Gammarò Edizioni: Classici
L'uomo di Kos
Diego Zandel
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 229
È un "giallo mediterraneo" questo nuovo libro di Diego Zandel, già autore di altri thriller che gli hanno fatto meritare il titolo di Le Carré italiano. La storia questa volta vede un protagonista, Sebastiano Muti, giornalista italiano, costretto da un incidente professionale a un lungo soggiorno su un'isola greca. E qui scoppia un caso di "nera" che Muti incomincerà a seguire scoprendo una fitta rete di trame che lo porterà ad avere a che fare con un gigantesco intrigo. (La Repubblica, 9 aprile 2004) Due amanti, una matura signora e un giovane cameriere, uccisi a colpi di pistola sull'isola greca di Kos durante la tappa di una crociera: questa la premessa di una vicenda che potrebbe non avere grandi sviluppi. Chi ha ucciso i due e perché sembra interessare poco la polizia che si perde dietro una pista dall'odore banale e improbabile. Ma sull'isola c'è "L'uomo di Kos": Sebastiano Muti. La sua vita interiore è lacerata tra una moglie, un'amante e una figlia che sembra essere l'unica vera luce della sua esistenza. Ma tra un tormento e l'altro Sebastiano, giornalista di cronaca nera, un vero mastino della notizia, si troverà ad indagare sull'omicidio e verrà fuori un'inattesa realtà. Un thriller di Diego Zandel, già autore di "I confini delkl'odio". (Il Tempo, 4 aprile 2004)
Le cose ultime
Oliviero Arzuffi
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 228
Qui si esplorano le situazioni umane più vicine alla salvezza e alla perdizione dell'uomo, situazioni limite nelle quali è facile percepire l'angelo, la bestia, la loro aspra coabitazione, il miracolo del passaggio esistenziale dalla baldanzosa tenaglia della colpa all'umile immolazione dell'amore. E quale punto migliore di osservazione e di comprensione del trovarsi al limite della vita, nel solco che divide il temporale e l'infinito? Qui i colori del bene e del male perdono ogni tartuferia e strizzano da ogni evento personale e storico il succo genuino di cui sono pregni. Qui la narrazione si sposa con la storia, la prosa con la poesia. Qui si esplora ciò che sta agli estremi confini della vita, ciò che è ultimo e che è primo nell'esistenza, l'inizio e la fine, il punto sommo e l'infimo: l'escaton, parola greca dalle straordinarie risonanze bibliche, che ci porta su quel crinale inavvicinabile che sta fra la storia e l'oltre. Con una prosa stringata ed efficacissima l'autore conduce il lettore dentro gli abissi della storia di ieri e di oggi per portarlo alla fine "a riveder le stelle".
La notte di Ferrara
Pierre-Jean Remy
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 286
«Un ansioso e spregiudicato collezionista che non si rassegna ad abbandonare fosse solo per pochi giorni un dipinto che ha prestato per una mostra, lo accompagna da Parigi a Ferrara. Al quadro è morbosamente attaccato (vi è raffigurata un'adolescente in posa ingenua e pur maliziosa) e ne sopporta con pena il distacco per l'esposizione. L'uomo trascorre il tempo di due notti e un giorno peregrinando per Ferrara, dove gli spazi geometrici e inquietanti, razionali e misteriosi, in un continuo variare di ombre e luci, di nebbie e nitori, si popolano di presenze. Poeti e pittori che giungono da epoche differenti, dolcissime e dolenti figure che escono dalle pagine del Giardino dei Finzi-Contini, i bruti delle SS e della polizia fascista e i demoni che lacerano la coscienza del protagonista (lo stesso io narrante) lo seducono e lo tormentano, in un gioco di graduale discoprimento di inganni e di illusioni, di falsi piaceri e di equivoche memorie. La rêverie e quella che sembra realtà si mescolano, si fondono, si dilatano nei tempi dell'anima, mentre luoghi, volti, voci, hanno la assoluta dimensione del "viaggio" allucinato. Nel disfacimento delle inquiete e inappaganti ricerche del piacere, nell'incalzare del male che ritorna (la folla, i motociclisti, alcuni tristi figuri) a insidiare le poche immagini di splendore e purezza — Micòl anzitutto — nel crollo dei falsi miti e maestri, si conclude una vita vuota, che ha amato nel modo più sterile, ma ha saputo soffrire per una bellezza piagata, violata, perduta. Dissacrata Ferrara nella sua umanità più fragrante (e Bassani è pur presente per il tributo letterario e spirituale che dedicò alla città); dissacrata la donna per l'ossessiva ricerca dei maschi — che non è di piacere ma di possesso;— dissacrata la bellezza, perché le brume, le nebbie, la notte continuano a insidiarla, resta il fuoco di un sogno, un lungo sogno, che purifica mentre denuda.» (Dalla prefazione di Elvira Landò)
