Libri di Federica Resta
Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini
Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Luigi Manconi, Federica Resta
Libro: Libro in brossura
editore: Chiarelettere
anno edizione: 2022
pagine: 192
Non è una provocazione. Nel 1978 il parlamento italiano votò la legge per l'abolizione dei manicomi dopo anni di denunce della loro disumanità. Ora dobbiamo abolire le carceri, che, come dimostra questo libro, servono solo a riprodurre crimini e criminali e tradiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione. Tutti i paesi europei più avanzati stanno drasticamente riducendo l'area del carcere (solo il 24 per cento dei condannati va in carcere in Francia e in Inghilterra, in Italia I'82 per cento). Nel nostro paese chi ruba in un supermercato si trova detenuto accanto a chi ha commesso crimini efferati. Il carcere è per tutti, in teoria. Ma non serve a nessuno, in pratica. I numeri parlano chiaro: la percentuale di recidiva è altissima. E dunque? La verità è che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha idea di che cosa sia una prigione. Per questo la invoca, ma per gli altri. La detenzione in strutture in genere fatiscenti è sovraffollate deve essere quindi abolita e sostituita da misure alternative più adeguate, efficaci ed economiche, capaci di soddisfare tanto la domanda di giustizia dei cittadini nei confronti degli autori di reati più gravi quanto il diritto del condannato al pieno reinserimento sociale. Il libro indica dieci proposte, già oggi attuabili, per provare a diventare un paese civile e lasciarci alle spalle decenni di illegalità, violenze e morti. Postfazione di Gustavo Zagrebelsky.
Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura
Luigi Manconi, Federica Resta
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2017
pagine: 160
Gli italiani sono razzisti? Ovviamente no: nessuna categoria può essere definita come un blocco unico e omogeneo e, dunque, catalogata attraverso un'etichetta spregiativa generale. Ma è altrettanto vero che oggi in Italia si manifestano forme di razzismo nel linguaggio pubblico, negli atteggiamenti sociali e nelle politiche. "Non sono razzista, ma" illustra un meccanismo psicologico che mira a prendere le distanze dalle parole e dagli atti che contraddicono ciò che pensiamo di essere, o che vogliamo far intendere di essere. È un'espressione che si sente sempre più spesso, perché l'interdizione morale nei confronti di termini e comportamenti xenofobi si è indebolita. Quella sorta di presidio culturale e sociale, che agiva contro il ricorso a pratiche e linguaggi discriminatori, sembra esaurito. Questo pamphlet è anche un grido d'allarme. L'intolleranza etnica ha trovato spazio nella sfera politica, per opera di figure pubbliche che, nonostante il proprio ruolo istituzionale, contribuiscono alla produzione di ostilità xenofoba. E a ciò corrisponde un tessuto di piccoli e grandi imprenditori politici dell'intolleranza (concetto elaborato da Laura Balbo e Luigi Manconi in un saggio di un quarto di secolo fa). E tuttavia, dicono Luigi Manconi e Federica Resta, il termine razzista non va utilizzato per colpevolizzare individui e gruppi che vivono con fatica il rapporto con gli stranieri. Ciò che si manifesta nel nostro paese è, piuttosto, una diffusa xenofobia: la paura dello straniero. E, contrariamente a quanto si crede, il passaggio da quest'ultima al razzismo è tutt'altro che scontato. Manconi e Resta argomentano come è possibile evitare che questo accada. "Non sono razzista, ma" è un libro utile per evitare l'errore di indugiare nel "peccato dell'indifferenza".
Il delitto di furto
Federica Resta
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2010
pagine: XVIII-310
Questo volume esamina la disciplina del delitto di furto nelle sue varie forme di manifestazione, alla luce dell'evoluzione normativa che l'ha caratterizzata, dell'interpretazione giurisprudenziale e dottrinale
Vecchie e nuove schiavitù. Dalla tratta allo sfruttamento sessuale
Federica Resta
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2008
pagine: XXIV-684
Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini
Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Luigi Manconi, Federica Resta
Libro: Libro in brossura
editore: Chiarelettere
anno edizione: 2015
pagine: 128
"Non ci appare stupefacente che in tanti secoli l'umanità che ha fatto tanti progressi in tanti campi delle relazioni sociali non sia riuscita a immaginare a di diverso da gabbie, sbarre, celle dietro le quali rinchiudere i propri simili come animali feroci?" (Dalla postfazione di Gustavo Zagrebelsky). Non è una provocazione. Nel 1978 il parlamento italiano votò la legge per l'abolizione dei manicomi dopo anni di denunce della loro disumanità. Ora dobbiamo abolire le carceri, che, come dimostra questo libro, servono solo a riprodurre crimini e criminali e tradiscono i principi fondamentali della nostra Costituzione. Tutti i paesi europei più avanzati stanno drasticamente riducendo l'area del carcere (solo il 24 per cento dei condannati va in carcere in Francia e in Inghilterra, in Italia l'82 per cento). Nel nostro paese chi ruba in un supermercato si trova detenuto accanto a chi ha commesso crimini efferati. Il carcere è per tutti, in teoria. Ma non serve a nessuno, in pratica. I numeri parlano chiaro: la percentuale di recidiva è altissima. E dunque? La verità è che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha idea di che cosa sia una prigione. Per questo la invoca, ma per gli altri. La detenzione in strutture in genere fatiscenti e sovraffollate deve essere quindi abolita e sostituita da misure alternative più adeguate, efficaci ed economiche, capaci di soddisfare tanto la domanda di giustizia dei cittadini nei confronti degli autori di reati più gravi (solo una piccola quota dei detenuti) quanto il diritto del condannato al pieno reinserimento sociale al termine della pena, oggi sistematicamente disatteso. Il libro indica Dieci proposte, già oggi attuabili, per provare a diventare un paese civile e lasciarci alle spalle decenni di illegalità, violenze e morti.
11 settembre: attentato alle libertà? I diritti umani dopo le Torri Gemelle
Federica Resta
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Asino
anno edizione: 2011
pagine: 268
Dopo l'11 settembre in molti paesi democratici c'è stata una stretta sulle libertà civili e i diritti: in nome della lotta al terrorismo sono state introdotte norme che limitano le libertà fondamentali. In questo lavoro viene passato in rassegna l'insieme dei provvedimenti liberticidi e antidemocratici entrati in vigore dopo l'11 settembre negli Stati Uniti, in molti paesi occidentali, e in particolare in Italia, e si analizza la trasformazione dello stato di diritto sotto il peso della costruzione di una sicurezza in cui vengono criminalizzati "gli altri" come nemici (immigrati, islamici e dissenzienti, oppositori) in nome di una "democrazia securitaria" che perde sempre di più i suoi fondamenti garantisti e liberali.