Libri di Arrigo Petacco
Vittorio Emanuele II. Patrioti. Gli eroi d'Italia
Arrigo Petacco
Libro: Libro in brossura
editore: Curcio
anno edizione: 2025
pagine: 72
La serie Patrioti nasce con un obiettivo coraggioso: quello di ripercorrere la Storia d’Italia attraverso le imprese compiute da grandi uomini che hanno contribuito al processo di unificazione nazionale e alla nascita della Repubblica italiana. I patrioti coinvolti in questo processo furono infatti numerosi, determinati, pieni e di ardore. Le biografie, estrapolate dall’opera la storia d’Italia dall’unità ad oggi, a cura di Arrigo Petacco, raccontano la vita e le opere dei più grandi protagonisti della storia del nostro Paese, nell’intento di far appassionare i più giovani alle grandi vicende che hanno caratterizzato la nostra Nazione. Età di lettura: da 11 anni.
Camillo Benso conte di Cavour
Arrigo Petacco
Libro: Libro in brossura
editore: Curcio
anno edizione: 2025
pagine: 88
La serie "Patrioti" nasce con un obiettivo coraggioso: quello di ripercorrere la Storia d'Italia attraverso le imprese compiute da grandi uomini che hanno contribuito al processo di unificazione nazionale e alla nascita della Repubblica italiana. I patrioti coinvolti in questo processo furono infatti numerosi, determinati e pieni di ardore. Le biografie, estrapolate dall'opera la "Storia d'Italia dall'unità ad oggi", a cura della grande firma Arrigo Petacco, raccontano la vita e le opere dei più grandi protagonisti della storia del nostro Paese, nell'intento di far appassionare i più giovani alle grandi vicende che hanno caratterizzato la nostra nazione.. Età di lettura: da 11 anni.
Caporetto. 24 ottobre-12 novembre 1917: storia della più grande disfatta dell'esercito italiano
Arrigo Petacco, Marco Ferrari
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 202
La battaglia di Caporetto è diventata simbolo di disfatta nel linguaggio comune: la principale sconfitta dell'esercito italiano nella storia causò migliaia di morti, decine di migliaia di feriti, oltre a una quantità incredibile di prigionieri e sfollati. Il disastro fu l'effetto della mancanza di un piano strategico dei vertici militari, le cui conseguenze furono gravose: la ritirata, la pesante occupazione del Friuli e del Veneto e la violenza sulle donne, l'esodo della popolazione locale, il grave problema dei prigionieri italiani lasciati a morire nei lager dell'impero, il rientro in patria dei superstiti e l'ostruzionismo nei loro confronti, il doloroso recupero delle salme. «I soldati hanno mollato» si sostenne al comando vedendo la falla aperta e la disfatta profilarsi. Cadorna telegrafò al ministro della Guerra affibbiando la responsabilità della sconfitta a «dieci reggimenti arresisi senza combattere». Ma non era vero: con pesanti sacrifici umani molti soldati resistettero, permettendo ad altri la ritirata. Al di là dei nomi dei reparti, si trattava di uomini in carne e ossa, giovani e meno giovani, persone sposate o piene di sogni, che lasciarono la loro vita sul terreno di battaglia per salvarne altre. In occasione del centenario della battaglia di Caporetto, Arrigo Petacco e Marco Ferrari raccontano in un saggio storico, che è anche un inedito reportage sui luoghi dello scontro, l'assurdità dell'atteggiamento italiano, gli errori degli alti comandi, la disumana vita di trincea, il massacro di migliaia di contadini analfabeti, le esecuzioni sommarie della nostra truppa e la disordinata e scomposta rotta. E ci spiegano che Caporetto non esiste, è solo un'invenzione italiana durata qualche decennio. La Caporetto finita nei libri di storia si chiama in realtà Kobarid e lì un esercito di collezionisti ancora oggi estrae dalle trincee e dalle caverne il materiale usato dai soldati sui due fronti. La cittadina slovena è infatti ricca di piccoli musei, collezioni private, le trincee sono state recuperate, i viaggi nella memoria di discendenti di soldati sono costanti. Riemergono così in tutta la loro drammaticità storie individuali e collettive di una guerra che ancora parla, e si presenta con le sue atrocità.
