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Libri di Antonio Serena

«Operazione Piave». Un massacro cercato. Banditi, martiri, soldati e disertori nel rastrellamento del Monte Grappa 1944

«Operazione Piave». Un massacro cercato. Banditi, martiri, soldati e disertori nel rastrellamento del Monte Grappa 1944

Antonio Serena

Libro: Libro in brossura

editore: Mursia

anno edizione: 2025

pagine: 282

Nel settembre del 1944 i tedeschi, in previsione di una loro ritirata, danno il via all’«Operazione Piave», un intervento militare per liberare il Monte Grappa da partigiani e disertori colà rifugiatisi per evitare di aderire ai bandi di arruolamento. Prima del rastrellamento, vista la disparità in uomini e mezzi, i tedeschi, tramite il clero locale, comunicano ai vertici della Resistenza la loro disponibilità a permettere ai partigiani di ritirarsi, per evitare spargimenti di sangue, ma costoro, su pressione dei servizi segreti angloamericani, interessati a tenere fascisti e tedeschi lontano dal fronte di guerra, respingono l’offerta. Le conseguenze dello scontro sul Grappa sono pesanti: 23 partigiani cadono nell’attacco, molti altri verranno fucilati o impiccati dopo essere stati processati dai Tribunali di Guerra o deportati in Germania. Prefazione di Franco Cardini.
19,00

Un posto in prima fila

Un posto in prima fila

Domenico Del Monaco

Libro: Libro in brossura

editore: Cantagalli

anno edizione: 2024

pagine: 464

Il Pci fu davvero forza trainante della Resistenza o non piuttosto spina nel fianco del movimento antifascista democratico, giacché la guerra di liberazione per quel partito fu occasione per candidarsi al potere e tramutare l’Italia in repubblica popolare di tipo sovietico? La guerra civile, funzionale al disegno della minoranza comunista, fu contrastata da cattolici e moderati nella speranza di evitarla. Ma il dissenso cattolico, pur condiviso dalla grande maggioranza del Paese, andò deluso per l’insistente opposizione della componente marxista alimentata dall’utopia di una “guerra di popolo”, insussistente. E qui sta l’attualità del tema, poiché la guerra civile, responsabile di una lunga scia di odio e sangue, continua a essere presentata anche oggi come opzione positiva e obbligata. A tale riguardo la Chiesa ha scritto una delle pagine più belle della sua storia recente, non solo per il contributo dato alla lotta contro il nazifascismo, ma per essere stata fabbrica di pensiero e di umanità capace di suggerire una strategia meno cruenta – ma purtroppo inascoltata – per la soluzione del conflitto interno. Il romanzo, utilizzando fonti note ma dimenticate, offre una visione non comune della Resistenza, una lettura fuori dagli schemi di parte con cui è stata raccontata per ottant’anni. Del resto, la guerra civile è servita pure a rimuovere l’appello dei cattolici favorevoli a un uso controllato della violenza, per un antifascismo senza odio e una riconciliazione del Paese che tarda ancora a realizzarsi. Prefazione di Antonio Serena.
27,00

Il partigiano Eolo. Una storia di odio nel Polesine della guerra civile

Il partigiano Eolo. Una storia di odio nel Polesine della guerra civile

Antonio Serena

Libro: Copertina morbida

editore: Ritter

anno edizione: 2017

pagine: 213

20,00

Drieu aristocratico e Giacobino

Drieu aristocratico e Giacobino

Antonio Serena

Libro: Copertina morbida

editore: Settimo Sigillo-Europa Lib. Ed

anno edizione: 2014

pagine: 192

Una biografia non conformista di Pierre Drieu La Rochelle, esponente di spicco della collaborazione francese.
14,00

Benedetti assassini. Dal Grappa all'Alpago: eccidi partigiani nel Bellunese. 1944-1945
17,00

I fantasmi del Cansiglio. Eccidi partigiani nel trevigiano 1944-1945

I fantasmi del Cansiglio. Eccidi partigiani nel trevigiano 1944-1945

Antonio Serena

Libro: Libro in brossura

editore: Mursia

anno edizione: 2012

pagine: 312

Nel corso della guerra civile 1944-45 la provincia di Treviso rappresentò una delle zone più martoriate d'Italia. La presenza sul Cansiglio di un nutrito gruppo di partigiani bolognesi inviati dai vertici del Partito comunista italiano contribuì a far lievitare lo scontro fra le parti e il numero dei morti in una zona tradizionalmente poco incline alla violenza. La furia omicida di questi "vendicatori" si sviluppò soprattutto a guerra finita, quando i vinti avevano deposto le armi e si erano arresi, e risultò quindi più facile colpirli. Non poteva del resto essere altrimenti, dal momento che la vantata costituzione di "divisioni", "brigate" e "battaglioni" partigiani in termini di organici si riduceva alla presenza di reparti numericamente poco consistenti che operavano con tecniche di guerriglia basate su sabotaggi, imboscate e azioni "mordi e fuggi", provocando inutili e sanguinose rappresaglie pagate quasi sempre dalla popolazione civile. Alla prova del fuoco dello scontro frontale nei rastrellamenti del Grappa e del Cansiglio, queste forze, disorganizzate e mal equipaggiate, si sfaldarono riapparendo a guerra finita per occupare città deserte, sfilare da vincitori a fianco degli angloamericani e consumare le ultime vendette su militari e civili, i corpi della maggior parte dei quali - più di 2.000 secondo fonti partigiane vennero fatti sparire nelle numerose foibe della zona. Prefazione di Francesco Lamendola.
19,00

