Libri di Giuseppe Bottaro
Analogie e divergenze. Figure e idee politiche a confronto
Giuseppe Bottaro
Libro: Copertina morbida
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2022
pagine: 192
Il volume analizza le dottrine di illustri teorici della politica, alcuni dei quali durante la loro vita hanno giocato anche rilevanti ruoli pubblici, così come il pensiero, a volte determinante per il futuro del mondo occidentale, di autorevoli personaggi politici. L'obiettivo che si intende perseguire è di dispiegare, in modo molto parziale, un percorso che partendo dalle interpretazioni del repubblicanesimo moderno espresso da fondamentali figure quali Niccolò Machiavelli, Francesco Guicciardini e Thomas Jefferson, attraverso il pensiero liberale e democratico, Alexander Hamilton, Ralpho Waldo Emerson, Alexis de Tocqueville, Woodrow Wilson, Luigi Sturzo, possa giungere fino alle contemporanee correnti del pluralismo e del comunitarismo con Robert A. Dahl e Alasdair MacIntyre.
Federalismo e democrazia in America. Da Alexander Hamiltom a Herbert Croly
Giuseppe Bottaro
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2013
pagine: 184
Da decenni si discute e si polemizza, in Italia e in Europa, sul federalismo e su presunte teorie che poco hanno a che fare con il modello classico statunitense del tardo diciottesimo secolo o con la sua evoluzione storica elaborata all'inizio del Novecento per meglio rispondere alle esigenze sempre più complesse e articolate del sistema economico, sociale e politico americano. Per questa ragione, le formule banali o addirittura inconsistenti teorizzate nel nostro paese di federalismo fiscale, demaniale o territoriale eludono l'essenza del problema che consiste nell'elaborazione di un efficace modello di federalismo politico nel quale il dilemma istituzionale diviene centrale rispetto a qualunque formula economico-sociale. Ritornare alle dottrine o ai modelli classici del federalismo statunitense realizzati nella Costituzione federale e interpretati in maniera autentica da Alexander Hamilton e James Madison nel Federalista, al contraltare antifederalista jeffersoniano e tayloriano e, infine, guardare alla sintesi che all'inizio del Novecento provano a elaborare Herbert Croly o Woodrow Wilson può aiutarci a risolvere anche i nostri attuali problemi politici e istituzionali.
Le nazionalizzazioni internazionali. Storia, politica e diritto
Giuseppe Bottaro
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2004
pagine: 144
L'illusione repubblicana. John Taylor of Caroline
Giuseppe Bottaro
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2002
pagine: X-206
Pace, libertà e leadership. Il pensiero politico di Woodrow Wilson
Giuseppe Bottaro
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2007
pagine: 203
Woodrow Wilson (1856-1924), eminente studioso di politica e storia, contribuì a chiarire con i suoi importanti volumi Congressional Government (1885), The State (1889) e Constitutional Government in the United States (1908), i processi di sintesi del pluralismo americano, individuando nella prima fase della sua speculazione politico-istituzionale la leadership del congresso e all'inizio del ventesimo secolo quella del presidente, quali centri di gravita del sistema. Eletto alla presidenza degli Stati Uniti, nel 1912, Wilson riuscì con abilità a gestire il governo e a manovrare il partito democratico e il Congresso cercando, attraverso l'attuazione del programma della New Freedom, di modernizzare e rendere più giusto il paese e di risvegliare le coscienze di molti americani assuefatti allo strapotere dei monopoli industriali. Negli anni del primo conflitto mondiale la sua figura rappresentò la speranza di una pace vera e di un futuro migliore, il simbolo di una nazione che lottava perché trionfassero valori quali l'autodeterminazione dei popoli, la libertà e la giustizia nei rapporti fra le nazioni. Il suo progetto politico per una pace giusta e duratura sotto l'egida della Società delle Nazioni e il forte intendimento di trasformare il mondo in un luogo sicuro per la democrazia, non lasciarono indifferenti le popolazioni dei paesi europei, che lo acclamarono, alla fine della guerra, durante il suo viaggio nelle capitali del vecchio continente.