Libri di Domenico Adriano
Le corrispondenze
Francesco Dalessandro
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2025
pagine: 96
«… Si può imparare a morire? Comprendiamo ora meglio l’assunto, l’assillo, di Francesco Dalessandro che “la vera materia prima non è la realtà ma la memoria e il dolore che spesso l’accompagna”. Conosce bene Dalessandro il tempo di un uomo, la verità quale seppero i primi poeti, da prima di Omero; sa la precisione, l’esattezza del nominare che crea la vita, il movimento. E “perciò scrivo da questo / presente”, nonostante e perché più si impongono “visioni di deserti / o di tundre dell’anima o paludi”; e poi, in tempi sempre più terribili, per chi “sbarca vivo” e “si tormenta / per tutto quel che s’è lasciato dietro / per chi si è perso sciolto nel tuo sale / o stretto dai tuoi ghiacci senza fine”, mare. L’uomo è “destinato / d’imperio al suo dolore e al silenzio”; ostinatamente ora il poeta interroga ogni corrispondenza, indaga storie e scritture, ogni amante e più quando gli si para innanzi “il buio / insonne del silenzio” perché non vengono più le “parole a fare luce a fare / giorno”. A noi lettori sarà dato di indagare, di vedere dal vivo della carne. Silenzio e dolore sono parole martellanti affacciate in questo libro, ma fanno la giustezza infiniti tagli di luce, sferzanti, quando dentro una poesia volano improvvise rondini quali corrispondenze ‘di amorosi sensi’…». (Dalla prefazione di Domenico Adriano)
Anna sa
Domenico Adriano
Libro
editore: Il Labirinto
anno edizione: 2023
pagine: 112
«Libro di rigorosa architettura poetica, articolato in cinque campiture compatte e in situazione diacronica, è al tempo stesso un omaggio dell’autore ai suoi maestri, a De Libero e a Vigolo, a Ungaretti e a Margherita Guidacci, ai più prossimi Tommaso Lisi e Rodolfo Di Biasio, fratello maggiore quest’ultimo e maestro a pari titolo. Nel tributo alla loro ispirazione, nell’asciuttezza aristocratica della scrittura, Domenico Adriano ci guida nel suo mondo dalle sopravvivenze arcaiche impersonato da un’ava che conserva per la vita il vestito dell’ultimo viaggio, da un padre amatissimo, reduce dall’internamento, che in soglia di congedo parla con gli uccelli dei rami, da un amore ugualmente di ascendenze antiche che vediamo prendere la parola, farsi voce, “dettare” le improvvise accensioni di una sapienza – Anna sa – in dialogo con le piante, gli alberi, i semi della terra. Così che toccherà al lettore, in cerca delle gemme che tra queste pagine abbondano, fingersi con il poeta "con le piante dei piedi / da millenni a terra, noi / le radici stesse degli alberi".» (Marco Vitale)