Iaccheri: Le Marcolfe
Lo stregone della Canalaccia
Luigi Bonaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Iaccheri
anno edizione: 2023
pagine: 206
È ancora viva nella memoria dei montanari dell'Appennino tosco-emiliano la figura leggendaria dello Stregone della Canalaccia, il cui vero nome era Silvio Giuseppe Tazzioli, nato a Piandelagotti (MO) nel 1883 e morto e sepolto a Roteglia (RE) nel 1964. Tra i compaesani che lo conoscevano veniva chiamato semplicemente Silvio ma oltre a quello dello Stregone era comune il soprannome de il professore. Era emigrato a quindici anni con il padre in Argentina dove ebbe modo di apprendere dagli sciamani delle tribù locali l'arte della guarigione. Dopo essere rientrato per un breve periodo nel paese natio, partì di nuovo alla volta degli Stati Uniti per ricongiungersi al fratello Settimo, assieme al quale frequentò gli sciamani di alcune tribù pellerossa. Affinarono quindi entrambi le loro conoscenze di guaritori, conoscenze che Silvio approfondi ulteriormente con un grande maestro in materia: Secondo Tomada. A trentotto anni, rientrato sui suoi monti alla Canalaccia, esercitò questa sua arte fino alla morte. Venerato dai più, denigrato da altri, curava i suoi pazienti senza l'uso di medicine convenzionali: la sua grande forza scaturiva dalla figura carismatica che si era creato e soprattutto dal suo sguardo ipnotico. Di se diceva: Io sono il Frate Pacifico, inventore, scultore, inginiere di grande esperienza, conoscitore di quella meccanica che guarisce anche dalla vecchiaia. Non accettava soldi ma solo qualche dono in natura. Subì sette processi ma venne sempre scagionato. Vi è chi sostiene che il fratello Settimo sia stato addirittura un guaritore più forte di lui. Nato come il fratello alla Canalaccia, emigrò poco più che diciassettenne negli USA dove visse, dopo la partenza di Silvio, tra lo stato di Washington e la California, dove fece fortuna. Morì nel 1948 a sessant'anni, ad Alameda, cittadina posta nella baia di San Francisco. Una straordinaria storia di emigrazione.
La tigella e l'origine della civiltà. Viaggio ai primordi dell'umanità per comprendere il significato di uno degli strumenti da cucina più antichi e misteriosi al mondo
Gabriele Abdelouahad
Libro: Libro in brossura
editore: Iaccheri
anno edizione: 2022
pagine: 180
Che cos'è la tigella? Penso che per molti questa sia una domanda scontata: è un disco in terracotta col quale si cuoce un particolare tipo di pane locale detto crescenta o crescentina. Ma la vera domanda sarebbe: Perché esiste la tigella? Solo la risoluzione di questo quesito può infatti spingerci ad approfondire le caratteristiche di tale strumento. In questo libro ho cercato di analizzare tutti i presupposti che starebbero dietro all'invenzione della tigella per cercare di capire prima di tutto quanto essa sia antica, perché è ornata da simboli specifici e infine vedere se sia possibile identificare legami culturali con altre tradizioni dell'Italia, dell'Europa e del mondo.
Memorie archeologiche frignanesi
Cesare Romani
Libro: Libro in brossura
editore: Iaccheri
anno edizione: 2022
pagine: 360
Il Dott. Cesare Romani ci racconta per la prima volta i 30 anni di scavi archeologici nel medio Frignano (1958-1988) dello zio, il notaio Amato Cortelloni. Una carrellata di ritrovamenti di grande valore archeologico che colpevolmente non sono mai stati valorizzati.
La Santa Inquisizione al Ponte del Diavolo. Storia e leggende
Andrea Pini
Libro: Copertina morbida
editore: Iaccheri
anno edizione: 2022
pagine: 176
Un gruppo di uomini, stregati dal fascino di un Montecuccoli scapestrato e dal carisma di un giovane prete appassionato di magia nera, si fa trascinare nella ricerca avventurosa dei tesori nascosti in alcuni luoghi del Frignano. Le loro pratiche, un misto di magia e di riti religiosi, non sfuggono agli agenti dell'Inquisizione, che li processerà e dopo drammatici interrogatori e ripetute torture li condannerà. Al centro è il Ponte Ercole o Ponte del Diavolo, un luogo magico dell'Appennino modenese, nelle cui viscere si nascondono favolose ricchezze, secolare miraggio dei cercatori di tesori, e la cui storia lascia trasparire le radici profonde della cultura del popolo frignanese.
