Libri di Francesca Guidolin
Il dono al Circolo Ufficiali Esercito di Venezia
Libro: Libro in brossura
editore: Termanini
anno edizione: 2020
pagine: 48
Il "dono", a cui il titolo del volume fa riferimento, è la donazione di un importante lotto di opere d'arte disposta e realizzata a vantaggio del Circolo Ufficiali Esercito di Venezia da Gianamedeo Trabucco, collezionista, professore di Storia dell'Architettura nella Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell'Università di Genova. Il volume, a cura di Francesca Guidolin, che ne firma l'introduzione, contiene una premessa del col. Raffaele Barcone, direttore del Circolo Ufficiali Esercito di Venezia, una nota editoriale di Stefano Termanini e una nota biografica o "notizie del donatore" su Gianamedeo Trabucco. Di ciascuna opera della "Raccolta Trabucco" si pubblicano nel libro riproduzione fotografica, scheda con notizie storiche e bibliografiche, commento. L'uscita del volume coincide con il completamento dei lavori di miglioramento del Circolo disposti dalla Direzione.
Durabilità e patrimonio. Accessibilità urbana a Venezia
Francesca Guidolin, Valeria Tatano
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 84
L'accessibilità del patrimonio storico, alla scala urbana e architettonica, cerca di coniugare le istanze della conservazione con quelle della funzionalità per garantire le medesime possibilità di fruizione al maggior numero di utenti. Tale obiettivo incontra a Venezia molte difficoltà di attuazione dovendo confrontarsi con una morfologia urbana eccezionale che necessita di interventi specifici in grado di tutelare il bene storico pur operando con i principi della progettazione inclusiva. Questo testo illustra i risultati di una prima ricognizione condotta dal gruppo di ricerca sulle strategie adottate nel tessuto storico lagunare, in cui negli ultimi dieci anni si è cercato di rendere accessibile a persone con disabilità larga parte delle insule, oltre a musei ed edifici pubblici e privati, intervenendo con sperimentazioni e innovazioni che hanno consentito di migliorare la fruibilità di molti ponti, elementi che costituiscono la principale barriera fisica all'autonomia di movimento di cittadini e turisti. Diverse ragioni rallentano tale processo trasformando ogni nuovo intervento in una questione legata all'emergenza, all'eccezionalità del caso e alla quantità dei soggetti interessati, dimenticando che una città inclusiva migliorerebbe la qualità della vita per tutti e che questo obiettivo si raggiunge attraverso un progetto condiviso da cittadini, amministratori e progettisti.