Libri di G. P. Cossato
Le grandi storie della fantascienza. Volume Vol. 18
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2013
pagine: 400
"Siamo al volume 18 della straordinaria antologia curata da Isaac Asimov, ed è ormai evidente l'apertura del curatore nell'operare la scelta dei testi. Non un criterio letterario rigido, non un procedere per temi, non un catalogare gli autori più noti. Il discrimine è il rifiuto del banale, dello scontato, dell'ovvio. Invece è sottolineata la genialità, con la carica di provocazione che necessariamente le appartiene. Tale è infatti la visione che Asimov ha della SF: un genere letterario stimolante, che metta in scena, più che l'individuo, la società che lo circonda (per meglio dire, che circonda noi) e i suoi possibili sviluppi. Spesso grotteschi e ammonitori. Siamo nel 1956, e tra la produzione dell'anno Asimov coglie l'originalità estrema di "Interessi composti", di Mack Reynolds. Uno scrittore sui generis, in contesto americano: marxista, dirigente di un partito trotzkista, avventuriero e viaggiatore (morirà in Messico). Nel suo racconto si parla di economia, si satireggia il presente. Lo stesso avviene in altri racconti, in particolare in quello di Damon Knight. Ma anche in molti altri l'epopea vittoriosa della conquista dello spazio, o il sense of wonder dell'incontro con razze aliene, sta cedendo il posto al sogghigno, all'ironia autocritica, allo sberleffo divertito ma tragico. La fantascienza detta "sociologica" ha conquistato la scena da dominatrice, e per almeno un decennio nessuno saprà spodestarla. Quando ciò avverrà, tutto il genere comincerà a scricchiolare." (Valerio Evangelisti)
Le grandi storie della fantascienza. Volume 17
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2012
pagine: 391
"Il diciassettesimo volume delle Grandi storie della fantascienza, a cura di Isaac Asimov, contiene uno dei più formidabili racconti che questo genere narrativo abbia mai prodotto. Si tratta del Tunnel sotto il mondo di Frederik Pohl. Storia sconcertante, bizzarra, tragica. Si apparenta, nelle tematiche in qualche modo filosofiche, ai romanzi più tardi firmati da Philip K. Dick (qui presente col racconto Mercato prigioniero, curiosa vicenda di una viaggiatrice nel tempo a fini di commercio). Siamo lontanissimi dai racconti avventurosi che prevalevano nei primi volumi di questa collezione. Di fronte a una società in cui la tecnologia dilaga e la scienza pare godere di una spinta inesauribile, gli scrittori di SF cominciano a interessarsi a uno dei risvolti dell'industrializzazione: l'alienazione dell'individuo, disarmato e scosso dalle continue trasformazioni di un mondo che stenta a comprendere. Da cui una domanda insistente: tutto ciò sarà vero? E, in caso affermativo, si tratta di processi spontanei 0 manipolati da demiurghi inconoscibili? Tale quesito angoscioso pare trovare sollievo nella consueta esplorazione dello spazio. E invece no. La stella di Arthur C. Clarke, altro classico, apre quesiti teologici ancor più profondi, e dimostra quanto stia diventando complicato vivere, tanto sulla Terra quanto nel cosmo. La fantascienza si conferma un esercizio di intelligenza, più che di capacità di previsione. A metà degli anni cinquanta, questa virtù è al suo culmine." (Valerio Evangelisti)
Le grandi storie della fantascienza. Volume 16
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2010
pagine: 396
"Siamo, con "Le grandi storie della fantascienza" scelte da Isaac Asimov, al 1954. Non è un anno cruciale per il genere, ma la continuazione di un successo, non ancora di critica ma sicuramente di pubblico. Nata in Europa, sbarcata negli Stati Uniti, lì divenuta letteratura di massa, la science fiction ha preso a dilagare, con l'inizio degli anni cinquanta, nel continente d'origine e nel mondo intero. Non è il cinema a farle da sostegno. Le espressioni cinematografiche della fantascienza scritta sono spesso trite e semplicistiche, salvo rare eccezioni. No, è proprio la narrativa a sedurre lettori di ogni paese. Contano l'ingegnosità delle storie, il fascino e assieme un certo senso d'orrore legati all'idea di futuro (la minaccia atomica è sempre più attuale), il timore oscuro di evoluzioni incontrollabili del presente. La fantascienza è un genere "di evasione" da cui non si evade. Ti proietta lontano, ma dove approdi ritrovi i problemi che avevi sperato di lasciarti alle spalle. Il lieto fine non è affatto garantito, l'inquietudine è presente in ogni pagina. Alcuni degli autori scelti da Asimov, da Matheson a Dick, sapranno farsi interpreti delle apprensioni che ancora avvertiamo ai giorni nostri." (Valerio Evangelisti)
Le grandi storie della fantascienza. Volume 14
Isaac Asimov
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 439