La fortezza del Kalimegdan
Stefano Terra
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 214
La fortezza del Kalimegdan di Stefano Terra, romanzo originariamente uscito per l'editore Bompiani nel lontano 1956, è imperniato sulla ricerca, da parte di un giornalista, Ferrero, di un uomo, Giovanni Brua, scomparso nel pieno della Seconda guerra mondiale, ma della cui morte non si hanno notizie certe. A ingaggiarlo nella ricerca è la moglie Anna, la quale ha il sospetto che il marito sia ancora vivo. Ferrero, chiaramente alter ego dell'autore, legato alla donna dal ricordo di un amore giovanile, inviato speciale di un quotidiano torinese, sempre in giro per il mondo, in particolare nei Balcani e in Medioriente, al momento rinuncia, ma poi, di fronte alla prospettiva di fare il topo di redazione, che detesta, accetta. Si propone così come inviato a un altro quotidiano, con la scommessa di prendere idee seguendo proprio le tracce del Brua da quando, ufficiale dell'esercito italiano in Albania, oppositore del fascismo e di quella guerra assurda al fianco dei tedeschi, dopo l'8 settembre si era dato alla macchia. Le tracce di Brua porteranno Ferrero nei luoghi che hanno visto lo stesso Terra passare, prima come fuoriuscito e poi come giornalista. E anche le avventure saranno le stesse vissute dallo scrittore. Naturalmente, si viaggia molto con Terra, in questo romanzo: Grecia, Egitto, Palestina, Serbia, appunto, e lo si fa nel bel mezzo della Storia con la S maiuscola. Per altro, attraverso questa si scopre il complesso lavoro dei giornalisti, necessario a quei tempi per raccogliere, scrivere e, soprattutto, inviare le corrispondenze ai propri giornali in patria. Non era come oggi, dove tutto è più semplice con un pc o uno smartphone: allora bisognava trovare un telefono, e non era facile, contenderlo ai colleghi per dettare il "pezzo" ai dimafonisti o agli stenografi, oppure scrivere il pezzo con la macchina da scrivere su fogli di carta da infilare in una busta e, solo se non ci fosse una certa urgenza spedirlo per posta al giornale (i pezzi di colore, i reportage, avevano questa procedura, al contrario di quelle che dovevano essere le "ultime notizie", che erano sempre quelle di uno o due giorni prima, comunque non in tempo reale come adesso).
«... Ma lasciatemi sognare!»: La via del rifugio-I colloqui
Guido Gozzano
Libro: Libro rilegato
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 236
Con Guido Gozzano comincia all'inizio del Novecento una stagione del tutto nuova per la poesia italiana, non più scritta da nobili chiusi nelle loro biblioteche come Leopardi e Manzoni o da professori eruditi come Carducci e Pascoli e neppure da uomini di mondo in cerca di successo come d'Annunzio. No, Gozzano è un ragazzo di famiglia della buona borghesia che ama la lettura condotta da autodidatta, e che cerca nella scrittura di esprimere i suoi stati d'animo: spesso combattuti tra il desiderio della vita semplice in una natura ancora non intaccata dagli uomini e la sua insoddisfacente condizione intellettuale; e per uscire da questo perdurante malessere, ravvivato da un tono ironico fino ad allora quasi assente dalla letteratura italiana, non rimane che la fuga nel mondo dei sogni, raccontati con parole e immagini chiare e coinvolgenti. Nella sua breve vita, Gozzano (1883-1916) ha pubblicato solo due raccolte complete di poesie: "La via del rifugio" (1907) e "I colloqui" (1911) che qui ora presentiamo affidate alle cure di Maria Teresa Caprile, con un saggio introduttivo di Vincenzo Gueglio e una presentazione di Francesco De Nicola, che precisa le caratteristiche di questa edizione, ricca di note su personaggi, situazioni storiche e vocaboli oggi non più in uso, ma del tutto priva, tranne qualche breve osservazione alla conclusione di ciascun testo, di interpretazione o classificazione delle poesie di Gozzano che ciascun lettore, come ci sembra indiscutibile, valuterà secondo la sua sensibilità e formazione.