Giuseppe Mazzini
Arrigo Petacco
Libro: Libro in brossura
editore: Curcio
anno edizione: 2025
pagine: 96
La serie "Patrioti" ripercorre la storia d’Italia attraverso le imprese compiute da grandi uomini che hanno contribuito al processo di unificazione nazionale e alla nascita della Repubblica Italiana. Gli eroi coinvolti in questo processo furono numerosi: patrioti determinati, colmi di ardore e mossi da nobili ideali. Il terzo volume è incentrato sulla figura di Giuseppe Mazzini, uno dei massimi esponenti di quell’azione politica che ha contribuito in maniera decisiva alla formazione dello Stato unitario italiano. Età di lettura: da 11 anni.
Giuseppe Garibaldi. Patrioti. Gli eroi d'Italia
Libro: Libro in brossura
editore: Curcio
anno edizione: 2025
pagine: 180
Ripercorrere la storia d’Italia attraverso le imprese compiute da grandi uomini che hanno contribuito al processo di unificazione nazionale e alla nascita della Repubblica italiana. I patrioti coinvolti in questo processo furono infatti numerosi, determinati, pieni e di ardore. Le biografie, estrapolate dall’opera la storia d’Italia dall’Unità ad oggi, a cura di Arrigo Petacco, raccontano la vita e le opere dei più grandi protagonisti della storia del nostro Paese, nell’intento di far appassionare i più giovani alle grandi vicende che hanno caratterizzato la nostra nazione. Età di lettura: da 11 anni.
L'archivio segreto di Mussolini
Arrigo Petacco
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2022
pagine: 205
Dongo, 27 aprile 1945: il partigiano Pedro sequestra una borsa di cuoio rossiccio dalle mani di Benito Mussolini, che l'ha custodita gelosamente fin dall'inizio della fuga. Il Duce lo mette in guardia: «Fate attenzione. Badate che fra questi documenti ve ne sono alcuni importanti per il domani dell'Italia». Molto si sarebbe poi favoleggiato su quella borsa, scatenando un intrigo a tratti parossistico di spie, falsari, sciacalli e truffatori, una baruffa di vero e falso che lascia aperti molti interrogativi ancora oggi. Ma il suo archivio segreto si estendeva ben oltre le carte della borsa di Dongo, poiché il Duce nascondeva un'indole meticolosa e classificatoria, forse ai limiti del maniacale – di quanto passava sul suo tavolo non buttava mai via nulla, neppure un invito a pranzo o una partecipazione di nozze. Negli anni ha così accumulato centinaia di dossier in cui, attraverso lettere, denunce anonime e intercettazioni telefoniche, l'intera attività politico-erotico-canagliesca dei gerarchi veniva minuziosamente registrata, pronta a essere impugnata al momento opportuno; né mancano i manoscritti, le bozze dei comunicati redatti dai membri del partito, personaggi rissosi come Roberto Farinacci o “cretini ubbidienti” come Achille Starace, tutto corretto con pazienza dal pennino a punta quadra del dittatore ex maestro di scuola. Ma lo stesso scrupolo Mussolini lo riservava anche alla propria documentazione più personale, miniera di reperti insospettabili: i temi da studente, i cimenti letterari da scrittore d'appendice, le inesauribili richieste dei 334 parenti (veri o sedicenti che fossero), le trascrizioni delle telefonate con Claretta Petacci e persino un carteggio col cancelliere dell'Austria Dollfuss, traccia di una parentesi antihitleriana del fascismo. Tra rigore storiografico e divertita curiosità, Arrigo Petacco interroga le carte degli archivi privati di Mussolini e lascia affiorare un'immagine del dittatore inusuale, tra compulsioni di controllo e ipercorrettismi linguistici. Alla fine, in questo alternarsi di spionaggio e gossip, "L'archivio segreto di Mussolini" segna un altro capitolo della complessa storia del ventennio nero d'Italia, tanto stentoreo ed epico nelle sue esternazioni propagandistiche quanto torbido e a volte farsesco nel segreto delle stanze e dei rapporti personali.