Nel 1952 i Sovietici sono il nemico per eccellenza dell'Occidente, si sa. Ma il capitalismo è tanto meglio? Quasi controvoglia, perché non è nelle sue corde "dumasiane", Asimov apre, da liberal convinto quale è, la propria antologia a voci critiche nei riguardi del sistema. Entra così, tra i classici, un racconto del trotzkista americano Mack Reynolds, che quel sistema detesta. Fanno una clamorosa apparizione le favole crudeli e corrosive di Robert Sheckley, poco propenso ad accettare l'esistente quale male minore. Sono i primi vagiti della "fantascienza sociologica" tenuta a battesimo pochi anni prima da William Tenn. Asimov riserva per sé una delle sue opere meglio riuscite. "La via marziana", e lascia spazio a grandi autori ormai consacrati come Bradbury, Leiber e Bester. Ma sono gli alfieri della sf "sociologica", specchio distorto e critico del presente, a pungere di più. Non è difficile intuire che l'avvenire sarà loro. Asimov lo comprende e si inchina alla loro felicità inventiva e alla loro "cattiveria". (Valerio Evangelisti)
Le grandi storie della fantascienza. Volume 11
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 452
È il 1949 e l'espressione "guerra fredda" è ormai divenuta di uso comune. Ce lo ricorda Henry Kuttner, in un racconto così intitolato, e che peraltro si allontana di parecchio dal tema noto alle cronache. Proprio Kuttner domina questo undicesimo volume de "Le grandi storie della fantascienza", con altri due racconti firmati con lo pseudonimo di Lewis Padgett. Una scelta che dimostra la predilezione di Asimov per la science fiction più classica e avventurosa, per quanto non priva di solleciti alla riflessione e di spunti critici. Ben rappresentata anche da James H. Schmitz, Arthur C. Clarke, Katherine MacLean, Edmond Hamilton - mentre il versante poetico è affidato a Clifford D. Simak, Bay Bradbury, Theodore Sturgeon. Proprio Asimov però ci avverte, nell'introduzione, che nel 1949 fu pubblicato anche "1984" di George Orwell. Un intellettuale di primo piano, polemista e grande scrittore, aveva adottato il linguaggio della fantascienza per divulgare un assunto politico. Non era la prima volta (si pensi a H.G. Wells, a C.S. Lewis, a Olaf Stapledon) e certamente non sarebbe stata l'ultima. Si trattava comunque di un riconoscimento implicito della validità di una forma narrativa che qualcuno aveva scambiato per puerile.
Le grandi storie della fantascienza. Volume 12
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 435
Il dodicesimo volume de "Le grandi storie della fantascienza" è semplicemente spettacolare. Asimov può attingere, per l'anno 1950, a una messe di racconti indimenticabili. È il caso di "Servire l'uomo" di Damon Knight, un autentico classico; o di "Nato di uomo e di donna", di Richard Matheson, brillante riscrittura di un racconto di H.P. Lovecraft, "L'estraneo". Proprio Matheson inaugura un filone della sciente fiction molto diverso da quello fino a quel momento prevalente, l'avventuroso, e dall'altro, che iniziava ad affermarsi, detto "sociologico". Inizia cioè a scavare entro paure inconsce senza appigliarsi a pretesti scientifici, mettendo in scena un mondo dominato da logiche fragili e dalle pareti capaci di incrinarsi al minimo incidente. Una quotidianità precaria che non ha bisogno di volgersi al futuro per risultare inquietante. Naturalmente non è l'unica tendenza. Ci si può invece abbandonare alle invenzioni pirotecniche di A.E. Van Vogt, di Cordwainer Smith, di C.M. Kornbluth, di Charles L. Harness, qui tutti al loro meglio.
Le grandi storie della fantascienza. Volume 9
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2008
pagine: 350
Nel nono volume de Le grandi storie della fantascienza, Isaac Asimov comincia a raccogliere le inquietudini che, nel dopoguerra, serpeggiano nella società americana, come in ogni altra società. È il 1947, l'euforia per la guerra vinta dalle potenze antifasciste si sta attenuando. Sorgono altri problemi, che dividono gli stessi vincitori: politici, geopolitici, sociali. La fantascienza di stampo avventuroso resta appannaggio di un Jack Williamson, che aggiorna le formule degli anni Venti, mentre quella che pare occuparsi di pura tecnologia ha in Arthur C. Clarke il più illustre esponente. Accanto a questi nomi ne emergono altri, e nuove tendenze ancora embrionali. Sturgeon e Bradbury paiono interessarsi più all'uomo che agli "effetti speciali''. Il quasi esordiente William Tenn, con il suo caustico umorismo, mette in luce i difetti della società che lo circonda, e anticipa la science fiction che verrà. È un disagio collettivo, quello che mettono in luce, a volte trasfigurato in ironia, gli scrittori che Asimov chiama a raccolta: da un veterano come Lewis Padgett (pseudonimo di Henry Kuttner, quando scrive con la moglie Catherine L. Moore) all'inglese Eric Frank Russelt. Rispetto alla fantascienza delle origini, quella del secondo dopoguerra è profondamente diversa. Niente positivismo, piuttosto smarrimento. Carenza di finali lieti. E, se c'è da divertirsi, sarà un ghigno, più che una risata.
