e infine una sezione riservata al “Panorama Internazionale” e dedicata a Cuba e al Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano, per offrire negli anni un quadro completo tanto sui Paesi già protagonisti del settore quanto su quelli emergenti.
Sergio Leone. Il cinema come favola politica
Christian Uva
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 224
Sergio Leone. Spettacolo, mito, favola. Se queste sono le principali coordinate all’interno delle quali la produzione filmica di Sergio Leone è stata tradizionalmente collocata è tuttavia necessario evidenziare come tale orizzonte trovi la sua principale ragion d’essere in una corposa istanza politica articolata su più livelli. Il cinema leoniano è anzitutto la testimonianza di uno sguardo profondamente critico tanto nei confronti della materia raccontata quanto nei riguardi degli stessi dispositivi linguistici e drammaturgici che ne presiedono la messa in forma. Lontana da qualsiasi intenzionalità “militante” e sfuggente a qualunque classificazione ideologica, quella abbracciata da Leone è una prospettiva profondamente problematica e non riconciliata poiché intimamente fondata sulla compresenza di istanze in perenne, ma produttiva, tensione e instabilità. L’aggettivo politico assume ulteriore significato nel momento in cui segnala una lucida capacità di raccontare e interpretare aspetti salienti dell’identità e della storia italiane. Il carattere fondamentalmente astratto della sua produzione, emergente da un impiego tutto personale dei generi, costituisce in tal senso la prospettiva ideale in cui il regista inserisce riferimenti simbolici alla storia e all’attualità, mentre sul piano stilistico la continua rottura dei moduli classici e la costante necessità di rivoluzionare la forma appaiono mossi, pur all’interno di una concezione spettacolare e industriale della settima arte, da una volontà tutta autoriale di fare film politicamente.
Rapporto 2010. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2011
pagine: 192
Il Rapporto, giunto alla sua terza edizione è una pubblicazione importante in quanto, per la prima volta in Italia, fornisce un quadro organico di questo settore vitale della nostra economia. Il consenso degli operatori del settore e dei semplici lettori ha indotto i promotori della ricerca a procedere ancora nel percorso di lettura e di analisi intrapreso, integrando e arricchendo con altri dati quest’opera realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce S.p.A.Un aspetto essenziale di questa terza edizione è la sua attenzione all’analisi degli scenari futuri che, anche in Italia, stanno portando la pellicola verso il digitale.
Isole di cinema. Figure e forme dell'insularità
Simona Previti
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2010
pagine: 136
Che cos'è un'isola? Perché definire un paesaggio come “insulare”? La chiusura, la delimitazione ne fanno uno spazio sottratto dalla realtà quotidiana, ma allo stesso tempo affacciato sull'infinito – spazio chiuso, delimitato dai suoi bordi, dal cerchio dell’orizzonte; l’immensità però lo circonda. L’isola si pensa sempre rispetto a ciò che non è. Una dimensione spazio-temporale altra: si parte per rifugiarsi, evadere, per chiudersi entro i suoi confini protettivi, come vogliono tutte le fughe insulari della storia. Ma il cerchio non sempre protegge, a volte imprigiona, trattiene – isola-edenica/isola-inferno. Al cinema, l’insularità è condizione che incide fortemente sulla creazione: significa lasciare che qualcosa del luogo entri nel modo di filmare, sapere che qualcosa modificherà lo sguardo. Tutti i film insulari ritornano su forme simili di trattamento dello spazio – da Stromboli di Rossellini a Monica e il desiderio di Bergman, da L’avventura di Antonioni a Ai confini del mondo di Powell (ecc.) – un sistema di rime figurative che nasce per induzione dalla materia stessa dell’isola. I racconti dei set lo testimoniano: racconti di situazioni insulari tanto quanto i posti in cui si trovano, luoghi in cui ci si costringe per portare avanti progetti “impossibili”. Una piccola troupe, un numero ristretto di persone che si autoconfina; l'isolamento, il maltempo. Il film su un'isola è innanzitutto un'isola.
