Phasar Edizioni

Un viaggio nei motivi per cui viaggiamo, e nelle conseguenze del farlo. Per l'ambiente, per la società, per noi. Tra le cose a cui cerchiamo di non pensare, e quelle che non sospettiamo nemmeno.

Con questo testo, l’autrice Avvocato Rosaria Salamone intende condividere il suo progetto professionale così arduo, fidente, complesso: parlare e far conoscere a quante più persone possibile di come la violenza in genere, sia essa verso le donne, verso gli uomini e verso i bambini e i ragazzi, possa devastare gli individui e le loro vite. La famiglia stessa, nel momento in cui cambia forma, può divenire culla di manipolazioni, o visioni falsificate di quei membri che scelgono di lasciare il o la coniuge. Peggio ancora, in taluni casi si cerca di mantenere a ogni costo una parvenza di famiglia, ma all’interno della quale accadono misfatti di violenza. La Salomone, con queste pagine, ci mette tra le mani statistiche e numeri di come è cambiato il significato di parola "violenza domestica" negli anni. Oltre a calcoli e stime però, ci mette tra le mani anche storie. Storie di donne vessate e manipolate; storie di uomini su cui sono state usate violenze, anche psicologiche; storie di bambini, piccoli e meno piccoli, vittime di scelte genitoriali tutt’altro che attente nei loro confronti. E attraverso le storie di persone, come lo siamo anche noi, non si riesce a restare indifferenti.

"Il bambino di Chicco" rievoca atmosfere di altri tempi che oggi sembrano ancora più lontane, incastonate in un passato di un mondo che a tratti non esiste più, fatto di relazioni autentiche e di cose semplici che avevano però un valore immenso. Un racconto di vita che rappresenta la testimonianza di un bambino mite e responsabile, cresciuto troppo in fretta per necessità, ma sempre nel solco dei valori e della forza di una famiglia che lo ha accompagnato con rispetto e affetto, anche nei momenti più complicati. I disegni, vero valore aggiunto del racconto, permettono al lettore di immedesimarsi con più efficacia nella storia del protagonista.

Può la filosofia marxista-leninista fare a meno della dialettica? Riconosce il relatore che la filosofia del marxismo è il materialismo dialettico, chiese Lenin a Bogdanov? Cos'era diventato il «marxismo ufficiale sovietico» capace di combinare la dittatura ideologica con l'ignoranza filosofica militante? A queste domande risponde Evald Ilyenkov, riesaminando alla fine degli anni '70 Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin con un testo dal titolo Dialettica leninista e metafisica del positivismo, ancora inedito in Italia, ed individuando nel leader rivoluzionario un eccezionale alleato teorico. Come Lenin aveva dovuto combattere gli attacchi promossi dalle teorie di Bogdanov, avvicinatosi all'empiriocriticismo di Mach e Avenarius, quale materialismo dogmatico e reazionario indirizzato contro le scienze della natura, così Ilyenkov combatteva la penetrazione del positivismo nella politica e nella filosofia sovietica, criticando il rifiuto della dialettica funzionale solo al progetto tecnocratico di costruzione del «socialismo» nell'era brezneviana, erede camuffato di quell'empiriocriticismo denunciato da Lenin quale naturale conclusione metafisica della logica del positivismo.

Nell’utilizzo universalmente diffuso di energia elettrica, tensione e corrente dovrebbero viaggiare affiancate e di pari passo per evitare sprechi e malfunzionamenti, ma non sempre tutto questo avviene nei dovuti modi. Occorre quindi mettere in fase, cioè rifasare lo sfasamento creato tra tensione e corrente e provocato da carichi distorcenti solitamente di natura induttiva. Obiettivo del volume è di fornire le competenze necessarie per realizzare impianti e quadri elettrici di rifasamento in ambito industriale, dove lo sfasamento si rivela eccessivo o addirittura intollerabile. Il testo, fatto più di definizioni che di spiegazioni, anche per questo non sono state evitate tante frasi ripetitive, può essere usato anche come manuale di consultazione in quanto si rivolge particolarmente a tecnici già introdotti nel campo elettrotecnico.

