Ombre Corte
Lavoro d'amore–amore come lavoro. La nascita del lavoro domestico nel capitalismo
Gisela Bock, Barbara Duden
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 166
A partire dagli anni Settanta, il dibattito femminista ha posto il lavoro domestico al centro dell’analisi della subordinazione delle donne e della loro liberazione. In questo testo, Gisela Bock e Barbara Duden ne tracciano l’origine per mostrarne i legami con lo sviluppo industriale: il lavoro domestico come lavoro non pagato della casalinga non è quanto di più antico caratterizza la subordinazione femminile, né un relitto di un’epoca precedente in procinto di essere abbandonato, ma una forma specifica di sfruttamento connessa ai processi di valorizzazione del capitale, che vede i suoi inizi tra il xvii e il xviii secolo per poi svilupparsi negli anni successivi alla rivoluzione industriale. In questo periodo, tutto ciò che lo caratterizza sembra cambiato, compreso l’atteggiamento nei suoi confronti, il suo significato socio-economico, la sua relazione con l’ambiente sociale e naturale. Con gli strumenti dell’analisi storica, il saggio indica come sia definitivamente necessario abbandonare l’immagine della donna lavoratrice costruita esclusivamente intorno al lavoro salariato e vedere in modo nuovo ciò che le donne sono chiamate a fare “per amore” dei propri famigliari: il lavoro domestico gratuito è lavoro e lo si vede bene dal fatto che nasce insieme al lavoro salariato, quale suo pendant nella dimensione della riproduzione.
C'era una volta (uno scrittore) a Hollywood. La scrittura di/e Quentin Tarantino
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 274
Spaziando dagli American studies alla filologia e alla linguistica, il volume si propone di esplorare l’opera di Quentin Tarantino attraverso una serie di saggi che si concentrano sugli aspetti più specificamente legati alla sua scrittura. L’idea di fondo è che le interazioni tra sceneggiature e film, i numerosi riferimenti intertestuali, le manipolazioni di topoi e stilemi derivanti da generi artistici differenti contribuiscono a creare un ipertesto in cui la narrazione cinematografica si arricchisce e completa attraverso quella letteraria; inoltre, il processo di costruzione di senso si complica quando entrano in azione ulteriori componenti, come, per esempio, la traduzione in altre lingue e la scrittura dei sottotitoli. Il volume cerca così di dimostrare come le molteplici declinazioni della scrittura definiscono un’opera che non può essere considerata come un end-product volto a intrattenere il pubblico, ma come un palinsesto testuale e audiovisivo che richiede interpretazioni molteplici e interrelate. Contributi di Serena Fusco, Serena Demichelis, Beatrice Melodia Festa, Antonio Di Vilio, Valentina Romanzi, Nicola Paladin, Enrico Botta, Silvia Bruti, Elena Di Giovanni, Ilaria Parini, Sara Corrizzato, Maria Freddi, Francesca Bianchi, Dora Renna
Il limbo urbano. Conflitti territoriali, violenza e gang a Città del Guatemala
Paolo Grassi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 270
Questo libro racconta una città e la sua struttura spaziale condizionata dalla dimensione della violenza. La città in questione è la capitale del Guatemala, paese centroamericano la cui storia affonda le radici in un passato di divisioni etniche e sociali culminate in un conflitto armato interno, iniziato nel 1960 e terminato trentasei anni dopo. La violenza è quella delle mara, le gang centroamericane. O meglio, è quell’elemento sfaccettato le cui pratiche e i cui discorsi si sono coagulati negli ultimi anni intorno al fenomeno del banditismo giovanile. Le gang rappresentano, in questo lavoro giunto alla sua seconda edizione, un punto d’accesso per interpretare criticamente Città del Guatemala e, più in generale, per pensare alla “città segregata” fuori dagli stereotipi e da un punto di vista innovativo. Tra il 2008 e il 2013 l’autore vi ha trascorso più di un anno, compiendo una ricerca etnografica nelle sue periferie, in una prigione e in un quartiere residenziale di classe media. Il risultato finale suggerisce un’inversione logica: uno dei fenomeni sociali più sfruttati dall’opinione pubblica, dalla politica e dall’apparato punitivo statale per giustificare la segregazione urbana, qui è utilizzato per decostruirla e coglierne le complesse ragioni e implicazioni politiche. “Questo lavoro, ben scritto e coinvolgente, offre al momento l’esplorazione più sofisticata e articolata sulle bande giovanili e l’insicurezza urbana in Guatemala e costituirà sicuramente un punto di riferimento fondamentale nella letteratura sulla violenza dell’America Centrale” (Dennis Rodgers, Geneva Graduate Institute). Prefazione di Vanessa Maher.
