Libri di Franco Pierno
Il disastro di Pavia
Jean Giono
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 312
«Mi sono rimasti solo l'onore e la vita»: così il re di Francia Francesco I, fatto prigioniero dagli avversari, scriveva alla madre commentando la disfatta sul campo di Pavia, il 24 febbraio 1525, a opera delle truppe asburgiche di Carlo V. In quel frangente non si misuravano solo due sovrani, due eserciti e due regni, ma due visioni del mondo. Da un lato il re cristianissimo, gioviale e bon vivant, monarca di un tempo ormai tramontato, dall'altro l'imperatore malinconico, sgraziato, e forse già consapevole dei fermenti di violenza nascosti sotto gli splendori del Rinascimento. La battaglia di Pavia segna la fine di quella mitologica «gran bontà de' cavallieri antiqui» rimpianta da Ludovico Ariosto, e l'inizio di un'inquieta modernità, con le sue masse di lanzichenecchi, i machiavellismi al potere, le guerre di religione, gli Stati assoluti, il dominio del denaro. Un momento storico così importante nella definizione dell'Europa è al centro di questo romanzo del 1963 di Jean Giono: uno scontro di caratteri su uno sfondo dettagliatamente ricostruito e fittamente popolato di indimenticabili comprimari, un'epica narrazione dal ritmo coinvolgente e rapinoso come solo la vera Storia può essere.
Il disastro di Pavia. Ediz. numerata
Jean Giono
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2023
pagine: 385
«Ho tutto perduto, mi è rimasto soltanto l'onore e la vita» scrive Francesco I re di Francia alla madre, Luisa di Savoia, all'indomani della sconfitta di Pavia. Ha combattuto, e lo ha fatto valorosamente, ma nella sua sconfitta ha trascinato il fior fiore dell'aristocrazia del regno - i Bonnivet e i La Palice, i Tonnerre e i La Tremoille - lanciatasi al galoppo nella nebbia e finita massacrata in un carnaio acquitrinoso dove soldati di ventura di tutta Europa hanno assunto la funzione del boia: sudore e sangue, picche e coltelli, moschetti e alabarde... Il vincitore è l'imperatore Carlo V, fiammingo di nascita, spagnolo di adozione, ombroso di carattere, un fisico infelice, un'anima religiosa e insieme lacerata dai dubbi e dall'inanità della vita stessa. L'esatto opposto di chi, come Francesco I, è alto e forte, scrive poesie, ama la cultura e la bellezza, il rischio e la gloria. E infatti a Pavia Carlo V non c'era. Non si è mai mosso da Madrid e alla notizia della vittoria ha fatto celebrare una messa solenne. Ed è in Spagna che ora attende l'arrivo del suo prigioniero. Il re di Francia è nelle sue mani, anche la Francia, pensa, adesso è sua. In questo scontro di caratteri, da Jean Giono delineato magistralmente, c'è in controluce il definitivo tramonto di un mondo ancora cavalleresco e il venire alla ribalta dell'età moderna con il suo corteo di masse che si preparano a invadere la scena e di distruzioni di massa, di calcoli politici e di guerre di religione, di nuove classi sociali e di Stati assoluti. Costruito con il rigore dello storico, "Il disastro di Pavia" è opera però di un grande romanziere che si trova fra le mani non solo la più romanzesca delle storie reali, ma la possibilità di raccontarla avendo come sfondo e decoro quell'Italia rinascimentale che mai come allora è al massimo della sua gloria artistica e della sua debolezza politica. Tutti la vogliono, perché tutti ne rimangono sedotti e, nell'impossibilità di farvi fronte, con tutti i principi italiani, compreso quel principe della cristianità che è il papa, di volta in volta si alleano, per poi rivoltarvisi contro: un balletto di alleanze da cui alla fine l'intera penisola uscirà stremata. Scritto con il ritmo coinvolgente di un romanzo d'avventura. Edizione numerata da 1 a 1000. Introduzione di Giuseppe Scaraffia. Postfazione di Franco Cardini.
Le diciture della storia. Testi e studi offerti ad Angelo Stella dagli allievi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 160
Il volume intende essere un omaggio degli allievi al loro maestro, Angelo Stella, in occasione dei suoi ottant'anni. Un omaggio al raffinato storico della lingua, studioso di Manzoni, discepolo di Maria Corti, per decenni docente all'Università di Pavia. Sulla scorta di un insegnamento che ha sempre posto al centro una strenua attenzione al testo letterario, anche in quanto documento linguistico capace di illuminare la storia di un popolo (e dei popoli), e in affettuoso ossequio a tale impostazione ideologica prima ancora che metodologica, il libro accoglie una serie di pubblicazioni di testi, appunto, accompagnati dai relativi studi e approfondimenti filologico- linguistici. L'unità e la coerenza della miscellanea non si realizzano in una raccolta di contributi su temi cari al festeggiato (che pure non mancano: Dante, Manzoni, Tessa...), ma proprio nella plurivoca adesione a un metodo che trova la sua efficacia e la sua ragion d'essere scientifica nell'assoluta preminenza data al testo.
La parola in fuga. Lingua italiana ed esilio religioso nel Cinquecento
Franco Pierno
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: X-186
Per gli esuli religiosi italiani l'uso della lingua materna non solo era indispensabile all'evangelizzazione, ma rappresentava anche un importante strumento di coesione identitaria. Tra i primi a studiare l'intreccio tra volgare e Riforma, Franco Pierno ripercorre in questo libro alcuni dei temi più importanti di questa diaspora geografica e spirituale, tenendo principalmente in conto la valenza comunitaria che la lingua assumeva presso i riformati (come trasmettere le verità divine ai fedeli? come tradurre la Scrittura?), senza perdere di vista il dibattito teorico che pervadeva il Cinquecento e che inevitabilmente coinvolgeva anche le chiese dell'esilio religioso.
Il disastro di Pavia
Jean Giono
Libro
editore: Tipografia Commerciale Pavese
anno edizione: 2002
pagine: 418
Le teorie e i fatti. La question de la langue en Italie (1925) di Thérèse Labande-Jeanroy
Franco Pierno, Giuseppe Polimeni
Libro: Libro in brossura
editore: Biblion
anno edizione: 2025
pagine: 72
Fra i centenari che contrassegnano la storia letteraria e linguistica d’Italia (numerosi di questi tempi) ve n’è uno che, forse, poco o nulla dirà ai più, ma che, in compenso, rappresenta un momento chiave della comprensione della celebre “questione della lingua italiana”. Questo centenario ricorda la data del 13 giugno 1925, giorno della discussione della tesi di dottorato di Thérèse Labande-Jeanroy, avvenuta presso la «Faculté des Lettres» dell’Università di Strasburgo e intitolata La question de la langue en Italie; la tesi consisteva di due tomi («thèse principale» e «thèse complémentaire»), pubblicati prima della difesa stessa, e presentava un innovativo (per approccio e metodo) studio sistematico sull’argomento. Del lavoro di Labande-Jeanroy, spesso citato, ma poco conosciuto, qui si offre un’articolata riflessione, con attenzione al particolare contesto accademico e critico in cui esso venne prodotto.