La cartiera della morte. Mignagola 1945

La cartiera della morte. Mignagola 1945

Antonio Serena

Libro: Libro in brossura

editore: Mursia

anno edizione: 2011

pagine: 242

Tra aprile e maggio del 1945, la zona della provincia di Treviso con epicentro la cartiera Burgo di Mignagola di Carbonera fu teatro di uno dei più feroci massacri attuati da elementi partigiani nel corso della guerra civile. Delle vittime - fascisti rastrellati nella zona e civili uccisi per motivi di vendetta e rapina - solo un centinaio furono riconosciute perché quasi tutti i corpi, come dichiareranno diversi testimoni a guerra finita, furono gettati nelle acque del fiume Sile, bruciati nei forni della cartiera o sciolti nell'acido. Le maggiori efferatezze avvennero all'interno della cartiera, dove imperava Gino Simionato, detto "Falco". Il processo ai responsabili, celebrato a Treviso nell'estate del 1954, dopo aver appurato i fatti criminosi e gli autori degli stessi, si concluse col "non doversi procedere a carico degli imputati in ordine ai reati rubricati, perché estinti per effetto di amnistia".
17,00

Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945)

Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945)

Antonio Serena

Libro: Copertina morbida

editore: Manzoni

anno edizione: 2022

28,00

Un posto in prima fila

Un posto in prima fila

Domenico Del Monaco

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2022

pagine: 490

Una narrazione agiografica della Resistenza ha raccontato in questi anni l'impegno e il sacrificio di una parte sola, quella comunista, che avrebbe fatto le scelte più giuste sia sul piano strategico che tattico. Ma è davvero così? In realtà, più si studiano "le carte" più emerge con chiarezza che le Resistenze in Italia erano due. Infatti cattolici e moderati volevano limitare al massimo l'uso della violenza, delle rappresaglie e dell'odio tra italiani, mentre comunisti e azionisti, favorevoli alla lotta armata senza misura, rifiutavano persino di confrontarsi con loro, ascoltando unicamente il Partito. In un Paese già in guerra, dilaniato dai bombardamenti, dall'alto numero di morti, dalla fame e dalla miseria, nessuna persona di buon senso avrebbe scelto ancora la via delle armi per disegnarne il futuro. Eppure, quella scelta dissennata fu adottata da chi, in virtù di un progetto rivoluzionario deciso da tempo, aveva bisogno delle armi e della violenza per realizzarlo: era la minoranza comunista. Con la spregiudicatezza di una parte e l'ingenuità dell'altra, la prima le impose a tutti gli italiani con conseguenze disastrose. Alfredo Pizzoni, presidente del CLNAI, nel 1955 dichiarava a Milano che noi la guerra civile non la volevamo ma l'abbiamo dovuta subire. Raffaele Cadorna, comandante militare del CLNAI, ricorda che i rappresentanti del Pci facevano il doppio gioco perché volevano impadronirsi delle leve di comando [...] anche con le armi alla mano. Perché la lotta armata si è imposta senza neppure tenere conto delle alternative che soggetti autorevoli della Resistenza ipotizzavano? Che cosa non ha funzionato nella componente cattolico-moderata che la guerra civile non voleva, ma fu costretta a subire? Perché nel dopoguerra nessuno, o pochissimi, si sono preoccupati di far luce su questa problematica, preferendo dare risalto alla funzione salvifica del partito comunista? Un posto in prima fila, thriller che è anche un'analisi storica, con l'utilizzo di fonti e ricerche già pubblicate, ma ignorate, ci fa intravedere un altro scenario della Resistenza, avanzando anche qualche risposta alle precedenti domande. prefazione di Antonio Serena.
26,00

Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945)

Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945)

Antonio Serena

Libro

editore: Ritter

anno edizione: 2015

Nel 1945 il Veneto subì l'invasione di popoli ed eserciti di mezzo mondo. Regione tradizionalmente pacifica, avrebbe di certo subito danni minori nello scontro tra fazioni se i vertici del Partito Comunista Italiano non avessero provveduto a inviare nel Bellunese, dall'Emilia e da altre parti d'Italia, un nutrito gruppo di esperti in tecniche di guerriglia che contribuirono a far lievitare gli agguati e le uccisioni. La furia omicida di questi "vendicatori", fin qui storicamente occultata, si espresse in una lunga serie di faide intestine, delazioni, rapine, stupri, estorsioni, massacri di prigionieri, infoibamenti ed esplose a guerra finita, quando i vinti avevano deposto le armi e si erano arresi, e risultò quindi più facile colpirli. Non poteva essere altrimenti, dal momento che la vantata costituzione di "divisioni", "brigate" e "battaglioni" partigiani in termini di organici si riduceva alla presenza di reparti numericamente e militarmente molto contenuti che operavano con sabotaggi, imboscate e azioni "mordi e fuggi", provocando comunque sanguinose rappresaglie pagate quasi sempre dalla popolazione civile. Nonostante questo poco lusinghiero album di famiglia, il "mito della resistenza" - basato anche su occultamenti storici, crimini e leggende - ha percorso tutta la seconda metà del XX secolo iniziando a esaurirsi solo dopo il crollo del comunismo nell'Europa orientale.
24,00

BENEDETTI ASSASSINI. ECCIDI PARTIGIANI N
15,00

La strage di Oderzo e gli eccidi partigiani nel basso trevigiano 1944-45
18,00

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