Libri di Francesco Camerlingo
Il telescopio del Buddha. La meditazione come strumento epistemologico
Francesco Camerlingo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 194
Lo sviluppo del metodo scientifico di Galileo Galilei ha permesso all’Occidente di eccellere nella comprensione di quel grande libro “scritto in lingua matematica” che è l’Universo, ossia di giungere alla conoscenza certa, oggettiva e ripetibile dell’unica realtà considerata davvero tale poiché misurabile: la materia. Eppure noi tutti, in ogni istante, presupponiamo una realtà non quantificabile, ma al contempo innegabile: la coscienza. In effetti il carattere qualitativo della coscienza costituisce dichiaratamente il “problema difficile” delle scienze cognitive, poiché pare irriducibile ai correlati neurali misurati dalle neuroscienze. Esistono dunque metodi e strumenti alternativi per indagare la natura della mente? Al di là dei pregiudizi culturali e dei suoi ormai noti benefìci sul piano psicofisico, la meditazione buddhista si pone anzitutto come un metodo diretto, pragmatico e rigoroso per l’osservazione, l’analisi e la descrizione fenomenologica della coscienza. Un metodo di cui, secondo Francisco Varela, le scienze della mente occidentali non possono più legittimamente fare a meno.
La questione del senso. Con Heidegger e Wittgenstein sull'enigma dell'esistenza
Francesco Camerlingo
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2011
pagine: 164
"Sono. Siamo. Il mondo è. Perché? Perché l'essere piuttosto che il nulla? Qual è, insomma, il senso dell'essere?". Domande, queste, con cui l'uomo di ogni dove e di ogni quando è stato ed è chiamato, in modo più o meno consapevole, a fare i conti. L'intera sua impresa conoscitiva (mito, religione, metafisica, scienza) potrebbe infatti essere interpretata come un audace tentativo di trovare ad esse una risposta. Ma che senso hanno queste stesse domande? Da dove provengono? Di che cosa vanno realmente alla ricerca? Esiste davvero un senso che possa essere eventualmente compreso e che sia perciò in grado di gettare una luce rivelatrice sull'enigmatico fatto: che il mondo è? E questo fatto, dopotutto, rappresenta davvero un problema da risolvere tra gli altri, o non si tratta piuttosto di una singolarità irriducibile, di un miracolo che chiede soltanto d'essere ammirato?