Preti al cinema. I sacerdoti e l'immaginario cinematografico
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2010
pagine: 136
La Mostra, “Preti al cinema. I sacerdoti e l’immaginario cinematografico”, organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo diviene l’occasione per questo catalogo di circa un centinaio di fotografie, selezionate dalla Fondazione in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia in grado di illustrare e ripercorrere i cambiamenti e le evoluzioni della figura del prete nella storia del cinema, soprattutto italiano, dal periodo del muto ad oggi. Si tratta di materiale unico in quanto la maggior parte delle immagini esposte sono foto di scena concesse eccezionalmente dalla Fototeca del Centro Sperimentale, che ritraggono i protagonisti sul set e nei momenti di riposo. Attraverso una variopinta galleria di personaggi – dal don Bosco portato sullo schermo da Giampaolo Rosmino nel capolavoro di Goffredo Alessandrini del 1935, al don Camillo a cui Fernandel ha prestato magistralmente più volte il proprio volto, fino al disilluso don Giulio di La messa è finita (1985) di Nanni Moretti e al modernissimo padre Carlo di Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone – il Catalogo vuole stabilire un contatto tra gli spettatori e la religione, cercando di interpretare il succedersi delle stagioni culturali, politiche e religiose che hanno attraversato non solo il nostro Paese, ma il mondo intero.
La realtà dopo il cinema. Percezione, senso, azione nel mondo visto
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2010
pagine: 192
All'origine di questo volume sta un convegno - il XIII Convegno Internazionale di Studi Cinematografici "Tertio Millennio". All'origine di quel convegno stava un'idea: sia che il dispositivo teorico preesistesse alla possibilità della sua esistenza concreta, sia che, invece, sia stata la messa in collezione di una serie di scoperte e invenzioni a far nascere il cinema, dopo la comparsa dell'"immagine in movimento" il mondo non è stato più lo stesso. Che il cinema abbia originato o seguito le rivoluzioni silenziose degli occhi e delle teste è discutibile. Quel che è certo è che dopo, non solo ci si è trovati nella necessità di ridefinire le categorie percettive e i modelli cognitivi, ma la stessa fisiologia della percezione si può dire abbia subito una lenta e sostanziale mutazione. Mentre s'inizia a comprendere la ricchezza estetica ed espressiva del cinema, mentre i diversi ambiti disciplinari tentano nuove alleanze per dar conto, retrospettivamente, dello "shock" cinematografico, il cinema, forse è già finito. Che senso avrebbe dunque chiedersi cosa sia, oggi, il mondo "nell'era della sua riproducibilità tecnica"? La risposta è che se forse il cinema come dispositivo materiale storicamente definito sta esaurendo la sua traiettoria, il cinema come organum dell'emozione e del pensiero è appena all'inizio del suo sviluppo.
Osservare l'incanto. Il cinema e l'arte di Aleksandr Sokurov
Denis Brotto
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2010
pagine: 344
Questo libro mira a costituire una lettura dell'opera di Aleksandr Sokurov con la volontà di metterne in rilievo i principi formali, i fondamenti nodali ed i concetti più stringenti, facendo emergere la particolare e proteiforme relazione che questo cinema rivela di avere con le altre arti e con le altre forme di linguaggio. Una relazione di cui si nutre e sulla quale basa la propria essenza. In luogo del pur complesso dialogo tra linguaggi, è l’idea stessa di arte definita da Sokurov a mostrarsi ancor più accentuata ed eclettica, comprendendo al suo interno il concetto medesimo di cultura, di memoria, di ascesi spirituale. […] Michail Bachtin riservò per Fëdor Dostoevskij la definizione di «grande polifonista», un'espressione che va a buon diritto allargata anche a Sokurov. Un polifonista in grado di addentrarsi attraverso il suo lavoro nei grandi quesiti dell’arte come dello spirito dell'uomo, rimarcando la propria attenzione a quell'idea di pneuma riferita tanto alla componente fisica dell'essere umano, quanto alla sua interiorità. […] «Cerco negli occhi che incontro, in Russia come in Europa occidentale, un senso di gioia, di consolazione. Ma trovo quel che cerco solamente in frammenti di dipinti antichi». È l’arte, la pittura, come la letteratura, a costituire la vera forma di consolazione per l'essere umano. Una forma di consolazione da cui tuttavia cercare di ricominciare un dialogo anche con i propri simili.
Nero su bianco. Le politiche per il cinema negli ottant'anni della Rivista del Cinematografo
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2008
pagine: 153
La «Rivista del Cinematografo» rappresenta, nel panorama dell’editoria cinematografica italiana, un caso unico per longevità, dal momento che attraversa ottanta anni della storia italiana. Essa intercetta, con modalità di volta in volta differenti, il multiforme interesse e impegno della Chiesa - tanto nelle espressioni del magistero, quanto in quelle delle iniziative di base - nei confronti del mezzo cinematografico. Il volume presenta una storia della rivista volta a comprendere quali idee di cinema emergano (e talora confliggano) sulle sue pagine negli anni, dalle origini del periodico ai nostri giorni. Il percorso cronologico diviene allora anche un percorso tematico, diviso in ampie e articolate aree di problemi distinte e insieme interrelate.