La protagonista di queste pagine, dopo aver telefonato a una trasmissione radiofonica, viene all’improvviso subissata da ricordi, sentimenti, emozioni. Tutto ruota intorno all’assoluto dell’Amicizia: esiste e resiste sopra alla vita stessa. Per Ramona, il rapporto che la lega a Francesca è da raccontare a chiunque, anche se prima ha bisogno di raccontarlo a sé stessa. Per accogliere e integrare quel turbinio di sensazioni che inizia quando conosce Francesca, il primo giorno di scuola della prima elementare; quel turbinio di sensazioni di quando, per lunghi mesi, non si vedono e non si sentono a seguito di un litigio; quel turbinio di sensazioni di quando, la sera del Miracolo, fanno pace. Poi, ne ha bisogno per spiegare il resto, che non ha nome, né forma. Che è tutto vero e niente è vero. Che lei farà di tutto per dimenticare e, anche, per non dimenticare mai.

La nuova Commedia dell'Arte (di Arrangiarsi) viene recitata nei palazzi alti del potere, anziché a teatro. Il protagonista di questo nuovo genere è Arlecconte, una maschera foggiana-bergamasca che conquista il potere con una velocità impressionante, fingendosi dapprima un servitore fedele e seguendo la falsariga del suo antenato bergamasco. Viene aiutato in questo da un suo amico fidato, discendente pure lui da una maschera bergamasca: Giorgetto Brighella. Degno di nota il fatto che Arlecconte si sia formato da piccolo nelle scuole elementari di Candela, paese natale dell’autore nel Tavoliere.

La rivolta del popolo dei sottani è un racconto autobiografico che spazia dal 1949 al 1964. Narra l’infanzia vissuta nelle campagne di un paese dell’appennino dauno, e i primi anni vissuti come migrante nella “Città dell’Auto” nel pieno del “Boom economico”. È anche un racconto sociopolitico di un popolo umile, oppresso dalla soverchieria dei latifondisti, dalla politica e dalla Chiesa ancora in odore di Santa Inquisizione. Il Popolo dei Sottani, per riprendersi la dignità sempre negata, dovette affrontare dure e cruente lotte per conquistare la terra promessa e l'illusione di un futuro migliore. Alla fine il popolo in lotta vinse la battaglia e prese possesso delle terre bramate, ma presto dovette prendere coscienza che, contro il potere economico e politico, il popolo non può mai vincere una guerra, e si rimise alla ricerca di un altro futuro, di un'altra illusione, cercandolo nelle miniere del Nord Europa o nelle fabbriche del Nord del paese. Il senso di marcia è sempre lo stesso: Sud → Nord.

Il Museo di Scido non è solo pipe artistiche. All'interno del Palazzo Ruffo di Calabria è possibile ammirare la Biblioteca Comunale “Paolo Greco”, importante centro culturale, corredata da migliaia di volumi e manoscritti originali appartenuti al Medico Chirurgo del quale porta il nome. È possibile ammirare importanti reperti Archeologici e Numismatici, nonché preziosi Beni Etno-Antropologici.

La vecchia burbera, Mr Tatoo, la Matusa Band, il Vecchio Rancoroso, il pogatore, l’uomo delle richieste, la slinguo-coppia, il gruppo della bionda, il rapace, gomitino, la mummia e tanti altri incredibili personaggi raccontati in queste pagine. Il fantastico mondo della musica, delle band che si formano e si sciolgono, dei tipi di musicisti, di artisti e pubblico, di manager e provini, di live e di concorsi, croce e delizia per chiunque lo viva, professionalmente o per passione, attivamente o da spettatore, viene qui raccontato con perfido sarcasmo e mordace ironia. Tic, manie, personalità capricciose o istrioniche, caratteri e cliché prendono vita in un cocktail dai mille colori. Un manuale divertente per sopravvivere al folle mondo della musica e per scoprire i personaggi incredibili che lo popolano, lo animano, lo rendono bello, colorato… e un po’ assurdo.