Libri di David Machado
Sotto la pelle
David Machado
Libro: Libro in brossura
editore: Voland
anno edizione: 2024
pagine: 292
Júlia non ha mai detto la verità su quello che le è accaduto. Nemmeno ai genitori, che la sentono sempre più distante; né ai suoi amici, che non vede da mesi. L’incontro con la piccola Catarina la fa uscire per un attimo dal torpore. Un uomo in carcere decide di scrivere la sua storia d’amore con una donna che non vuole essere amata. Un ragazzino registra, per l’adulto che diventerà, delle audiocassette in cui racconta la sua strana vita con la madre, che lo ha isolato in una casa sul limitare di un bosco. Tre storie si intrecciano a distanza di anni, tre voci narranti per un romanzo affascinante che parla di violenza e redenzione.
Io credo
David Machado
Libro: Libro in brossura
editore: Valigie Rosse
anno edizione: 2019
pagine: 44
Indice medio di felicità
David Machado
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2015
pagine: 270
È l'epoca nera del Portogallo, il tempo in cui tutti i problemi dell'economia mondiale sembrano darsi appuntamento in terra lusitana. Daniel, trentasette anni, è rimasto senza lavoro, e sua moglie Marta se n'è andata con i bambini in un paese lontano, a dare una mano nel bar di suo padre. A Daniel non resta che una vita sbilenca e un'occupazione altrettanto sbilenca: vendere aspirapolvere. Almodóvar, insieme con Xavier, ha avuto l'idea del sito. Sembrava un'idea infallibile, l'affare del secolo. Perché non è forse brillante l'idea di creare una rete sociale attraverso la quale quelli bisognosi d'aiuto avrebbero incontrato quelli disposti ad aiutarli? Risultato: ventisei registrati, di cui quattro assidui scrittori di scempiaggini varie. Un fallimento totale. Qualche giorno dopo la chiusura del suo negozio di scarpe, Almodóvar, un uomo buono, dal sorriso onesto e dalle parole sempre giuste, è entrato in una stazione di servizio e l'ha rapinata. Ora è dietro le sbarre. Che fare? Rassegnarsi a quella vita qualsiasi che non è più la vita vera? Oppure agire come Xavier, il tipo più infelice della città, l'uomo dall'anima nera, che si atteggia a guru della felicità con quella stupida tabella appesa in camera sua che calcola l'indice medio di felicità di popoli e persone? Non è forse meglio cercarsela la felicità o, almeno, non permettere ad altri di decidere del proprio fallimento? Non è forse meglio lasciarsi tutto alle spalle?