Il peccatore santo di Gallinamorta. Il caso del capitano Muzzarelli eremita a Sassomassiccio
Andrea Pini
Libro
editore: Iaccheri
anno edizione: 2018
pagine: 96
“Se si esclude il beato Marco da Mocogno, non vi è nessun santo originario del Frignano. Il capitano Vincenzo Muzzarelli, vissuto come eremita tra il Seicento e il Settecento presso l'oratorio di Sassomassiccio, è tra coloro che potrebbero aspirare a salire all'onore degli altari. Sulla sua vita si è scritto molto, ma ora la verità è finalmente emersa dalla polvere di documenti mai finora studiati. Ne emerge una figura straordinaria, liberata da quella patina di ovvia santità che la rendeva oserei dire poco esemplare. In Frà Vincenzo, invece, la santità non è un aspetto congenito come sembrava dalle più antiche biografie, ma la conseguenza di una meditata conversione dopo una giovinezza dedita al vizio. Un reato odioso segna la vita del brillante capitano, la vile seduzione di una ingenua ragazza, cui segue il pentimento e la coraggiosa scelta di vita di dedicarsi totalmente agli altri. Le vicende di Vincenzo Muzzarelli sono l'occasione per ricostriure la storia altrettanto sorprendente e sconosciuta di altri eremiti che dopo di lui si rifugiarono nell'oratorio di Sassomassiccio e la storia dell'oratorio stesso, un tempo fulgido santuario, tempio frequentatissimo della devozione alla miracolosa Beata Vergine e terreno di un acceso e rocambolesco scontro tra la parrocchia di Niviano-Gallinamorta cui l'oratorio apparteneva e quella di Sassoguidano che bramava impossessarsene.”
Incisioni rupestri nel territorio del Frignano
Dario Brugioni
Libro: Copertina morbida
editore: Iaccheri
anno edizione: 2016
pagine: 68
Le campane raccontano. Storie di comunità del Frignano
Andrea Pini
Libro
editore: Iaccheri
anno edizione: 2016
pagine: 128
La storia dei campanili e delle campane rappresenta un capitolo significativo della nostra cultura occidentale, civile e religiosa, perché entrambi ne sono un simbolo identitario, punteggiando i territori dove essa si è diffusa. Simboli che hanno radici antiche, come dimostrano le cronache che in questo libro sono narrate e che tramandano gli sforzi delle antiche comunità, anche le più povere, per avere le campane, lo strumento con cui il campanaro dava alla popolazione i segnali necessari al regolare svolgimento della vita quotidiana. La gioia, il dolore, il lavoro, i doveri erano comunicati da suoni diversi, ma inconfondibili. Le campane non erano uno strumento qualunque, perciò si commissionavano ai più famosi fonditori e si facevano istoriare con i simboli della comunità e con le immagini dei santi protettori. Non si badava a spese neppure per ingaggiare capaci maestranze per la costruzione del campanile che per la sua struttura svettante verso il cielo e la sua forma caratteristica doveva identificare il paese e rappresentarne il simbolo distintivo.