Alessandra
Stefano Terra
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 188
«Stefano Terra è oggi uno scrittore ingiustamente dimenticato. Ingiustamente perché è stato un grande scrittore. Lo scoprii tale proprio grazie alla lettura di Alessandra, romanzo con il quale vinse il Premio Campiello nel 1974. Non era quello il suo primo romanzo ma, confesso, io ero la prima volta, nei miei allora primi 26 anni di vita, che lo sentivo nominare. Acquistai il libro perché, avevo letto sui giornali, era ambientato in Grecia, a Rodi - ed io avevo una moglie di origine greca, di un’isola, Kos, appartenente allo stesso arcipelago di Rodi, il Dodecaneso - e alla stessa storia degli ultimi secoli... Cosa affascinava in quel giovane lettore dell’amore tra due anziani, due persone lontane dall’età, dai sentimenti che poteva provare lui? Credo che lo affascinasse il sogno di avere una vita piena come la loro, un’esistenza non comune, avventurosa, romanzesca, verrebbe da dire. Solo che quella esistenza, e il romanzo che la raccontava, a leggerlo, aveva un dono in più: l’afflato di una scrittura che afferrava il lettore alle viscere per trascinarlo dritto al cuore dalla prima all’ultima pagina…» (dalla Postfazione di Diego Zandel)
I confini dell'odio
Diego Zandel
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 167
"I confini dell'odio" di Diego Zandel è un romanzo sulla guerra interetnica nella ex Jugoslavia, che ha portato alla dissoluzione della stessa, guerra della quale ricorre il trentennale del suo inizio. Uscito originariamente nel 2002 per i tipi di Aragno, racconta una storia di violenze e di addolorata pietà. Un figlio, Bruno Lednaz, accompagna la salma del padre, che aveva chiesto di essere sepolto a Fiume, sua città natale, allora italiana, poi jugoslava, e oggi, dopo la guerra nei Balcani, croata. Da pochi mesi è stato firmato a Dayton, negli Stati Uniti, l'accordo di pace che sancisce, dopo quattro, lunghi, anni di guerra, la divisione dei territori tra croati, serbi, bosniaci e serbo-bosniaci. Ciò nonostante, ai confini, è ancora vivo l'odio innescato dalla guerra. Bruno se ne accorge quando, in attesa di un posto al cimitero per il padre, decide di accompagnare un parente in Lika, una regione della Croazia. Da quel momento comincia per lui una tragica odissea, che lo porterà a scoprire, attraverso una serie di avventure, passioni, dolori e tradimenti, gli sporchi interessi che si nascondono dietro una guerra. Diego Zandel, conoscitore dei Balcani, tra gli autori del documentario di Rai Cinema “Hotel Sarajevo” sull'assedio della città bosniaca, durato dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, con questo romanzo ci conduce sui luoghi della guerra per ricordarci, con questa riedizione del romanzo, mentre è in corso un'altra guerra nel cuore dell'Europa, il valore della pace. Introduzione di Andrea Di Consoli.
Vite parallele. Maometto e Sosem, Nazareno e Licurgo
Alberto Radicati
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 144
A segnalare l'importanza di Alberto Radicati (Torino 1698-L'Aia 1737) tra gli intellettuali del primo Settecento italiano ed europeo fu Piero Gobetti, che sentì fortemente l'attrazione di quella figura di nobile ribelle democratico e proto-comunista. Del conte di Passerano, il "primo illuminista della penisola", Gobetti ha tracciato, in "Risorgimento senza eroi", un ritratto pieno di forza e vivacità poi ripreso, precisato e approfondito da Franco Venturi (Adalberto Radicati di Passerano, Utet, Torino 2005). Nonostante tali autorevolissimi cultori, l'opera del conte eretico e ribelle rimane sostanzialmente sconosciuta ai nostri giorni. Con questa edizione curata da uno specialista radicatiano, il professor Tomaso Cavallo dell'Università di Pisa - si intende portare il proprio contributo alla conoscenza di un originale e piacevole scrittore che ebbe un ruolo importante nella cultura europea del primo Settecento. I due brevi scritti raccolti nel volume, si rifanno al classico modello plutarcheo e, sia pure attraverso il ricorso a finzioni letterarie un poco risapute, ripropongono motivi centrali e originali del pensiero radicatiano, interessato a una profonda riforma morale e intellettuale dell'Italia e dell'Europa intera.