La nostra guerra 1940-1945. L'Italia al fronte tra bugie e verità
Arrigo Petacco
Libro: Copertina morbida
editore: UTET
anno edizione: 2021
pagine: 378
Sulla soglia di questo saggio, denso di fatti e rapido di passo, Arrigo Petacco ha posto un esergo: "Quando comincia una guerra la prima vittima è sempre la verità. Quando la guerra finisce le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori diventano Storia". È quasi un'epigrafe, un memento utile per chi si appresta ad attraversare leggendo anni tumultuosi e a volte confusi, coperti prima dal segreto militare e poi, nel dopoguerra, dalla cortina fumogena della "versione ufficiale". Il secondo conflitto mondiale, scoccato all'insegna della guerra-lampo (Mussolini disse a un timoroso Badoglio: "La guerra finirà in fretta. Io ho solo bisogno di un certo numero di morti per sedere al tavolo della pace"), si sarebbe invece trascinato per anni, scatenando in Italia quella che ormai viene quasi da tutti considerata una guerra civile. Ma, ci ricorda Petacco, bisogna evitare ogni ricostruzione consolatoria: gli italiani non furono vittime innocenti, gettate nel tritacarne bellico da un megalomane Duce. Ci fu un'intera classe politica, militare, economica e intellettuale che prima acclamò Mussolini e poi, una volta prossimi alla fine, lo spacciò come unico responsabile del disastro; e anche il popolo minuto, gli operosi cittadini del fascio, furono parte attiva di questa epopea e di questa disfatta.
Come eravamo negli anni di guerra. La vita quotidiana degli italiani tra il 1940 e il 1945
Arrigo Petacco, Marco Ferrari
Libro: Copertina rigida
editore: UTET
anno edizione: 2020
pagine: 325
Il 10 giugno del 1940 scocca l'ora «segnata dal destino»: dal balcone di palazzo Venezia Benito Mussolini annuncia al paese l'entrata in guerra. La folla che si accalca, festosa e urlante, è l'immagine di un popolo orgoglioso e pronto a tutto pur di guadagnare prestigio e rilevanza internazionale, lasciandosi alle spalle un destino minoritario. Nei cinque anni successivi, però, l'entusiasmo cede pian piano il passo all'angoscia dell'attesa, ai primi disagi, alla fame montante, al senso di precarietà, alla paura per il futuro e poi, con i bombardamenti e l'approssimarsi del fronte, al vivo terrore del presente. Eppure, dopo quel 10 giugno l'attenzione degli storici di solito si sposta, per inseguire la guerra sui vari fronti o nei gabinetti di dittatori, politici e generali, disinteressandosi di quella gente comune che aveva acclamato la guerra. Arrigo Petacco decide invece di fermarsi sulla soglia del cosiddetto "fronte interno", di cui racconta nei dettagli la vita quotidiana, fatta di piccole e grandi tragedie, di speranza e sconforto, al ritmo delle notizie che arrivano da lontano, filtrate dalla propaganda. Non solo: ricostruendo quel periodo mese per mese e persino giorno per giorno, Petacco ci ricorda che la vita, comunque, continuava. Nonostante la guerra, si andava ancora al cinema e a teatro (quelli rimasti aperti, almeno), si canticchiavano le nuove canzoni passate alla radio, si leggevano i giornali, si mandavano i figli a scuola, si lavorava. Il tutto adeguandosi alle disposizioni sul coprifuoco e ai segnali dell'allarme antiaereo, imparando a riciclare i mozziconi di sigaretta, a sostituire il caffè con la cicoria, i taxi con i tricicli. Si familiarizzava con gli orti di guerra e con le pellicce in gatto "tinto color cacao", si inventavano ingegnose cassette di cottura e insaporitori disgustosi, in un'autarchia sempre più difficile eppure sempre più fantasiosa, a confermare anche in un contesto così doloroso la proverbiale inventiva del popolo italiano. Raccogliendo foto, manifesti, pubblicità e volantini, Arrigo Petacco ci consegna un almanacco illustrato, una controstoria minuta dell'ultima guerra mondiale, nella certezza che seguire questa trama di sacrifici e sofferenze quotidiane è necessario per capire gli ultimi anni del conflitto, quando il paese all'improvviso si trovò diviso in due, tra la Repubblica di Salò e la Resistenza partigiana.
