Libri di Daniel Cérézuelle
Bernard Charbonneau. O la critica dello sviluppo esponenziale
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Malamente
anno edizione: 2025
pagine: 112
La destabilizzazione ecologica e sociale causata dallo sviluppo esponenziale della scienza e della tecnica richiede, a sua volta, l’istituzione di un ordine sociale gestito dalla scienza e dalla tecnica, che soffoca la libertà umana. Lo sviluppo ci condanna a vivere in un mondo che riusciamo a malapena a riconoscere. Dovremmo, piuttosto, rallentare, «ma una tale scelta di libertà comporta il sacrificio dell’efficienza, del rendimento o, per meglio dire, di quello che i maniaci della potenza chiamano così».
Il Giardino di Babilonia
Bernard Charbonneau
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni degli Animali
anno edizione: 2022
Bernard Charbonneau è stato un precursore (Il sentimento della natura, forza rivoluzionaria è del 1937), in quella linea di pensiero che unisce in uno stesso cammino spiriti diversi, fraterni e solidali: Ivan Illich, Pier Paolo Pasolini, Jacques Ellul, Serge Latouche, Simone Weil, María Zambrano. Ne "Il Giardino di Babilonia", egli descrive la devastazione delle campagne, la fine del paesaggio, la costruzione di un concetto di natura e la sua artificializzazione. La città totale, Megalopoli, e l’erosione della campagna che diventa periferia. Le vie di comunicazione (autostrade, ponti, ‘grandi opere’), ferite inferte alla terra. Questo libro è una testimonianza, un grido disperato. Non lasciamoci irretire da quella che Charbonneau chiamava La Grande Mutazione. «La natura è un’invenzione dei tempi moderni» dice Charbonneau. L’umanità non può vivere senza la terra, ma la terra può benissimo fare a meno di noi. «Il sentimento della natura non si può ridurre a un’etica. La libertà non è solo un dovere individuale, ma un principio collettivo». «La meraviglia di Babilonia è questo giardino terrestre che dobbiamo coltivare e difendere dalle forze mortifere che lo hanno sempre assediato». Prefazione di Goffredo Fofi. Postfazione di Serge Latouche.