Libri di Dino Paternostro
Dove tutto è cominciato. Emanuele Macaluso e la Sicilia, tra sindacato e partito
Ilaria Romeo, Dino Paternostro
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 280
Nel maggio del 1947 – a poco più di una settimana dalla strage di Portella della Ginestra - a Caltanissetta si svolge il primo Congresso della Cgil siciliana. Emanuele Macaluso incontra per la prima volta Giuseppe Di Vittorio che gli propone di diventarne segretario generale ad appena 23 anni. Sono in corso le lotte dei contadini per la terra e degli zolfatari per il lavoro, il salario e migliori condizioni di vita. Sono gli anni dei sindacalisti assassinati e senza giustizia (Andrea Raia, Nicolò Azoti, Accursio Miraglia, Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto, Calogero Cangialosi…), dei mafiosi impuniti e protetti dal padronato agrario e industriale e dalla politica reazionaria. Sono anche gli anni dell’indipendentismo, siciliano naufragato tra mafia e banditismo, e della risposta autonomista dei partiti nazionali, soffocata dal sangue di Portella, dalla burocrazia e dal clientelismo. Verrà poi «l’operazione Milazzo» e il sogno di un’autonomia da rigenerare, il miracolo economico, la crisi del comunismo sovietico da Budapest a Praga, di tentativi (veri e presunti) di golpe fascisti, della repressione delle lotte dei braccianti ad Avola. Il libro narra, da una prospettiva poco nota, la vicenda umana e politica di Emanuele Macaluso negli anni del suo impegno sindacale in Sicilia dal 1944 al 1956, e poi negli anni del suo impegno politico nel Pci tra Palermo e Roma, attraverso documenti ufficiali, editi e inediti, e racconti di vita privata. Prefazione Giuseppe Provenzano.
La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)
Dino Paternostro
Libro: Libro rilegato
editore: La Zisa
anno edizione: 2020
pagine: 336
In Sicilia, dall'Unità d'Italia alla metà degli anni Sessanta del '900, si è consumata "la strage più lunga" della nostra storia. Una strage "al rallentatore", potremmo definirla, snodatasi nel corso di un secolo, il cui "filo rosso" è dato dalla pervicace volontà con cui mafia, agrari e "pezzi" di politica han no colpito il movimento contadino e bracciantile, guidato dal sindacato, che coraggiosamente rivendicava lavoro, diritti, libertà. Sono tanti i caduti di questa lunga strage, la maggior parte dimenticati. Questo libro recupera le loro storie e i loro volti, rendendo a tutti almeno la giustizia della memoria. Raccolti in questo "calendario", voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo e dalla Cgil siciliana, ci sono i nomi dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia. Di questi personaggi Dino Paternostro racconta le storie, così come emergono dagli archivi dello Stato e dagli archivi privati, dai documenti pubblici e privati, dai giornali e dalle interviste dei familiari. Le verità che emergono consentono una lettura aggiornata della nostra storia e del ruolo importante del sindacato e dei suoi dirigenti che, a pugni nudi, hanno lottato contro la mafia e per la costruzione di una Sicilia del lavoro, libera, giusta, civile e democratica.
Pio La Torre e la CGIL. L'impegno sindacale a Palermo e in Sicilia
Pierluigi Basile, Dino Paternostro
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 229
Esiste una vasta letteratura sulla vita e sull'attività politica di Pio La Torre, a cominciare dal suo Comunisti e movimento contadino in Sicilia. Fondamentalmente, però, è tutta incentrata sul La Torre politico, che ha profondamente innovato la legislazione antimafia e si è battuto per la pace e contro la base missilistica di Comiso. Su La Torre sindacalista, dirigente della più grande organizzazione sindacale d'Italia, la CGIL, solo pochi e fugaci accenni. Eppure senza la sua lunga esperienza sindacale (1947-1962) Pio La Torre non sarebbe stato l'efficace legislatore antimafia che conosciamo e nemmeno quel costruttore di pace che seppe tessere il filo di vaste alleanze ed entusiasmare migliaia di giovani. Questo libro, voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo, vuole essere un contributo per conoscere meglio gli anni della formazione di Pio La Torre, i suoi primi incontri con i braccianti e i contadini poveri delle borgate palermitane e dei comuni della provincia. Ma, negli anni in cui guidò la Camera del lavoro di Palermo, Pio La Torre imparò a conoscere anche gli operai della città, in particolare la classe operaia per antonomasia, quella dei Cantieri navali. E teorizzò e praticò l'unità tra gli operai della città e i contadini delle campagne da contrapporre all'unità tra gli agrari meridionali e la borghesia industriale del nord. Il libro si ferma alla fine degli anni Cinquanta. Su Pio La Torre segretario regionale della CGIL viene scritto un breve epilogo, lasciando aperte le porte per successive e più approfondite ricerche. Prefazione di Susanna Camusso.
Una strage ignorata. Sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia 1944-48
Pierluigi Basile, Diego Gavini, Dino Paternostro
Libro
editore: Agra
anno edizione: 2014
pagine: 320
Con questo volume la Fondazione Argentina Altobelli e la Fondazione di studi storici Filippo Turati vogliono ricordare una pagina tragica e buia della storia d'Italia: l'uccisione per mano della mafia di decine di sindacalisti agricoli in Sicilia tra il 1944 e il 1948. Uno stillicidio impressionante, ma anche una pagina sostanzialmente ancora non scritta della storia del nostro Paese, che ha visto come protagonisti quadri e militanti sindacali del comparto agricolo che hanno lottato, pagando con la vita, per l'emancipazione dei lavoratori della terra e delle loro famiglie. Il loro esempio rappresenta una delle pagine più alte nella coscienza civile nella storia d'Italia vissuta, peraltro, in un clima di indifferenza se non di ostilità. Nella ricorrenza del XX anniversario della costituzione della Fondazione Argentina Altobelli, ridare voce a quei caduti rappresenta un doveroso omaggio alla loro memoria, perché nell'oblio non si perpetui l'oltraggio di cui furono vittime.