La morte in pantofole
Enrico Morovich
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 165
Nel panorama piuttosto uniforme della narrativa italiana, per lo più oscillante tra rappresentazione del vero, voli di fantasia e sperimentazione, il nome del troppo poco conosciuto Enrico Morovich (Fiume 1906-Lavagna 1994) spicca per una sua indiscussa originalità come autore di racconti brevi giocati tra l’ironico e il macabro. Con le sue brevi prose, dove i protagonisti sono spesso oggetti animati o animali parlanti, aveva conosciuto un periodo di grande successo negli anni Trenta, quando la sua firma appariva frequentemente su numerosi quotidiani e settimanali di grande diffusione. Il massimo riconoscimento le ebbe da uno dei maggiori critici italiani, Gianfranco Contini, che nella sua antologia di racconti surreali (Italie magique, 1946 poi tradotta nel 1988) lo inserì affianco a narratori di grande successo come Bontempelli, Palazzeschi e Moravia. Nel dopoguerra Morovich continuò a scrivere i suoi straordinari racconti brevi e anche alcuni romanzi come Piccoli amanti che nel 1991 fu finalista al premio Strega. In questo libro si ripropongono ora, a cura di Francesco De Nicola, i cinque racconti inclusi da Contini nella sua antologia e altri scritti nella seconda metà del Novecento che ribadiscono la forte originalità della sua narrativa breve. Nel 1993 raccolse nel volume Un Italiano di Fiume le sue memorie giovanili ambientate in quella terra istriana dalla quale fu esule dal 1950.
Martinus Scriblerus. Vita straordinaria, opere e scoperte. Memorie e altri testi scribleriani
Libro: Libro rilegato
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 215
Agli inizi del Settecento un gruppo di begli ingegni soliti riunirsi la sera intorno a una bottiglia di chiaretto ebbero un’idea geniale: scrivere a più mani una serie di opere che fossero la parodia di quanto la cultura moderna sfornava e la nascente industria editoriale smerciava al pubblico. Opere – poetiche, teatrali, narrative, scientifiche, critiche etc. – che sarebbero state attribuite a un autore fittizio dal nome di Martinus Scriblerus, vale a dire Martino Scribacchino, figura di misconosciuto genio universale che ci si proponeva di rivelare al mondo scrivendone la biografia e pubblicandone poi i numerosi manoscritti «a beneficio dell’umanità». Per quanto realizzato solo in parte, il progetto – che seppure a fasi alterne durò una trentina d’anni e vide la partecipazione, fra gli altri, di Swift e Pope – rappresenta una delle più singolari imprese satiriche settecentesche ed esercitò un’influenza notevole sugli autori successivi, da Fielding a Sterne e oltre. Il volume che qui si presenta include, oltre a una nuova traduzione delle Memorie della vita straordinaria, delle opere e delle scoperte di Martinus Scriblerus, alcuni dei più significativi testi usciti dalla fucina scribleriana e mai prima d’ora editi in Italia.
Lorenzino e l'Apologia del tirannicidio
Vincenzo Gueglio
Libro: Libro rilegato
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 374
«… e tiranni, in qualunque modo si ammazzino e spenghino, sien ben morti». Così, secco, decide Lorenzino nella stupenda Apologia – «esempio di eloquenza grande e perfetta da ogni parte» (Leopardi) – scritta per rivendicare l'uccisione del cugino Alessandro, tiranno di Firenze. Al lettore curioso offriamo oggi, assieme a questo testo meraviglioso, un'ampia messe di documenti difficilmente reperibili, che consentiranno non solo di approfondire la conoscenza di un personaggio geniale e per tanti aspetti indecifrabile come Lorenzaccio, ma di penetrare nel clima del nostro inquieto Rinascimento: caratterizzato dall'affermazione di Signorie feroci quanto splendide e tuttavia ancora pervaso dalla nostalgia per la bella libertà perduta e dal desiderio di ripristinarla: nel culto umanistico della virtus romana. Abbiamo concepito questo volume come una cronaca a più voci, quasi un romanzo alla Rashomon. O come un'indagine poliziesca: l'autore si è limitato a convocare personaggi e testimoni e a farli parlare astenendosi da interventi personali se non nelle note esplicative e in qualche didascalia. La ricca galleria di immagini collabora, senza alcun compiacimento ornamentale, a moltiplicare gli indizi che metteranno il lettore – giudice unico – nella condizione di emettere il proprio verdetto. L'inquadramento storico della vicenda è affidato al saggio introduttivo di Francesca Russo "In morte del tiranno".
La guerra è stupida
Marise Ferro
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 200
Pubblicato per la prima volta da viennepierre nel 2005, oggi appare per i nostri tipi in occasione delle celebrazioni del ventennale della morte di Carlo Bo, l'illustre letterato di cui l'autrice fu moglie. Non un libro sulla guerra, ma un libro contro la guerra. Per Marise Ferro la guerra è la massima offesa alla dignità umana, l'avvilimento totale di ogni forma di civiltà. Un giudizio che in certo modo richiama alla mente il suicidio per lucida disperazione di Virginia Woolf, nel marzo del 1941, di fronte agli scempi della guerra. Il libro, di impianto dichiaratamente autobiografico, è strutturato in undici capitoli, di cui alcuni sono veri e propri racconti che affiorano dalle memorie di famiglia: è come se l'autrice sfogliasse un album di vecchie fotografie.