Libri di Gianmarco Pinciroli
Ambivalenze. Figure della scrittura tra filosofia e letteratura
Gianmarco Pinciroli
Libro: Libro in brossura
editore: Ibis
anno edizione: 2024
pagine: 144
Tutti gli autori – filosofi, letterati – che qui vengono presi in considerazione sono suscettibili, malgrado il loro pensiero ufficiale e le loro opere più conosciute, di essere sussunti sotto il titolo comune di ambivalenti. Alle spalle di questa categoria, che si può ritrovare sotto altri nomi in molti luoghi della modernità, c’è la consapevolezza di un avvenuto dominio del nichilismo, vissuto con maggiore o minore disagio, ma pur sempre presente come convitato di pietra alla tavola di ogni scrivente, sia esso poeta, narratore, filosofo. Per quanta nostalgia dell’assoluto si possa avere, le ideologie e le mitologie che lo hanno sostituito hanno prima o poi dimostrato che possono rovesciarsi nell’opposto di quanto promettevano: ecco il cuore dell’ambivalenza all’opera, ogni giorno e in ogni pagina scritta, insieme all’attitudine paradossale, presso chi ne è consapevole, a un’incessante coazione a ripetere, comunque e sempre, il proprio indefettibile desiderio di utopia.
Non riconciliati. Tra utopia e libertà: per il ricominciamento
Gianmarco Pinciroli
Libro: Copertina morbida
editore: Ibis
anno edizione: 2018
pagine: 263
La relazione tra scrittura e realtà deve poter essere sempre conflittuale, affinché la distanza tra esse resti incolmabile, e nello iato che si viene a formare si possa fecondare il senso, per quanto provvisorio, delle cose e degli accadimenti. La cifra della non-conciliazione equivale allora al luogo in cui si può esercitare il pensiero, dove l'uomo trova un compito indefettibile e una vocazione irrinunciabile. A queste condizioni, lo scontro frontale col nichilismo resta la sfida, ancora oggi, in pieno divenire: ad essa autori, anche molto differenti quanto a formazione e a progetti, hanno dedicato nella modernità più vicina a noi la fatica della loro creatività, cui resta sempre sotteso il rovello benefico del desiderio, dell'utopia. A questo disegno comune si volge, da parte di costoro, il tentativo di proporre ancora una volta, per la riflessione critica del nostro tempo, di fronte all'apparente imponenza del dogma di un mondo così-com'è, l'orizzonte sempre necessario di un mondo così-come-dovrebbe-essere.
Solitudine e scrittura. Disallineamenti del tragico nella modernità
Gianmarco Pinciroli
Libro: Copertina morbida
editore: Ibis
anno edizione: 2013
pagine: 239
In quanti modi diversi è possibile declinare la solitudine di chi scrive? L'analisi condotta in questo volume prende in considerazione figure di diverso rilievo - da Proust a Barthes, da Broch a Bernhard, da Celan a Walser, passando per Lévinas, Derrida e Agamben - appartenenti ad una modernità più o meno recente e a modalità di scrittura per lo più ambivalenti tra riflessione esplicitamente filosofica e segno letterario, per coniugarne il senso ai temi della tragicità, della formazione, dell'eticità. Che il nesso concettuale tra solitudine e scrittura, caratterizzato da quei temi, sia decisamente tipico dello stato delle cose odierno, non impedisce comunque di pensare che colui che scrive oggi, o che ha scritto in passato, sia stato sempre solo. Per questo, piuttosto che assumere le ragioni di una catalogazione storica dei modi in cui tale condizione s'incarna, l'autore si affida prudentemente ad alcuni casi esemplari che, nella loro esperienza vissuta di scrittori, sembrano rendere quel nesso più eloquente. Soprattutto volendo salvaguardare la ricchezza semantica di una "solitudine scrivente", per così dire, inapparente, sempre sottesa, come un filo d'acciaio, a sorreggere il gioco funambolico dei contenuti di senso più insoliti: tutti in debito di fondazione rispetto a questo destino al tempo stesso esistenziale ed essenziale.