Ossorosso Edizioni

In A Dark Tale, Vincenzo Lamagna ci trascina in un abisso di sacrificio e riscatto, dove le ombre rivelano più della luce. Ispirato all’omonimo cortometraggio, questo racconto intreccia incubi e verità, sfidando ogni certezza. Le favole nere non fanno sconti: scavano dentro, mettono a nudo, riscrivono il destino di chi osa seguirle. Avete il coraggio di attraversare il confine tra realtà e oscurità?

Cosa rimane quando la speranza è soffocata dalla realtà?Francesca Veri racconta l’assenza attraverso la presenza. Descrive il contenuto del nostro vuoto,spogliandolo dalle giustificazioni che ci ripetiamo ogni giorno. La protagonista si umilia, nello spirito e nella carne, preme sui bordi dell’abisso per oltrepassarne il limite e scoprire se al di là esiste una miseria ancora maggiore o, perché no, l’oblio.

La perdita ha molte facce – e una è la tua. Nei tre racconti di Cosimo Monari, questa mancanza non è un evento, ma una condizione: una fessura sottile che si apre tra il prima e il dopo, e che continua a crescere anche quando crediamo di essere già passati oltre. I protagonisti si muovono senza mappe, dentro paesaggi dove il surreale è legge e la realtà rimane compressa tra le pagine.Un muro che sa troppo e non dice niente. Un orologio che segna sempre le 7.12. Una domanda sospesa: “Hai spolverato casa?” Oltre la perdita, un sentiero da tracciare.

Perdersi, ritrovarsi per perdersi ancora: l'illusione di essere protagonisti della nostra vita, mentre quest'ultima continua a chiederci di comprendere il motivo delle nostre ossessioni per potersi mostrare del tutto.

In questo testo, Chiara Pollio ci guida attraverso le fragilità dell’adolescenza con una scrittura autentica e coinvolgente. Le protagoniste, unite da un filo di disagio, vivono le prime esperienze affettive tra insicurezze e desideri nascosti, offrendo uno sguardo sincero e delicato su un tempo di passaggi e scoperte. La voce di Pollio, diretta ed empatica, invita il lettore a riflettere sulle complessità dell’identità in formazione.

In un universo in cui il tempo si inverte e le risposte si celano tra le pagine di un libro misterioso, Maria Chiara Marzoli esplora il confine tra la realtà e l'incubo. Attraverso visioni perturbanti di ipnosi, segreti sepolti e anime in bilico, l'autrice invita il lettore a confrontarsi con le ombre silenziose che distorcono la quotidianità. In un intricato gioco di emozioni – amore, rancore, gioia e vendetta – le storie diventano frammenti di un ricordo collettivo, rivelando che la vita stessa è un ciclo di morte e rinascita, intriso di ossessione e verità sommerse.

In Specchi d’Acqua, l’oceano, testimone silenzioso delle emozioni umane, rappresenta sia l’oblio sia la speranza. Attraverso le sue onde, i protagonisti del racconto affrontano il dolore e cercano un senso di rinascita, in un viaggio tra tormento e possibilità di salvezza. Con la sua scrittura esperta Nuzzolo ci guida in questo paesaggio interiore, dove il mare svela le fragilità e le potenzialità dell’anima.

L’amore, come l’abisso, è una questione privata. "In odore di sventura" nasce da qui. O meglio: da quando la voce del Far West – ruvida, stanca di menzogne – decide di raccontare la sua verità a proposito di Poca Luce Miller e Condanna, il capo dei Perdidos e la cacciatrice di taglie che ruba i ricordi ai fuorilegge. Non due Leggende qualunque, tra l’altro. Lui cerca la purezza nel sangue e nella parola, in bilico tra proiettili e poesie. Lei si nutre dei peccati degli altri, li confonde con i propri nel tentativo di dimenticare. Il loro incontro era scritto nella polvere e nel dolore. E se quell’impatto ha finito per lambire anche la tua vita... forse è perché certe storie non svaniscono. Si ramificano. E un giorno, ti chiamano per nome.

La nebbia avvolge Parco Te come un sudario quando il commissario Nicola Coviello viene chiamato sulla scena di un delitto destinato a scuotere la città. In questa Mantova in cui molti sembrano sapere qualcosa e nessuno dice tutto, la verità si nasconde come un riflesso sfocato sulla superficie dei laghi. E mentre la nebbia si dirada, il confine tra innocenza e colpa diventa sempre più sottile: vecchie ruggini riaffiorano e i testimoni si contraddicono. Nei cortili umidi e nei soffitti polverosi, ragni silenziosi tessono le loro tele, metafora inquietante di un gioco di inganni in cui ogni passo falso può rivelarsi fatale.