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Libri di Giuseppe Ayala

Troppe coincidenze

Troppe coincidenze

Giuseppe Ayala

Libro: Libro in brossura

editore: Gruppo Albatros Il Filo

anno edizione: 2022

pagine: 174

Una puntuale e affascinante carrellata sulla storia politica e istituzionale del nostro paese in cui si esamina, tra i vari argomenti, l'evoluzione della mafia, che ha saputo cogliere, sempre in anticipo, i cambiamenti della società, inserendosi purtroppo ogni volta nelle attività di maggior profitto. Non manca il profondo dolore per le stragi mafiose. In una di queste è stato ucciso il collega e amico Giovanni Falcone, una ferita che non si è mai rimarginata, e nelle pieghe dell'anima il recondito sospetto che forse, se non avesse cambiato ruolo poco prima, il prossimo sarebbe stato proprio Giuseppe Ayala. Una lucida e coinvolgente analisi compiuta da chi i fatti li ha vissuti anno dopo anno in prima persona, prima come braccio destro di Falcone, poi come parlamentare spettatore della crisi portata da Tangentopoli, della discesa in campo del Cavaliere e altri innumerevoli fatti che hanno fortemente e inevitabilmente trasformato per sempre il nostro paese. Il tutto descritto con un acuto piglio ironico, quel tanto che basta per vedere la luce anche nell'oscurità.
15,00

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Giuseppe Ayala

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2017

pagine: 200

Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.
12,00

Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia: relazioni pericolose e occasioni perdute

Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia: relazioni pericolose e occasioni perdute

Giuseppe Ayala

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2013

pagine: 169

"Ho vissuto negli ultimi trent'anni una striscia di tempo che mi sembra ancora appartenere alla cronaca. Alludo ai giorni in cui gli eventi della politica si intrecciarono con quelli criminali, sino al punto da marchiare la gran parte dei percorsi che hanno segnato il destino del paese." Le stragi di Capaci e via d'Amelio del 1992, oltre a strappare a Giuseppe Ayala due colleghi e amici, apparvero a molti come un punto di svolta non solo nella storia della mafia, ma anche in quella dell'Italia intera. Sul fronte della giustizia lo Stato reagì con l'introduzione del 41 bis, il regime carcerario speciale per i mafiosi. Contemporaneamente il sistema politico, sotto i colpi di Tangentopoli, fu investito da una forte spinta popolare che determinò la fine della Prima Repubblica. La grande occasione di un rinnovamento politico e istituzionale era a portata di mano. Nel 1993 esplosero le bombe di Roma, Firenze e Milano, lasciando sul campo morti, misteri e nuove inquietanti domande. Fu solo di Cosa Nostra la responsabilità delle stragi del 1992 e del 1993? Perché la mafia decise di rinunciare all'attacco allo Stato? Per rispondere a questi interrogativi, Giuseppe Ayala ripercorre i suoi anni in Parlamento a partire dal 1992, ricostruisce le troppe coincidenze che hanno caratterizzato le relazioni tra mafia, "poteri occulti" e politica, disegnando un quadro opaco che coinvolge criminalità mafiosa e pezzi deviati dello Stato.
10,50

Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia: relazioni pericolose e occasioni perdute

Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia: relazioni pericolose e occasioni perdute

Giuseppe Ayala

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2012

pagine: 169

"Ho vissuto negli ultimi trent'anni una striscia di tempo che mi sembra ancora appartenere alla cronaca. Alludo ai giorni in cui gli eventi della politica si intrecciarono con quelli criminali, sino al punto da marchiare la gran parte dei percorsi che hanno segnato il destino del paese." Le stragi di Capaci e via d'Amelio del 1992, oltre a strappare a Giuseppe Ayala due colleghi e amici, apparvero a molti come un punto di svolta non solo nella storia della mafia, ma anche in quella dell'Italia intera. Sul fronte della giustizia lo Stato reagì con l'introduzione del 41 bis, il regime carcerario speciale per i mafiosi. Contemporaneamente il sistema politico, sotto i colpi di Tangentopoli, fu investito da una forte spinta popolare che determinò la fine della Prima Repubblica. La grande occasione di un rinnovamento politico e istituzionale era a portata di mano. Nel 1993 esplosero le bombe di Roma, Firenze e Milano, lasciando sul campo morti, misteri e nuove inquietanti domande. Fu solo di Cosa Nostra la responsabilità delle stragi del 1992 e del 1993? Perché la mafia decise di rinunciare all'attacco allo Stato? Per rispondere a questi interrogativi, Giuseppe Ayala ripercorre i suoi anni in Parlamento a partire dal 1992, ricostruisce le troppe coincidenze che hanno caratterizzato le relazioni tra mafia, "poteri occulti" e politica, disegnando un quadro opaco che coinvolge criminalità mafiosa e pezzi deviati dello Stato.
12,00

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Giuseppe Ayala

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2009

pagine: 200

Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.
9,50

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino

Giuseppe Ayala

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori

anno edizione: 2008

pagine: 200

Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.
17,50

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