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La notte di Ferrara

La notte di Ferrara
Titolo La notte di Ferrara
Autore
Argomento Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)
Collana Classici, 28
Editore Gammarò Edizioni
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 286
Pubblicazione 10/2024
ISBN 9791280649621
 
21,00

 
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«Un ansioso e spregiudicato collezionista che non si rassegna ad abbandonare fosse solo per pochi giorni un dipinto che ha prestato per una mostra, lo accompagna da Parigi a Ferrara. Al quadro è morbosamente attaccato (vi è raffigurata un'adolescente in posa ingenua e pur maliziosa) e ne sopporta con pena il distacco per l'esposizione. L'uomo trascorre il tempo di due notti e un giorno peregrinando per Ferrara, dove gli spazi geometrici e inquietanti, razionali e misteriosi, in un continuo variare di ombre e luci, di nebbie e nitori, si popolano di presenze. Poeti e pittori che giungono da epoche differenti, dolcissime e dolenti figure che escono dalle pagine del Giardino dei Finzi-Contini, i bruti delle SS e della polizia fascista e i demoni che lacerano la coscienza del protagonista (lo stesso io narrante) lo seducono e lo tormentano, in un gioco di graduale discoprimento di inganni e di illusioni, di falsi piaceri e di equivoche memorie. La rêverie e quella che sembra realtà si mescolano, si fondono, si dilatano nei tempi dell'anima, mentre luoghi, volti, voci, hanno la assoluta dimensione del "viaggio" allucinato. Nel disfacimento delle inquiete e inappaganti ricerche del piacere, nell'incalzare del male che ritorna (la folla, i motociclisti, alcuni tristi figuri) a insidiare le poche immagini di splendore e purezza — Micòl anzitutto — nel crollo dei falsi miti e maestri, si conclude una vita vuota, che ha amato nel modo più sterile, ma ha saputo soffrire per una bellezza piagata, violata, perduta. Dissacrata Ferrara nella sua umanità più fragrante (e Bassani è pur presente per il tributo letterario e spirituale che dedicò alla città); dissacrata la donna per l'ossessiva ricerca dei maschi — che non è di piacere ma di possesso;— dissacrata la bellezza, perché le brume, le nebbie, la notte continuano a insidiarla, resta il fuoco di un sogno, un lungo sogno, che purifica mentre denuda.» (Dalla prefazione di Elvira Landò)
 
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