Gilgamesh Edizioni: Ishtar. Poesia

"Ho aspettato che la luce entrasse lentamente. Per sussurrare un nuovo giorno. Ho ascoltato i cigolii dei risvegli di ogni anima. Che barcollante andava verso i pisciatoi. Ho chiuso di nuovo gli occhi. E prima che ti svegliassi. Ti ho lanciato addosso un pensiero così appuntito. Da far uscire dal tuo labbro baciato nei miei sogni un po' di quel tuo sangue dolce che da allora mi scorre dentro."

"Per non soffrire sogno di essere un fiore, una stella, una cometa, una galassia, un sorriso immenso, un angelo senza ali, una gentilezza, una carezza, un bacio. I sogni possono, col tempo, creare la bellezza del tramonto che sfuma sopra un lago di neve."

Guardo nascosta nell'erba il sole sciogliersi in quel pulviscolo verticale che comprende ogni particella di tempo. Si depone sulle piante aromatiche un crescendo di luce. La lavanda rivela quello che nascondono i bauli e gli armadi profondi: biancheria profumata, vecchie foto, gioielli preziosi e qualche moneta antica da conservare come i tuoi baci sotto il cuscino.

Leggere la raccolta di poesie "Il passaggio fra le mani" di Ana Kramar equivale a immergersi in una dimensione di leggera indeterminazione dell'essere, dove a dominare sono la potenza di una espressività del vago e la sensibilità rappresentativa di forme indefinibili. La naturalezza poetica di Ana, poesia dopo poesia, dispone il lettore ad un ascolto partecipato, a un rapimento spirituale che rivela un'ispirazione direttamente comunicante con l'incontaminata fonte poetica del sentimento. Il titolo stesso dell'antologia suggerisce uno stato poetico dell'inafferrabile; ma proprio in questa accorata presa di coscienza irrompe la sofferta testimonianza di una voce delicata che sembra intonarsi alla mestizia del vivere. In geniali immagini dalle tenui tinte, si spiegano ritratti vicini ad un gusto decadente, in cui traluce una "formazione russa" alla quale Ana sembra particolarmente legata. L'amore è la ragione d'essere, il soggetto di un "romanzo lirico" che accompagna per mano il lettore lungo la narrazione di una vicenda personale che fissa in imprendibili istanti la vitalità di emozioni che, perdendosi nel divenire, sembrano transitare appena nel "passaggio fra le mani".

"La silloge Fiori sotto il gelo è per tutti coloro che desiderano testimoniare come il buio possa diventare fonte di luce."

"La vita corre sul precipizio con il margine ristretto l'equilibrio sempre più precario. Euforia di attimi smorzati nel controllo greve della realtà tutto calpestato colpevolmente. Tempus fugit come la storia eventi causa ed effetto fantasia e momenti di confusione. Fatica e ricerca di qualcosa rasserenazione come ossigeno vitale ansimando confonde la mente. Il tempo passa col tempo manca la certezza del quanto senza condizioni di calcolo."

Come si stava bene da Platone, Nella caverna privi d’ogni cruccio, Avvolti in filosofico calduccio, Verso una specie di televisione. Incatenati alla nostra passione, Abbracciati in disparte nel cantuccio, Mi sgranocchiavi come un taralluccio, Bella Zoe specialista in effusione. Il sesso era una fulgida mania, Sempre gustato e mai tirato via, A rendere il soggiorno entusiasmante. Poi gli ideali han preso consistenza, E perdemmo l’erotica potenza, Che fa la bestia sempre trionfante.

L'angelo, seduto sul davanzale, mi rivolge uno sguardo obliquo. le ore della notte sono scivolate sotto la porta. il tavolo è ingombro di fogli sparsi. Apro la finestra, l'aria frizzante annuncia l'alba. I suoni della notte dalla finestra aperta giungono. Appunti notturni

Si pubblica qui una miscellanea di testi poetici creati ad hoc per amici, parenti, conoscenti, soprattutto in prossimità di eventi festivi o festosi: sono componimenti occasionali e quindi semi-seri, ove si alternano le facezie, le trovate, le arguzie, non senza qualche risvolto amaro. Importa però che tutto derivi dall'impulso di sovvertire le convenzioni cerimoniali, entro regole auto-imposte che, se talvolta rendono oscuro il testo, possono tuttavia strappare una riflessione o un sorriso: ecco dunque le rime e la metrica, ma anche giochi di parole, acrostici, indovinelli. “Esercizi di stile”, insomma; e qualora il lettore faticasse a coglierne il senso e la ragion d'essere, pazienza... Ai poster l'ardua sentenza!

Un canto forte, a volte malinconico, altre disperato, ma sempre appassionato e appassionante. Novantaquattro componimenti di grande originalità espressiva e di ampio respiro lirico, dove l’amore volteggia invisibile ammantando tutto, come polvere dorata. Niente è più caduco di questo sentimento, lo sappiamo, ma, nonostante ciò, chiunque abbia amato, o anelato di farlo, non ha resistito ad affidarsi alle parole, fossero queste una lettera o una poesia. Sono versi dove domina la passione fino alla follia, che spiegano il titolo di questo struggente volume.

"Non temevamo / Il silenzio / E l’eruzione / Della tempesta / Non temevamo / D’esser senza festa / E senza luce / In quel punto / Estremo / Dove tutto / Si riduce / E riluce."