Libri di Galdino Zaccardo

Agli inizi del secolo XX la città di Muro diventa un cantiere per le opere pubbliche che si stanno realizzando, quali: la rete fognaria di acque bianche e nere, il primo acquedotto comunale, rete idrica, nuova illuminazione pubblica, rifacimento delle strade e di piazza Municipio. Due personaggi saranno gli artefici delle grandi opere, il sindaco Luigi Pistolese e il Ministro Francesco Saverio Nitti. Con loro saranno aperti i cantieri del bacino idrografico, della centrale idroelettrica e del Ponte del Pianello, quest'ultima opera soppianterà la millenaria strada delle Ripe. Il saggio narra tutte le fasi della costruzione del ponte, fino ad arrivare alle vicissitudini degli anni '20 del XXI secolo. A chiudere, ci sono gli eventi disastrosi che hanno colpito la città: l'alluvione del 1929 ei terremoti del 1910 e del 1930.

Il 4 novembre 1918 l'Impero Austro Ungarico cessò le ostilità contro il Regno d'Italia, accettando la sconfitta. L'esercito italiano aveva vinto, subendo, tuttavia, centinaia di migliaia di caduti sul campo dell'onore. Migliaia di ragazzi, partiti dall'ex Regno Borbonico, non tornarono più alle loro case, molti rimasero su quelle vette perennemente imbiancate. Nell'Italia settentrionale si sollevò un urlo di vittoria, mentre nel Mezzogiorno italiano fu di dolore, causato dall'incomprensione e dalla rabbia. Il dopoguerra fu ancora più doloroso poiché le famiglie, addolorate dalla morte dei figli, non ebbero le giuste promesse e riconoscenze. Questo libro ha l'obbligo morale di ristabilire la verità, stravolta dai vincitori, che l'ha nascosta per decenni.

Può una fontana raccontare? Certo, che può. Tutti hanno riempito otri e bottiglie dalla sua bocca. Tutti hanno chiacchierato con altre persone, nei suoi pressi. Essa ascolta e ricorda. Racconta la vita di un paese. Narra i tormenti, le gioie, le fatiche, gli amori, le tristezze e le ricchezze. Questo romanzo racconta di un popolo che, attraverso la quotidianità, lotta contro i soprusi, le violenze, la povertà e la fatica. Parla della vita. È il passaggio da un regno a un altro, dove un brigante diventa un eroe. Eroi, però, lo diventeranno tutti. Tutta la popolazione sarà accanto al brigante. Anche se ambientato nell'ottocento, il romanzo diventa una trasposizione all'oggi. Le lotte continuano e, tutto, per salvare la terra dei nostri antenati, guerrieri mai domi. Le vicende riportate non hanno uno scopo revisionistico storico, ma sono la nostra vita. È una storia ibrida, cioè una miscellanea di realtà e fantasia. La storia non termina con l'ultimo capitolo, ma diventa il passato, che attraversa il presente e si proietta nel futuro.

La poesia non si può spiegare. Nasce da un'emozione che arriva al cuore e viaggia verso il cervello affinché, quest'ultimo, dia il giusto impulso alle mani nel realizzarla in forma scritta. Le sensazioni di un'esistenza hanno forma di felicità, tristezza, amore, risate e pianto. Tutto il viaggio terreno ha di queste strade. Strade belle, lucide, colorate. Strade buie, brutte, in salita. Queste strade s'incrociano, si avvinghiano, si uniscono, si distaccano. Sono stati d'animo vulnerabile e invulnerabile. Forti e deboli. È la pazzia mischiata alla normalità. L'essere umano precipita in questo mulinello di emozioni e precipita verso momenti paradisiaci o infernali. Non riesce a uscirne se non con la sua estinzione terrena. Questa fuoriuscita conduce all'infinito, dove il bello vince sul brutto. Tutto torna a vivere. Chi fu abbandonato, ritrova il suo Sole e comincia a ruotargli intorno, per non lasciarlo più. Sono animozioni.