La croce e la mezzaluna. Lepanto 7 ottobre 1571: quando la Cristianità respinse l'Islam
Arrigo Petacco
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 204
L'archivio segreto di Mussolini
Arrigo Petacco
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2019
pagine: 205
Dongo, 27 aprile 1945: il partigiano Pedro sequestra una borsa di cuoio rossiccio dalle mani di Benito Mussolini, che l'ha custodita gelosamente fin dall'inizio della fuga. Il Duce lo mette in guardia: «Fate attenzione. Badate che fra questi documenti ve ne sono alcuni importanti per il domani dell'Italia». Molto si sarebbe poi favoleggiato su quella borsa, scatenando un intrigo a tratti parossistico di spie, falsari, sciacalli e truffatori, una baruffa di vero e falso che lascia aperti molti interrogativi ancora oggi. Ma il suo archivio segreto si estendeva ben oltre le carte della borsa di Dongo, poiché il Duce nascondeva un'indole meticolosa e classificatoria, forse ai limiti del maniacale — di quanto passava sul suo tavolo non buttava mai via nulla, neppure un invito a pranzo o una partecipazione di nozze. Negli anni ha così accumulato centinaia di dossier in cui, attraverso lettere, denunce anonime e intercettazioni telefoniche, l'intera attività politico-erotico-canagliesca dei gerarchi veniva minuziosamente registrata, pronta a essere impugnata al momento opportuno; né mancano i manoscritti, le bozze dei comunicati redatti dai membri del partito, personaggi rissosi come Roberto Farinacci o "cretini ubbidienti" come Achille Starace, tutto corretto con pazienza dal pennino a punta quadra del dittatore ex maestro di scuola. Ma lo stesso scrupolo Mussolini lo riservava anche alla propria documentazione più personale, miniera di reperti insospettabili: i temi da studente, i cimenti letterari da scrittore d'appendice, le inesauribili richieste dei 334 parenti (veri o sedicenti che fossero), le trascrizioni delle telefonate con Claretta Petacci e persino un carteggio col cancelliere dell'Austria Dollfuss, traccia di una parentesi antihitleriana del fascismo. Tra rigore storiografico e divertita curiosità, Arrigo Petacco interroga le carte degli archivi privati di Mussolini e lascia affiorare un'immagine del dittatore inusuale, tra compulsioni di controllo e ipercorrettismi linguistici. Alla fine, in questo alternarsi di spionaggio e gossip, "L'archivio segreto di Mussolini" segna un altro capitolo della complessa storia del ventennio nero d'Italia, tanto stentoreo ed epico nelle sue esternazioni propagandistiche quanto torbido e a volte farsesco nel segreto delle stanze e dei rapporti personali.
