Kalós: Radici
Bastimenti d'inchiostro. La grande emigrazione nella letteratura siciliana (1876-1924)
Chiara Mazzucchelli
Libro: Libro in brossura
editore: Kalós
anno edizione: 2024
pagine: 152
Proprio quando il Paese era finalmente unificato e bisognava "fare gli italiani", milioni di loro decisero di partire per cercare migliori opportunità all'estero, dando il via a un processo di emigrazione rapido e inesorabile che avrebbe progressivamente svuotato intere regioni d'Italia. Di questo terremoto demografico si occuparono al tempo storici, sociologi, economisti e studiosi vari, ma la letteratura sembrò non dedicare la stessa attenzione a questo significativo rivolgimento sociale. Per fortuna, negli ultimi anni, la critica letteraria sia in Italia che all'estero si è occupata sempre più della rappresentazione narrativa del fenomeno migratorio, impegnandosi in un prezioso lavoro di recupero e, in alcuni casi, di scoperta di scritti più o meno noti al grande pubblico. Grazie a questo rinnovato interesse, oggi è possibile affermare che esiste un filone narrativo che riguarda il grande esodo delle classi subalterne italiane all'estero. In questa esplorazione della letteratura sulla Grande emigrazione, attraverso un approccio interdisciplinare, l'autrice si concentra sulle opere di autori e autrici siciliani - Verga, Messina, Capuana, Pirandello tra gli altri - a cavallo tra Otto e Novecento, un periodo che segna l'affermarsi del Verismo e la transizione da questo movimento a un tipo di narrativa più incentrata sulla dimensione soggettiva e psicologica dei personaggi. In particolare, l'analisi si focalizza sui testi che affrontano il tema dell'emigrazione dalla Sicilia verso gli Stati Uniti, che rappresentarono la principale destinazione transoceanica per coloro che partivano dall'isola in quegli anni.
Il Castello della Colombaia di Trapani. Storia, evoluzione e confronti di un libro di pietra
Giovanni Vultaggio
Libro: Libro in brossura
editore: Kalós
anno edizione: 2024
pagine: 160
Dando seguito alle prime ricerche sul manufatto condotte nel biennio 1992-93, l'autore - con un approccio multidisciplinare che riesce a coniugare in modo efficace l'analisi stratigrafico-muraria del costruito con quella che è la sua interpretazione storica - compie una identificazione e una successiva analisi delle diverse tecniche costruttive nelle strutture del castello e in particolare nelle due torri, quella orientale e quella ottagonale. Basandosi su un ampio ventaglio di fonti documentarie di natura diversa, Vultaggio identifica così una complessa successione di trasformazioni della struttura. Il saggio si avvale poi dello studio comparato di oltre 170 torri ottagonali individuate in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo - elencate e localizzate in appendice -, confronto che permette di comprendere non solo la genesi ma persino lo sforzo che dovette costituire l'edificazione di una delle torri più possenti tra la fine del XIII e i primi del XIV secolo, e anche quale impatto possa avere avuto già a quei tempi. "Il Castello della Colombaia" si rivela così uno straordinario contenitore, di storia, arte e architettura, capace di gettare nuova luce anche sulle vicende storiche e politiche della stessa città di Trapani.
Viceré di Sicilia. Arte e committenza all’ombra della storia. L’età aragonese (1415-1516)
Paolo Campione
Libro: Libro in brossura
editore: Kalós
anno edizione: 2022
pagine: 440
Sul finire del Medioevo, e nel volgere di poco più di un decennio, la Sicilia da regno autonomo diviene uno stato satellite dell’Aragona governato da un viceré di volta in volta inviato dalla nuova madrepatria spagnola. È l’inizio di un lento ma irrevocabile declino politico che avrà ricadute che non è difficile individuare persino oggi. Eppure quell’epoca coincide con una prodigiosa fioritura artistica, come se l’arte, tradizionale strumento di legittimazione della volontà sovrana, fosse allo stesso tempo risposta – l’unica rimasta – per riaffermare i caratteri di una cultura che sul duplice tessuto dell’apertura al nuovo e del radicamento alla tradizione aveva cucito il vessillo della propria identità. Nel periodo compreso tra l’arrivo del primo viceré e la fine della dinastia di Trastámara approdano nell’isola artisti come Domenico Gagini e Francesco Laurana, capaci di riscrivere il linguaggio della scultura nelle forme di un incipiente Rinascimento; è il tempo del Trionfo della Morte di Palazzo Abatellis e della pittura rivoluzionaria di Antonello, delle singolari soluzioni costruttive di Matteo Carnilivari e della gioventù operosa di Antonello Gagini, vero anello di congiunzione verso un mondo che ormai si affacciava alla modernità. Questo libro attraversa quel secolo di storia artistica e culturale, “interrogando” alcune di quelle esperienze pittoriche, scultoree e architettoniche alla ricerca di risposte che, in molti casi, non mancheranno di sorprendere il lettore.