Figlia di transumanti. (Ricordi di una vita trascorsa fra Cavergiumine nel Frignano e il Polesine)
Loretta Borri
Libro: Copertina morbida
editore: Iaccheri
anno edizione: 2014
pagine: 264
Figlia di transumanti è un'opera che racchiude nelle sue pagine la vita di una bambina, poi adolescente e donna, che ha seguito i genitori in un viaggiare continuo. Una vita fra pianura e montagna, senza capire dove fossero le proprie radici; una vita in cui le amicizie duravano pochi mesi e i dispiaceri restavano invece a lungo nel cuore. L'autrice ha trovato nella scrittura il modo per fissare i propri ricordi, per non tenerli nascosti nell'anima ma condividerli con gli altri, soprattutto con chi di quella vita conosceva poco o niente. I ricordi riaffiorano spontaneamente, con forza e quasi con prepotenza, per narrare di un bellissimo rapporto con la madre, donna energica e forte, e con il padre, uomo di altri tempi, forse uno degli ultimi pastori transumanti del nostro Appennino. Spiccano le descrizioni del gregge, del cane, del somarello Ciano e di tutti gli animali di palude e di bosco che Loretta ha tanto amato e che sono stati i suoi compagni di gioco e di viaggio. Commoventi le pagine in cui l'autrice di Cavergiumine (frazione di Lama Mocogno), ora non più migrante ma stanziale come si definisce lei stessa, si rivolge ai giovani della nostra montagna per incoraggiarli a non abbandonare queste bellissime terre. In appendice, a completamento dell'opera, le suggestive fotografie a colori di Stefano Torreggiani che documentano il viaggio di transumanza dimostrativo del 2009 di Mirco Nardini, da Foce Giovo al Polesine, ripercorrendo la transumanza della famiglia Borri.
Il sacro ponte d'Ercole (Ponte del Diavolo). Iscrizioni religiose e antiromane degli antichi abitanti del Frignano
Adolfo Zavaroni
Libro
editore: Iaccheri
anno edizione: 2012
pagine: 144
Il Ponte d'Ercole, comunemente detto Ponte del Diavolo, si trova in una singolare posizione geografica al confine di tre comuni che ne condividono la gestione territoriale: sono il Comune di Lama Mocogno, quello di Pavullo nel Frignano e quello di Polinago, sull'Appennino modenese. Le antiche incisioni presenti sul Ponte e nei dintorni, confermano che i precedenti ritrovamenti nella valle di Ospitale (Fanano) di iscrizioni databili al tempo della rivolta dei popoli italici contro Roma (91-89 a.C.) furono incise dagli antichi abitanti del Frignano. Anche sul Ponte d'Ercole c'è la testimonianza che essi chiamavano se stessi Ombri o Umbri. La struttura del Ponte, la presenza di numerosi epiteti divini, le tracce di scene mitologiche e di ritratti di divinità indicano che il Ponte stesso era un santuario: probabilmente il più importante santuario dei Friniati.
Alla riscoperta degli antichi mestieri scomparsi, rari, mutati nel tempo
Franca Ascari Scanabissi, Liliana Benatti Spennato
Libro: Copertina morbida
editore: Iaccheri
anno edizione: 2010
pagine: 704
Le autrici hanno voluto riportare alla luce mestieri antichi, scomparsi, rari da trovare o mutati nel tempo, perché credono che i giovani alla continua ricerca di un lavoro, di attività sempre nuove ed innovative, debbano avere la conoscenza e la consapevolezza delle fatiche dei loro padri, dei loro nonni e di chi fin dal lontano passato ha gettato le basi del mondo lavorativo. Oggi, in piena crisi economica, sembra che la tendenza sia riscoprire mestieri antichi e dimenticati, imparare a non gettare niente, ma a farlo riparare da artigiani specializzati. La crisi potrebbe così trasformarsi in una buona opportunità per restituire anima e corpo a questi mestieri. L'opera è suddivisa in due parti: la prima tratta diversi aspetti del lavoro nella storia, nelle religioni; il lavoro femminile, il lavoro minorile. La seconda è dedicata ai mestieri, visti attraverso i ricordi personali delle autrici, i santi protettori riferiti alla devozione popolare, le curiosità, i proverbi e modi di dire. Sono mestieri che insegnano la fatica, la saggezza e la sapienza di gestualità ormai dimenticate, che da secoli si sono ripetute per creare manufatti, lavorare la terra, ricavare dal poco quello che serviva a sfamare una famiglia. Si riscoprono vecchie botteghe, laboratori, vie e piazze dove un tempo lavoravano gli artigiani. Inoltre 28 tavole pittoriche arricchiscono l'opera con la rappresentazione artistica di alcuni mestieri, visti con gli occhi e la matita di Giorgio Sebastiano Giusti e di Fiorenzo Borghi.