La battaglia di Numistro, tra il console romano Marcello e il generale cartaginese Annibale, è sconosciuta a molte persone, anche se raccontata da storici romani, quale Tito Livio, nella sua opera "Ab urbe condita". Questo volume cerca di riempire questo vuoto, raccontando le gesta della battaglia, avvenuta nel 210 a.C.

Il 2020 sarà ricordato come l'anno del distanziamento sociale, causato dalla pandemia Covid 19. È stato il periodo nero dell'umanità costretta a restare in casa e a distanza dall'altra gente. In questo libro sono raccolte tutte le sensazioni vissute dall'autore, mentre osservava, fotografava, ragionava e, poi, si rinchiudeva nel suo cuore per piangere. Ogni pagina racconta la vita di quei momenti, accompagnata da una foto di amici e amiche dell'autore, che sorridono, nonostante tutto.

Era una domenica di tanti anni fa, quando la Terra si scosse. Un forte boato, seguito da un tremendo terremoto, portarono dolore e lutto in quelle povere terre. Questo romanzo è il diario di quei giorni, dov'è raccontata la felicità, il terrore e la speranza di quelle popolazioni che abitavano in quelle contrade. Era il 23 novembre 1980.

Il romanzo storico narra la vita di un uomo, nato alla fine del 1800, che ha attraversato i periodi di guerre, violenze, omicidi politici, lotte sociali, e quelli orrendi dei genocidi, provocati per odio razziale, etnico e religioso. Non è una storia qualsiasi, ma quella di una provincia e del suo capoluogo durante il periodo Fascista. Avellino è la città, dove l'avellinese ha vissuto intensamente e da protagonista quel periodo e ne racconta, in maniera cruda, la caduta morale, il senso degli affari, gli abusi di potere e le delazioni false della classe gerarchica fascista della città. Una storia di provincia che era uguale a quella italiana, dove, chi si metteva contro il fascismo, anche essendo un fascista convinto, subiva gravi attacchi. Di notevole spessore storico sono i memoriali inviati al Duce, in cui espone i misfatti che accadono nella città, con documentazione originale.

La cattedrale di Muro Lucano nasconde tanti segreti, che l'autore raccoglie in questo volume per la prima volta in assoluto. Il Zaccardo ha indagato tra i tanti documenti, trovando notizie originali e importanti delle riunioni nella Sala Capitolare, documenti storici sulle opere artistiche ivi contenute, e svelamenti su alcuni pezzi da servizio pontificale. Inoltre, ha scritto del viaggio della regina Giovanna I d'Angiò, sul personaggio storico di San Gerardo Maiella e la sua festività, sui cognomi estinti nella città, e tanto altro ancora. Il saggio storico è un tassello importante che va a colmare dei vuoti sulla bi millenaria storia della città di Muro Lucano.

Nella prima parte del saggio storico sono narrati gli eventi accaduti nel XVIII secolo nella città di Muro, in particolare lo spazio temporale del feudatario, il Conte Domenico Orsini. L'autore mostra in maniera meticolosa la vita nella città, dal semplice cittadino al potere feudale ed ecclesiastico, facendo vivere le attività commerciali e industriali, che la rendevano il centro economico e commerciale del territorio. Inoltre, sono indicati i luoghi e le contrade con i loro nomi di quel secolo, le proprietà dell'Università, del Feudo e della Diocesi. La seconda parte affronta l'argomento del convento di Sant'Antonio, partendo dalle origini della sua costruzione, e chiudendo con la sua ristrutturazione, avvenuta nel primo ventennio del '900. La ristrutturazione del convento coinvolse tutto il circondario, dalla piazza alle strade circostanti. Infatti, il capitolo si chiude con i lavori per la costruzione della scalinata che portava alle pile, e l'istallazione delle latrine pubbliche.

Il libro è una raccolta di storie ambientate in un paese della Lucania. Sono racconti che parlano di persone, eventi, sport, cultura, cioè le storie di un popolo che diventano storia.