Libri di Guido Bistolfi
Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti e altri scritti
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 240
Gli studi compresi in questo volume appartengono tutti alla giovinezza di Jung. Essi costituiscono notevoli contributi alla vera e propria rivoluzione che si andava compiendo in quegli anni in cui la psichiatria veniva trasformando la conoscenza scientifica di quanto era affidato alle sue cure – la psiche umana, appunto – scoprendone i complessi, le tendenze dissociative e i meccanismi inconsci, così come il linguaggio simbolico e i dinamismi utilizzabili ai fini della terapia.
Opere. Volume Vol. 1
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1997
pagine: 288
Gli scritti raccolti nel primo volume delle "Opere di C.G. Jung" risalgono agli anni 1900-05. Sono gli anni del Burgholzli, l'ospedale per malattie mentali diretto da Bleuler, in cui Jung svolse un'intensa attività psichiatrica, fondata sulla ricerca di una comprensione dall'interno della personalità squilibrata. Questi scritti dimostrano quanto sia inesatto il rimprovero, talora mosso a Jung, di scarsa fedeltà ai dati sperimentali. A partire dalla sua tesi di laurea sulla "Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti", Jung si dimostra osservatore e terapeuta in un senso originale, ancorato saldamente a un metodo empirico, accogliente qualsiasi accadimento psichico con disponibilità e rispetto totali.
I fenomeni occulti
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1980
pagine: 112
«Il mio intento è stato soprattutto quello di presentare all'opinione pubblica, che per i cosiddetti fenomeni occulti altro non ha se non un sorriso sprezzante, i numerosi legami che questi fenomeni hanno con il campo sperimentale del medico e della psicologia, e di accennare ai problemi, numerosi e importanti, che questo campo inesplorato tiene ancora in serbo per noi». «Soffusa d'intenso pallore la signorina S. W. cadeva lentamente al suolo o su una sedia, chiudeva gli occhi, diventava catalettica, aspirava più volte profondamente e cominciava a parlare (...) La lingua di cui si serviva era allora solo il tedesco letterario che essa parlava con piena sicurezza e proprietà. In contrasto con il modo assolutamente incerto e impacciato nello stato di veglia».