Libri di Elena Midolo

«Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli.» (Diario di una scrittrice, Virginia Woolf)

«Ho ambientato il romanzo in Sicilia ma non in una località ben precisa perché non volevo circondare con confini territoriali la narrazione di vicende fantasiose sulle quali focalizzavo l’attenzione, invece era mio interesse strutturare i personaggi sotto il profilo culturale ma anche sotto il profilo psicologico, soprattutto per sottolineare la crescita di un personaggio femminile in particolare, che ha desiderio di evolversi e affermarsi, seppur rimanendo nel suo piccolo umile ma bizzarro mondo. Volevo evidenziare la condizione femminile e il senso dell’onore dei primi anni del ‘900 in una regione d’Italia che ha avuto bisogno di più tempo rispetto ad altre regioni italiane per crescere e liberarsi di credenze e di pregiudizi. Una breve storia familiare per mettere in luce aspetti della vita terrena connessi alla devianza ma anche a situazioni che aprono strade solide affettive e strade disgreganti il reticolo di valori morali di una piccola società in cui l’omertà e il rispetto, dovuto più per timore che per educazione, ne sono il carattere distintivo.»

"Perché ho intitolato "Ombre del mio mare" questa raccolta di poesie? Perché le ombre del mio mare sono squarci della mia vita vissuta ma anche frammenti di me stessa che si accalcano nel mare che è dentro me. In quel mare che vive in me, sconfinato e spumeggiante, talvolta tempestoso o burrascoso, talvolta tranquillo, agitato o sereno, con le sue alte e basse maree, con le sue mareggiate, con i suoi colori azzurri ora limpidi ora cupi, con i suoi misteri. Ombre del mare interiore che di tanto in tanto affiorano alla luce senza più celare emozioni, passioni, sensazioni, paure. Poesie che sono anche ombre del passato che trascino fra le acque, ora tiepide ora fredde, del mio mare e mi parlano. Parlano. Parlano e chiunque può ascoltare le parole delle mie ombre e sentire i movimenti del mio mare."

Carlo improvvisamente fugge da uno stile di vita agiato per vivere, non senza difficoltà, in condizioni misere alla ricerca di se stesso. L'incontro con Paola, verso la quale prova un sincero sentimento d'amore, e una breve esperienza di vita familiare a Noto lo coinvolgono in profonde riflessioni. Cambia concezione sulla propria vita da clochard e sul senso del vivere per strada, ma anche su aspetti del proprio cammino interiore. Tuttavia torna a vivere sulla strada, dove incontra Isabel. La notte dell'estremo saluto ad Isabel, Carlo riflette su se stesso e decide di ritornare nella terra natia. È la sua ultima notte, durata vent'anni, vissuta sulla strada e nel cammino verso la parte più profonda di sé. "Vidi la notte e volli toccarla, con mano ferma accarezzarla, penetrarla, perdermi in essa e tirarmi fuori confondendomi con il buio della strada."

Tema centrale del romanzo è la ricerca del sé spirituale. Fausto è un giovane uomo intrappolato nella relazione sentimentale con Claretta. Non senza difficoltà riesce a lasciarla approfittando della vacanza con l'amico Stefano. Grazie a quest'amico, Fausto ritrova l'amicizia con Ofelia e ne conosce la sorella Marea, della quale s'innamora. Marea è una donna molto espediente, che ha seguito un percorso spirituale, e mostra la via al giovane per la ricerca di sé.