Oltre la giustizia climatica. Verso un’ecologia della rivoluzione
Jason W. Moore
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 166
La ricerca che Jason W. Moore propone da circa due decenni, all’interno del World-ecology research network, ha l’obiettivo di comprendere i processi storici e strutturali che hanno portato alla formazione dell’ecologia-mondo capitalistica e alle relative disuguaglianze socioecologiche, devastazioni ambientali e dinamiche di svalorizzazione economica e culturale. I saggi qui raccolti pongono il problema di come affrontare la crisi climatica ed ecologica in un orizzonte di giustizia planetaria, in modo che a pagarla non siano ancora una volta le popolazioni umane ed extra-umane già sacrificate da secoli di dominio capitalistico e degrado della natura a merce a buon mercato. In altre parole, Jason W. Moore approfondisce e politicizza ulteriormente l’analisi del cambiamento climatico e delle sue conseguenze – non solo ecologiche, ma anche e inseparabilmente economiche, politiche e sociali –, sottolineando le opportunità di una via d’uscita anticapitalista dall’inferno planetario. Questa possibilità si può pensare e praticare solo mettendo in discussione i rapporti di sfruttamento e di appropriazione che riguardano l’intera rete della vita, aprendosi a una prospettiva che coinvolge l’insieme delle forme di vita, federando le lotte per la liberazione dal sessismo, dal razzismo e dalle logiche che in generale dominano l’idea di una infinita accumulazione capitalistica.
Disattivare. Un'idea di filosofia
Ubaldo Fadini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 147
Filosofia, sociologia, teatro, letteratura: sono questi alcuni degli ambiti d’indagine e di sperimentazione che questo libro attraversa con l’intento di ritrovare in essi la presenza significativa del motivo della disattivazione, dell’interruzione/sospensione di ciò che viene comunemente considerato stabile nelle sue configurazioni e meccaniche di funzionamento. Tale motivo ha una lunga storia, in primo luogo in area antropologico-filosofica (con Paul Alsberg e Günther Anders), laddove l’attenzione si rivolge al rapporto complesso tra le pratiche del disattivare, a livello corporeo e tecnico, e la ricerca di un adattamento più soddisfacente alla realtà, da considerarsi comunque sempre provvisorio, temporaneo. Fadini segue la vicenda intricata del disattivare in spazi teorici che possono risultare anche sorprendenti: ad esempio, quelli propri della ricerca del giovane Deleuze, con la sua riflessione sul tema dell’istituzione e dell’istinto, e che trovano altri sviluppi significativi nelle pagine dedicate dal filosofo francese a Carmelo Bene e a Samuel Beckett. Se la disattivazione è in ogni caso qualcosa che specifica in molteplici modalità il divenire umano, allora si tratta di riuscire a sospenderla a sua volta, sia pure momentaneamente e nei limiti del possibile, al fine di richiamare la stessa provvisorietà/revocabilità delle sue realizzazioni e per riaffermare così il carattere sempre limitato e parziale di qualsiasi – pretesa di – messa in ordine della sensibilità e dell’intelligenza umane.
