Libri di Beniamino Della Gala
Pixel. Letteratura e media digitali
Libro: Libro in brossura
editore: Mucchi Editore
anno edizione: 2021
pagine: 246
Costantemente circondati da schermi composti di pixel, siamo oggi sempre più portati a concepire l'interfaccia digitale come naturale finestra sul mondo. Anche le scritture letterarie si sono ritrovate a fare i conti con questa evoluzione tecnologica: da una parte, il display può essere utilizzato per riprodurre la pagina cartacea, che acquisisce così uno statuto ipermediale; dall'altra, tecniche e procedimenti mimetici del display sono sperimentati sulla pagina stessa, per restituire a chi legge l'esperienza percettiva dello schermo. Di fronte alle molteplici e variegate intersezioni tra letteratura e media digitali che lo scenario odierno ci propone, questo volume prende corpo dall'esigenza di monitorare le esperienze recenti in cui autori e autrici si cimentano in produzioni sempre più interattive e performative, dando vita a reticoli testuali aperti e potenzialmente infiniti. Dalla letteratura alle serie tv, dalla poesia al fumetto, dai social network alla retorica visuale: i contributi qui raccolti mostrano la ricchezza di approcci disciplinari e metodologici che è possibile adottare per analizzare le scritture letterarie che continuano a mettersi in gioco nella costruzione di immaginari all'interno del panorama mediale contemporaneo. All'interno i saggi di Filippo Pennacchio, Corinne Pontillo, Marilina Ciaco, Nicola Dusi, Giovanna Santaera, Giorgio Busi Rizzi, Emanuele Broccio, Isotta Piazza, Beatrice Seligardi, Stefano Calabrese e Valentina Conti.
Una macchina mitologica del '68. Nanni Balestrini e il rituale della «Grande Rivolta»
Beniamino Della Gala
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2021
pagine: 336
Partendo dallo studio dei romanzi di Nanni Balestrini, riuniti nel 1999 in una trilogia intitolata "La Grande Rivolta" ("Vogliamo tutto", 1971, "Gli invisibili", 1987, "L’editore", 1989), questa ricerca ricostruisce l’influenza della letteratura sull’immaginario delle rivolte del lungo Sessantotto italiano. L’opera di Balestrini costituisce infatti un’eccezione degna di nota nel panorama letterario di quegli anni, e proprio per questo può mostrarci più chiaramente le architetture simboliche e i procedimenti di una consapevole mitizzazione. L’analisi di questi romanzi rivela infatti che il racconto della contestazione segue le fasi dello schema dei riti di passaggio descritto dall’antropologia del Novecento. Vengono a tracciarsi così i contorni di un preciso discorso sul Sessantotto, che ha influenzato sia la memoria pubblica che il racconto letterario e storico: la narrazione della rivolta come un rituale comunitario di transizione, che conduce dalla festa al sacrificio. Applicando categorie antropologiche all’analisi dei testi letterari si scoprono le radici profonde di questo discorso, edificato su una dinamica mitologica che sembra ineludibile: decostruirlo significa tentare di comprendere come dall’ultima età eroica della Repubblica si sia giunti a un immaginario contemporaneo dell’azione politica dove ogni facoltà di agire sull’esistente appare impossibile.
Dopo il Carnevale. Corpo e linguaggio in una trilogia comica di Sebastiano Vassalli
Beniamino Della Gala
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2021
pagine: 311
A cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta Sebastiano Vassalli fa i conti con i miti della sua generazione scrivendo tre romanzi – L’arrivo della lozione (1976), Abitare il vento (1980) e Mareblù (1982) – dove suscita il riso sfruttando le immagini e i simboli tipici delle festività del Carnevale con le sue multiformi manifestazioni lungo i secoli. Essi vi compaiono però svuotati di significato, depotenziati, privati della vitalità originaria: segno precoce che sta volgendo definitivamente al termine quella lunga stagione della rivolta politica ed esistenziale che nella sua ultima ondata aveva in parte riscoperto la comicità carnevalesca come forma contestativa. Il volume parte da una simile constatazione per ricercare nelle rappresentazioni comiche del linguaggio e del corpo gli indizi di questa “fine della festa”: il linguaggio rivoluzionario si è sclerotizzato in una forma settaria e pseudo-esoterica, mutandosi paradossalmente in un codice assoggettante che mostra i propri effetti attraverso deformazioni grottesche sui corpi dei militanti stessi. Alla fine del lungo Carnevale dei «folli anni Settanta», come li chiamava Vassalli, i suoi personaggi ci raccontano allora un vertiginoso rimpicciolirsi del corpo collettivo e indivisibile sino a un’asfittica dimensione individuale patologizzata: un’importante testimonianza del trapasso dall’epoca delle rivolte collettive all’individualismo del riflusso nel privato che ha plasmato l’immaginario politico contemporaneo.