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Libri di Cesare Preti

A cavallo della tigre Donato Jaja e il suo tempo

A cavallo della tigre Donato Jaja e il suo tempo

Cesare Preti

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2022

pagine: 214

Che la memoria di Donato Jaja sia stata affidata soprattutto all'essere stato il maestro, anzi un «secondo padre», di Giovanni Gentile è noto. Ma che questa circostanza abbia giovato a una puntuale comprensione della sua figura storica è assai dubbio. L'ombra dell'allievo si è estesa anche alla figura del maestro, ed il pedaggio che la sua riflessione ha dovuto pagare è stato assai rilevante. I saggi raccolti in questo volume, ricollocando Jaja là dove storicamente è collocato, nel fitto dialogo con i suoi contemporanei e con i reali problemi del suo contesto storico, tentano di suggerire un nuovo percorso di comprensione della sua personalità e della sua riflessione.
16,00

Filosofia e vita civile. Carteggi con Marianna Bacinetti Florenzi Waddington, Francesco Fiorentino, Teorodo Jaja e Baldassare Labanca 1861-1884

Filosofia e vita civile. Carteggi con Marianna Bacinetti Florenzi Waddington, Francesco Fiorentino, Teorodo Jaja e Baldassare Labanca 1861-1884

Donato Jaja

Libro: Libro in brossura

editore: Cacucci

anno edizione: 2017

pagine: 464

La memoria di Donato Jaja si è affidata, come è noto, soprattutto all’esser stato il maestro, anzi un «secondo padre», di Giovanni Gentile. Così è stato lungo il Novecento, da Il secolo XX (1942) di Michele Federico Sciacca alla Storia della filosofia (1999) di Paolo Rossi e Carlo Augusto Viano attraverso la Storia della filosofia di Eugenio Garin. Era il risultato paradossale di quella effimera luce che l’allievo aveva di riflesso proiettato sul filosofo di Conversano, garantendogli sì la fuoriuscita dall’oblio, ma anche legandolo fatalmente agli incunaboli e ai precursori dell’attualismo.Per ritrovare Jaja nel suo tempo e nei suoi problemi bisognava cercarlo laddove storicamente si era collocato: alla conclusione delle vicende dell’hegelismo meridionale da Vera a Spaventa, «tardo epigono» – eppure forse una «delle sole voci autenticamente filosofiche del periodo» – come ebbe a definirlo nel 1973 Guido Oldrini in quel grande affresco de La cultura filosofica napoletana dell’Ottocento. Una definizione che sarebbe divenuta anni dopo un vero e proprio capitolo nella Napoli e i suoi filosofi (1990) dello studioso milanese.
45,00

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