Dall'operaio massa all'operaio sociale. Intervista sull'operaismo
Antonio Negri
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 171
Questa intervista, pubblicata nel 1979, conobbe una larga diffusione e divenne subito un testo di riferimento: in particolare, per l’area dell’Autonomia e per i suoi oppositori, che presto sarebbero divenuti persecutori. Che cosa si racconta in questo libro? In breve, la storia dell’autonomia operaia così come era stata letta e vissuta da alcuni suoi militanti nel periodo che andava dai “Quaderni rossi” a “Classe operaia”, da Potere operaio all’Autonomia organizzata. L’attenzione era rivolta a quanto era avvenuto dopo le lotte operaie del ’69 alla Fiat e nel resto delle grandi fabbriche, nel momento in cui la ristrutturazione capitalistica (con l’appoggio della politica del “compromesso storico”) iniziò a demolire, con nuovi strumenti, l’autonomia e la forza dell’operaio massa. Il postfordismo era alle porte. L’accumulazione capitalistica spostò il proprio baricentro dalla fabbrica alla società, e l’“operaio sociale” divenne la figura, ambivalente, di una nuova forza produttiva, non più riferibile soltanto e semplicemente al concetto “classico” di operaio. Di questo passaggio epocale, l’intervista di Negri diede una efficace e controversa interpretazione. Dopo i molti anni trascorsi – e le scoperte teoriche del femminismo, le ricerche sul lavoro immateriale, le teorizzazioni sul biopolitico e i “modi di vita” –, quelle forme di pensiero e di azione che lo stesso concetto di operaio sociale indicava appaiono oggi, certamente rideclinate dentro una fase di comando imperiale e di produzione biopolitica, ancora capaci di offrire stimoli metodologici e teorici per leggere il presente e le sue tendenze. Postfazione di Adelino Zanini.
Anatomia del populismo economico. La «melonieconomics»: un anno di politiche economiche conservatrici
Mario Pomini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 208
Il populismo economico scaturito dalla Grande recessione del 2008 è un populismo di tipo nuovo, con il quale il ceto politico, a destra ma anche a sinistra, ricerca il consenso elettorale attraverso l’uso spregiudicato del debito pubblico non per potenziare le garanzie dello Stato sociale, ma per ridurle secondo una visione propria dell’ideologia liberista che si è convertita alla dottrina della spesa in deficit. Un populismo conservatore, individualista e corporativo, contro lo Stato sociale e a sostegno dell’ideologia del mercato, le cui distruttive conseguenze economiche e sociali si stanno ampiamente manifestando anche nel nostro Paese, dove le scelte in materia economica del governo in carica ne rappresentano in maniera esemplare anche tutte le contraddizioni, i limiti, oltre che i pericoli. Il testo, che raccoglie alcuni degli interventi pubblicati nel corso di un anno e più su un blog di un quotidiano nazionale, offre una dettagliata anatomia della politica economica del governo Meloni, analizzando tutti i temi e le scelte che ne caratterizzano profondamente il profilo conservatore e autoritario – dal superbonus fiscale alla flat tax, dal reddito di cittadinanza al salario minimo, dall’inflazione bellica e ad altri ancora. Il quadro che ne emerge è quello di un completo distacco tra la narrazione populista e la realtà economica, tra le politiche corporative e clientelari e l’ambizione di tutelare gli interessi generali, tra il ceto politico dominante e la società. Nell’articolata e minuziosa analisi proposta dall’autore, non mancano anche, se pure abbozzate, alcune proposte che potrebbero costituire un primo embrione per un programma genuinamente alternativo e popolare.
Violare gli spazi. Militarizzazione in tempo di pace e resistenza locale
Aide Esu
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 138
Sole, spiagge, mare e natura selvaggia è l’iconografia turistica della Sardegna, una narrazione che stride con la realtà della militarizzazione del suo territorio. Dalla fine degli anni Cinquanta l’isola è un hub strategico per i test sulle armi e per l’addestramento delle forze armate italiane e della Nato. Il suo destino militare l’accomuna ad altre isole, dal Mediterraneo al Pacifico, anch’esse assoggettate a opacità istituzionali e a forme di estrattivismo, dipendenza ed esclusione, ma anche produttrici di cicliche forme di resistenza e nuove soggettività. Le dinamiche decisionali interstatali, l’uso di dispositivi discorsivi per la costruzione del consenso fondato sulla contrapposizione modernità-arretratezza, le conseguenze delle attività addestrative e sperimentali sull’ambiente e sulla salute, l’emergere del rischio nella sfera pubblica locale contrapposta alla minimizzazione del rischio da parte delle istituzioni, le forme di resistenza locali sono i diversi piani della militarizzazione presi in esame dal testo. Queste letture contribuiscono a svelare le ambiguità, i dinieghi e i mancati riconoscimenti del diritto alla salute e alla tutela ambientale originati dalla militarizzazione in tempo di pace. Mostrano, inoltre, come gli intrecci dei dispositivi giuridici, degli esiti tecnico-politici e delle relazioni interstatali siano riconducibili, in materia militare, a una compromessa sovranità italiana.
