Libri di Giuseppe Aprea
Capri è pura seta. L'isola al telaio da Omero ai nostri giorni
Giuseppe Aprea
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni La Conchiglia
anno edizione: 2025
pagine: 132
L'isola, terra degli ulivi e d'infinite storie. Personaggi, racconti e immagini dell'antica tradizione dell'olio a Capri ed Anacapri
Giuseppe Aprea
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni La Conchiglia
anno edizione: 2022
Da questo libro emerge un sorprendente e storico rapporto tra l'ulivo e l'isola di Capri. Un rapporto che ci trasporta in epoche antichissime quando l'Isola era una delle mete dei primi viaggi di coloni greci in quello che oggi chiamiamo Golfo di Napoli. Ma l'ulivo era diffuso a Capri anche nel XVI secolo come si evince da alcune testimonianze e già nel XVIII secolo il francese Montesquieu giudica l'olio isolano «il migliore olio d'Italia». Attraverso i secoli scopriamo, così, come l'abolizione di molti uliveti, a favore di altre colture, abbia cambiato profondamente il paesaggio di Capri e Anacapri e di come molte antiche tecniche e saperi siano andati perduti. Nonostante questo il libro di Giuseppe Aprea ci regala, alla fine, l'ulteriore sorpresa di una presenza, di un culto e di pratiche concrete collegate all'ulivo e all'olivo-coltura che ancor oggi sono radicate sull'Isola, recuperate, modificate e adattate alle nuove esigenze commerciali ed imprenditoriali.
Il libro del vino e del mangiar antico nell'isola di Capri. Cronache, racconti, personaggi e segreti di locande, osterie e di altri luoghi della felicità
Giuseppe Aprea
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni La Conchiglia
anno edizione: 2019
pagine: 480
In questo libro si parla di incantamenti, come quello di cui fu vittima inconsapevole Axel Munthe, il celebre autore de La Storia di San Michele, davanti al sorriso di Annarella e al vinello prodigioso del parroco. Ma la stessa magia aveva già colpito altri, prima di lui. Nel corso dei lunghi anni in cui l’Isola passò da un’economia basata sulla pesca e sull’agricoltura ad una sempre più legata al turismo, infatti, l’epifania del genius loci – improvvisa quanto irresistibile – sembra essersi ripetuta in un numero imprecisabile ma elevatissimo di occasioni. Molte volte l’incantamento aveva inizio mentre l’ignaro viaggiatore sedeva ad un tavolo, intento a bere un bicchiere di vino o ad assaggiare una pietanza delle più semplici: una fresella condita con sale e olio, una fetta di caciotta salata, dei fichi serviti da un oste bonario o da una sorridente ostessa. Questo è il motivo per cui queste pagine sono animate anche dai sorrisi dalle varie Carmelina, Costantina, Lucia, Gemma e tante altre, che sirene non erano, ma incantatrici spesso sì, e che queste magie compivano tutti i giorni nelle loro locande, vinerie e osterie.