La guerra dei mille anni. Dieci secoli di conflitto fra Oriente e Occidente
Arrigo Petacco
Libro: Copertina morbida
editore: UTET
anno edizione: 2019
pagine: 392
Nell'ottobre dell'801, nella piccola località di Porto Venere attraccarono alcune navi su cui torreggiavano le insegne del califfo: lo sfavillante corteo dell'ambasciatore Ibrahim ibn al-Aghlabn era diretto ad Aquisgrana, carico di doni per l'imperatore Carlo Magno, incluso un maestoso elefante albino che seminò il panico tra gli abitanti del minuscolo borgo. Si trattava della degna risposta a una prima ambasciata dell'imperatore a Baghdad, nel 797, volta a stringere rapporti col califfato per fronteggiare i pirati musulmani che infestavano il Mediterraneo e per arginare la presenza omayyade in Spagna. L'immagine di quell'elefante, apparso nel golfo ligure come un esotico miraggio, rimane impressa a segnare una tregua momentanea nel lungo, conflittuale e sanguinoso rapporto tra Oriente islamico e Occidente cristiano. Meno di due secoli prima, dopo la morte di Maometto, le masse islamiche si erano affacciate al Mediterraneo dalle profondità del deserto, fino a lambire i confini dell'impero erede dell'antica tradizione romana: Bisanzio. Sotto la guida dei primi califfi, le avanguardie di una nuova religione, simile e al contempo diversa dal cristianesimo, si lanciarono alla conquista di nuove terre e alla sottomissione di interi popoli. Ma fu solo con le prime crociate che il mondo cristiano abbracciò una volta per tutte l'idea di un conflitto religioso oltre che politico, dando il via a una terribile Guerra dei mille anni. In questo racconto storico cambieranno gli attori principali e gli assetti geopolitici, nasceranno nuovi imperi e cadranno nella polvere magnifici sultani e orgogliosi sovrani, si combatteranno grandiose battaglie e logoranti assedi, muteranno le armi e le tecnologie fino a giungere sulle soglie del terzo millennio. Sembra infatti sorgere all'orizzonte l'alba di un nuovo, crudele califfato, che per l'Occidente non ha in serbo cortei, né regalie, né tanto meno elefanti in dono: efferatezze e terrorismo sono la loro unica idea di ambasciata. Arrigo Petacco scandaglia senza remore e pregiudizi dieci secoli di scontri e violenza, alleanze e sotterfugi, massacri e devastazioni, per individuare cause e premesse di un presente che si fa di giorno in giorno più inquieto. Con e-book scaricabile gratuitamente fino al 30 giugno 2019.
L'uomo della provvidenza. La costruzione del mito di Mussolini dal trionfo alla catastrofe
Arrigo Petacco
Libro
editore: UTET
anno edizione: 2018
pagine: 278
Rivoluzionario, socialista, pacifista, interventista, nazionalista, repubblicano, monarchico e poi, per vent'anni, capo del fascismo e dittatore. Secondo Arrigo Petacco, Mussolini «si distingue da Lenin, da Hitler e dagli altri dittatori del suo tempo per una funambolica capacità di trasformarsi. Quelli conquistarono il potere fidando su incrollabili certezze e schemi prestabiliti, lui mutando i suoi programmi in corso d'opera con la disinvoltura di un esperto giocoliere». A dispetto di una vita fuori dal comune, per certi versi perfino picaresca, a più di settant'anni dalla morte la figura di Mussolini sembra sempre più nella maschera dalla mascella pronunciata che campeggiava in tanti manifesti di propaganda sparsi sui muri di tutta Italia. È possibile, invece, raccontare la sua storia senza pregiudizi, senza cedere al riflesso spontaneo di indossare una divisa? In questo libro, Petacco ricostruisce la vicenda del «figlio del fabbro» diventato, secondo la celebre definizione di Pio XI, «l'uomo della provvidenza». Non si tratta dell'ennesima biografia, ma di un percorso originale che tocca tutti gli episodi chiave della sua parabola politica, e li interpreta alla luce di numerose testimonianze ritrovate in archivi pubblici e privati, fra cui spicca quella inedita della figlia di Mussolini, Edda, che ha raccolto le confidenze e i pensieri più intimi del padre. Dagli anni della giovinezza e del sogno rivoluzionario - al fianco di Nicola Bombacci, poi fondatore del PCI, e del futuro leader socialista Pietro Nenni - all'invenzione di un partito nuovo, quello fascista, che con l'uso spregiudicato della persuasione e della violenza attira estremisti di destra e di sinistra, moderati e conservatori, cattolici e anticlericali, e in brevissimo tempo lo conduce al potere. Dal delitto Matteotti, che sancisce fatalmente la sua svolta autoritaria, al Concordato con la Chiesa e alle grandi riforme economiche, fino alle campagne militari che segnano il culmine del consenso popolare nei suoi confronti, ma anche l'inizio di un'inarrestabile caduta: quando il Patto d'acciaio con la Germania nazista, la vergogna delle leggi razziali e la sudditanza ai folli progetti di Hitler porteranno l'Italia alla rovina e lo costringeranno, umiliato e fuggiasco, ad attendere la fine nel cupo crepuscolo di Salò.

