Libri di Giuseppe Colavitti
Le professioni tra autonomia e regolazione pubblica. Atti del Convegno di studi in memoria di Piero Alberto Capotosti
Libro: Libro rilegato
editore: Treccani
anno edizione: 2021
pagine: 148
Il volume, il secondo della collana del CUP - Comitato Unitario Professioni, ospita una serie di contributi che rielaborano gli interventi del Convegno in memoria del Presidente emerito della Corte costituzionale, Piero Alberto Capotosti, Le professioni tra autonomia e regolazione pubblica, svoltosi il 9 novembre 2018 a Roma, presso l'Università degli Studi Luiss Guido Carli. Gli interventi dei relatori sono aggiornati alla luce delle ultime novità normative e giurisprudenziali sia italiane sia europee e costituiscono un prezioso punto di riferimento per il dibattito attuale in materia di professioni, in un momento storico segnato dalla tendenza di talune amministrazioni statali a disconoscere l'autonomia del comparto ordinistico, o comunque a sottovalutarne i caratteri di specialità. Contributi di: Gian Candido De Martin, Francesco Bertolini, Bruno Nascimbene, Franco Gallo, Remo Danovi, Giuseppe Colavitti, Marina Chiarelli, Pasquale Staropoli.
Concorrenza, trasparenza e autonomie. Regolazione dei mercati e nuove forme di governo pubblico dell’economia
Giuseppe Colavitti
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2018
pagine: 287
Recenti dinamiche della regolazione dei mercati segnalano una tendenza dell'ordinamento a ripristinare forme di governo pubblico dell'economia che sembravano definitivamente superate, e che restituiscono allo Stato strumenti di intervento particolarmente incisivi, affidati non più all'Esecutivo ma ad alcune Autorità amministrative indipendenti. Nel settore dei contratti pubblici e della trasparenza, le norme vigenti e gli indirizzi applicativi seguiti dall'ANAC realizzano una dilatazione del comparto pubblico sia in senso soggettivo, sia in senso oggettivo. Per altri versi, la disciplina della concorrenza modella la regolazione di taluni settori di mercato secondo "un approccio sostanzialmente statocentrico". Ne hanno fatto le spese le autonomie regionali, e più di recente le autonomie sociali: l'esercizio dei penetranti poteri sanzionatori dell'AGCM presenta connotati conformativi della regolazione dei servizi professionali in grado di comprimere fortemente l'autonomia deontologica delle categorie professionali. Altre forme e momenti di compressione delle autonomie possono essere osservati nel processo di riordino delle Camere di commercio, autonomie funzionali sacrificate alle esigenze di contenimento della finanza pubblica, e nella pur improrogabile riforma delle banche popolari, dove singolari poteri di regolazione "in deroga alla legge" sono espressamente attribuiti alla Banca d'Italia. Altri casi consentono di rilevare come, nel quadro di un dibattuto pubblico superficiale, la crisi economica divenga, accanto alla trasparenza ed alla concorrenza, ulteriore fattore di legittimazione delle politiche di regolazione; anche a costo di condurre a soluzioni incoerenti rispetto alla necessità di garantire la libertà di iniziativa economica e l'autonomia delle imprese attraverso la tutela dell'affidamento in un quadro di regole chiaro e tendenzialmente stabile.
Riforma forense
Gianluca Gambogi, Giuseppe Colavitti
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2013
pagine: 134
La libertà professionale tra Costituzione e mercato. Liberalizzazioni, crisi economica e dinamiche della regolazione pubblica
Giuseppe Colavitti
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2013
pagine: XVIII-253
Nelle fasi di crisi la discrezionalità del regolatore pubblico nel disciplinare i rapporti economici pare aumentare fino a muoversi ai limiti della cornice costituzionale di riferimento, ed in alcuni casi a superarli, con grave pregiudizio delle libertà economiche, le quali necessitano di svolgersi nel quadro di un contesto normativo ispirato per quanto possibile al principio-valore della certezza del diritto. La libertà professionale subisce una pressione che rischia di curvare la posizione sistemica dell'ordine professionale da ente autonomo ad ente strumentale dell'amministrazione centrale. Eppure, in ragione del radicamento nelle tradizioni costituzionali comuni e nel diritto europeo, la libertà professionale disvela una capacità di resistenza ed un legame con i principi fondamentali del pluralismo democratico che consentono di ritenerla ancora un paradigma concettuale utile alla comprensione dei processi di tendenza in atto nell'ordinamento, comprese le liberalizzazioni. Nell'art. 15 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea la libertà professionale viene dunque ripensata nel suo profilo individuale, con riferimento alle ricostruzioni che riconducono il diritto al lavoro al tema dell'espressione della personalità sociale dell'uomo, e nel suo profilo collettivo, come necessità di organizzazione giuridica delle comunità professionali in formule che ne garantiscano l'autonomia deontologica e l'indipendenza dai poteri pubblici e privati.