Le grandi storie della fantascienza. Volume 10
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2008
pagine: 392
Nel 1948 la fantascienza americana è in piena forma, anche perché gli Stati Uniti sono emersi dalla guerra come la maggiore potenza mondiale, grazie a una tecnologia rimasta intatta e incentivata dal conflitto. Pare aprirsi una fase di espansione senza limiti, si respira ottimismo. Nessuno dubita che l'esplorazione degli spazi, cui stanno già lavorando scienziati nazisti passati al nemico, possa tardare. Naturalmente il progresso ha come sempre un lato oscuro. L'Unione Sovietica, da alleata che era, si è trasformata in rivale (per fortuna non ha ancora la bomba atomica), il comunismo si espande e lambisce l'Europa occidentale, il maccartismo fa la sua apparizione, limitata per il momento al mondo del cinema. L'uccisione, all'inizio dell'anno, del mahatma Gandhi, che Asimov ricorda nella prefazione, sembra preannunciare la fine di un periodo di pace durato solo due anni. La fantascienza, narrativa intrinsecamente ambigua, da un lato vive di ottimismo, dall'altro si alimenta di tensioni. Prevale il gusto dolceamaro, nel decimo volume de Le grandi storie della fantascienza. Gli autori antologizzati da Asimov, dal Ray Bradbury di Marre è il paradiso!, che colpirà profondamente un giovane Stephen King, al caustico Fredric Brown, all'epico Van Vogt, a molti altri, tra esordienti e veterani, non adottano l'uno o l'altro registro, ma spesso li fondono tra loro. Perché dolceamara è la società occidentale che, fuori delle camere in affitto in cui lavorano, sta prendendo forma.
Le grandi storie della fantasienza. Volume 8
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2008
pagine: 356
Il discrimine è la bomba atomica. Nel 1945 la si subiva, nel 1946 la si riconsidera. Una previsione della fantascienza si è avverata: esiste un'arma capace, si suppone, di distruggere il mondo conosciuto. E, spenta la guerra aperta, sta per aprirsi l'era della guerra fredda. L'ottavo volume de "Le grandi storie della fantascienza", curato da Isaac Asimov, riflette il momento di transizione. Il testo fondamentale è il racconto Monumento, di Theodore Sturgeon, dedicato alla bomba definitiva e allo sviluppo logico del suo uso. Non si troveranno molti riferimenti a quel cambiamento epocale, nella narrativa corrente dello stesso periodo. Solo la scìence fiction, attenta alla tecnologia, intuisce che si sta entrando in un periodo storico totalmente inedito. Lo testimoniano anche gli altri racconti antologizzati, di Ray Bradbury (una nuova stella destinata a future glorie), dello stesso Asimov, di Arthur C. Clarke, di Henry Kuttner, che morirà pochi anni dopo, di altri ancora. Si è alle soglie di un revival della fantascienza. Non perché, in un mondo in rovine, ci si distragga a pensare futuri, remoti. È vero il contrario. La fantascienza è, più di ogni altra forma narrativa, ancorata al presente. Guarda lontano in quanto le contingenze storiche impongono di farlo. La visione non è molto ottimistica, ma ciò non dipende dagli scrittori. Non sono stati loro a fare del fungo atomico il simbolo degli anni a venire.
Le grandi storie della fantascienza. Volume 7
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2008
pagine: 350
È il 1945 e il secondo conflitto mondiale volge al termine. Scrittori di fantascienza tornano dal fronte; altri, esentati dall'ecatombe, continuano a scrivere come se nulla fosse; altri ancora si preparano a una fase ulteriore, la "guerra fredda", che scoppierà di lì a poco. Nessuno di loro forse immagina che la catastrofe più grande nella storia dell'umanità - stermini basati sull'appartenenza a una presunta "razza", mezzi terrificanti di massacro, armate in lotta su ogni quadrante del mondo - rilancerà la fantascienza. Genere trascurato, e tuttavia capace di descrivere, sia pure in via metaforica, grandi sistemi in lotta. Cosa che la letteratura mainstream non riesce a fare se non di rado. Il settimo volume de Le grandi storie della fantascienza, a cura di Isaac Asimov, riflette bene la transizione in corso. C'è il recupero insistito di un caposcuola della sf degli anni Venti, Murray Leinster. Generazioni hanno sognato sulle sue forse ingenue fantasie, zeppe di scienziati brillanti, di astronavi misteriose, di messaggi enigmatici provenienti dallo spazio, di energia positivista. Ma ci sono anche, molto più problematici, Fredric Brown, Lewis Padgett, Fritz Leiber e molti altri. Quasi un'antitesi a Leinster. Quale futuro luminoso, dopo una guerra che aveva imbruttito e fatto sanguinare il mondo intero?
Le grandi storie della fantascienza. Volume 18
Libro
editore: Bompiani
anno edizione: 2000
pagine: 400
Il volume raccoglie i quindici migliori racconti di fantascienza del 1956 scritti da Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Damon Knight, Algis Budrys, James Blish, H. Kuttner e C. L. Moore, Murray Leinster, Mark Clifton, Alan E. Nourse, Poul Anderson, Margaret St. Clair, Mack Reynolds, Michael Shaara, Reginald Bretnor.