Femminismi queer transnazionali. Critiche post e decoloniali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 221
Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l’occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell’omofobia e dell’islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell’islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all’idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell’Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita “islamofobia progressista”, viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo. Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all’islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano. Contributi di Jacqui M. Alexander, Paola Bacchetta, Inderpal Grewal, Caren Kaplan, Jin Haritaworn, Jasbir K. Puar, Amit Rai, Trinh T. Minh-ha, Ella Shoaht.
Famiglie straniere e tutela dei minori. Un'analisi del discorso sulla genitorialità
Chiara Lanini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 224
Quale modello di genitorialità orienta lo sguardo e il giudizio sulle condizioni, i comportamenti e le relazioni che sollecitano l’intervento di protezione dei minori stranieri? A quali fattori sono riconosciuti come rilevanti nel processo argomentativo che si articola nel procedimento? L’approccio utilizzato dalla ricerca è quello dell’Analisi critica del discorso, un modo di osservare le dinamiche sociali attraverso le pratiche discorsive, intese come fattore di produzione e riproduzione della struttura della società e dei rapporti di diseguaglianza e potere ad essa connessi. Lo sguardo è dunque puntato sulle strutture cognitive che orientano l’azione della protezione minorile, per comprendere a quali condizioni tale obiettivo sia di fatto perseguibile. L’esito cui il lavoro perviene è che a fronte delle specificità che la letteratura sulle migrazioni indica come peculiari della famiglia migrante e della variabilità storico-materiale del significato attribuito a “infanzia” e “genitorialità”, le categorie di valutazione emergenti nel discorso della tutela sembrano interagire ben poco con gli elementi strutturali che definiscono lo spazio sociale entro il quale i soggetti organizzano e conducono la propria azione.
Ospitalità e spirito del capitalismo. Teorie, storie, istituzioni
Fabrizio Denunzio
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2024
pagine: 120
La globalizzazione ha intensificato i movimenti migratori internazionali negli ultimi cinquant’anni, portando all’attenzione delle coscienze e delle istituzioni il problema dello straniero. Di certo, l’Occidente non si è fatto trovare impreparato di fronte all’evento visto che, almeno dal XVI secolo in poi, aveva già messo a punto una serie di funzioni disciplinari con cui imbrigliare, addomesticare e sottomettere ogni forma di alterità: economica (i poveri), di genere (le donne) e di razza (i primi popoli colonizzati delle Americhe). Il libro parte dal dibattito filosofico contemporaneo sul concetto di “ospitalità” per poi rintracciare negli studi storici e sociologici classici sulla nascita del capitalismo alcuni dei momenti cruciali che hanno segnato l’inconciliabilità essenziale tra il suo spirito e ogni forma di accoglienza dell’altro. Un’accoglienza che non fosse mediata dall’internamento e dal profitto, ma, ancor più profondamente, dalla necessità di ridurre l’altro in modo gerarchico e verticale ai suoi valori, quelli del mercato. La ricerca si chiude con un primo abbozzo d’indagine sulla storia del movimento operaio e sulle forme inedite di accoglienza di cui si è fatto protagonista, non ultima il blocco dei portuali di Genova per non caricare materiali bellici sulla nave saudita “Bahri Yanbu”, e questo per dimostrare quanto sia possibile e indispensabile coniugare un’etica dell’ospitalità con la coscienza di classe.
Altri spazi. Politiche e pratiche di risignificazione tra digitale e materiale
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 155
Il volume raccoglie saggi teorici e narrazioni di esperienze in dialogo con il visuale, la fotografia e l’inchiesta sociale. Con l’intento di superare una visione dicotomica della relazione tra dimensione materiale e dimensione digitale, lo spazio è assunto quale vettore di interrogazione delle possibilità e dei modi di abitare la contemporaneità, ricompresa nella sua complessità. Al fine di far emergere le riconfigurazioni che hanno una ricaduta politica intersoggettiva e costituente, lo spazio pubblico è considerato e ridisegnato secondo una prospettiva interdisciplinare che si avvale del contributo di filosofi, critici, storici, performers e ricercatori nel campo dei media studies e delle nuove tecnologie. Contributi di Ubaldo Fadini, Stefania Mazzone, Viviana Vacca, Ludovica Fales, Nicolas Martino, Simone Rinaldi, Serafino Murri, Nicole Braida, Giulia Caruso, Davide Casella, Manel Pons Romero, AtiSuffix