La Sicilia archeologica di Tommaso Fazello
Ferdinando Maurici
Libro: Libro in brossura
editore: Kalós
anno edizione: 2021
pagine: 132
Tommaso Fazello (Sciacca, 1498 – Palermo, 1570) può essere a buon diritto considerato uno dei padri fondatori della topografia storica e dell’archeologia. Al domenicano originario di Sciacca e al suo paziente e tenace lavoro di ricerca si deve infatti l’identificazione di numerose città antiche della Sicilia che ha permesso di dare un volto alla carta, fino ad allora pressoché vuota, della Sicilia antica. Fazello percorse la sua terra descrivendone attentamente le rovine – che egli definì cadavera – e riuscì a individuare e a identificare correttamente la maggior parte delle principali località archeologiche mettendo sullo stesso piano le città antiche, i monumenti della Sicilia greca e poi romana e persino alcuni siti medievali. Al di là di qualche errore e alcune approssimazioni quasi inevitabili, la grandezza di Fazello sta anche nell’impegno profuso nella salvaguardia e nella difesa del patrimonio culturale. Il suo De rebus siculis decades duæ, inoltre, è stato e rimane uno strumento quotidiano di lavoro per chiunque studi la Sicilia antica, e non solo: la prima decade può essere considerata anche il primo grande libro di viaggio in Sicilia, la prima opera che – dal Grand Tour all’odierno turismo di massa – ha guidato per secoli generazioni di visitatori. Ferdinando Maurici ci accompagna così in questo viaggio, attraverso un ideale colloquio tra passato e presente.
Embriologia sacra. L’opera di Francesco E. Cangiamila, una riflessione "bioetica" nella Sicilia del Settecento
Libro
editore: Kalós
anno edizione: 2019
pagine: 312
Alessandro Rovello ci guida alla lettura di Embriologia Sacra, l’opera di Francesco Emanuele Cangiamila (1751), il cui successo editoriale è da ricondurre non solo all’argomento trattato – che era uno di quelli più dibattuti al suo tempo –, cioè il destino eterno dei bambini morti in utero senza battesimo, ma anche all’originale soluzione che il Cangiamila offre. Il testo si pone in un universo culturale controverso, distinguendosi nettamente dalla trattatistica del tempo. La pubblicazione è rivolta infatti in primo luogo alla ricerca di soluzioni pratiche e realizzabili per far sì che anche i neonati in procinto di morire possano accedere alla visione beatifica. Per questo l’autore insegna agli stessi parroci a praticare il taglio cesareo post-mortem. Ma non è soltanto questo l’interesse del testo. Nel parlare dell’embrione, infatti, Cangiamila descrive con molta attenzione le fasi dello sviluppo intrauterino e collega le sue riflessioni a quelle di natura morale. Possiamo dunque ritenere che Embriologia Sacra costituisca il primo testo di bioetica o, quantomeno, la prima opera organicamente precorritrice di tale disciplina.
San Guglielmo. Il mistero di un eremita nelle Madonie
Salvino Leone
Libro
editore: Kalós
anno edizione: 2019
pagine: 104
Superando l’incertezza dei dati biografici e la difficoltà nel reperimento delle fonti relative alla vita del beato Guglielmo, questo denso saggio apporta un contributo necessario alla conoscenza di un personaggio finora poco noto eppure particolarmente significativo per costruire un altro tassello della storia e della cultura siciliane. Queste pagine potranno dunque servire a tanti per scoprire e riscoprire la figura di un uomo – Guglielmo Gnoffi – dedito alle “cose di Dio”, sia pure vissuto oltre sette secoli fa ma che può essere di stimolo e di esempio per l’odierna società, spesso poco dedita al silenzio e al raccoglimento, all’ascolto di sé stessi e del creato.
La sinagoga perduta di Palermo. Storia e nuove scoperte sull'impianto dell’antica Meschita
M. Eugenia Manzella
Libro
editore: Kalós
anno edizione: 2019
pagine: 164
Dall’osservazione di alcune preesistenze venute alla luce nel 2011 – in occasione della realizzazione di un intervento edilizio privato sul tessuto storico urbano – l’autrice, mettendo a frutto l’esperienza maturata sia sul territorio che presso gli archivi, su tali testimonianze di pietra e sul contesto in cui esse ricadevano ha effettuato studi approfonditi giungendo all’individuazione di significative tracce architettoniche riconducibili all’impianto dell’antico quartiere ebraico e della Sinagoga di Palermo distrutta dopo il 1492. La ricostruzione di un inedito assetto del cortile della Meschita e l’individuazione del sito dell’antica Sinagoga, cuore pulsante della comunità ebraica palermitana a partire dall’epoca normanna, offre un’immagine profondamente diversa di un quartiere di Palermo oggi alquanto trascurato, che vanta invece una storia antica meritevole di essere riproposta. Il quartiere ebraico ricadeva nel nuovo insediamento di espansione urbana denominato “quartiere della Moschea”, dove dopo l’allontanamento dei musulmani gli ebrei si espansero e fondarono la loro Sinagoga – la «più grande e bella» tra quelle conosciute – che letteralmente scomparve quando, a partire dal XVII secolo, il complesso conventuale degli Agostiniani vi fu sovrapposto e le trasformazioni urbanistiche legate all’apertura della via Maqueda cambiarono per sempre l’antico volto della città.