Libri di Ivan Brentari
Meccanoscritto. Con un racconto di Luciano Bianciardi
Collettivo MetalMente, Wu Ming 2, Ivan Brentari
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2017
pagine: 349
Questa storia inizia in un archivio speciale di una città particolare. È il 2012 quando Ivan Brentari spulcia falcioni all'Archivio del lavoro di Sesto S. Giovanni, la "Stalingrado" d'Italia. Tra le scartoffie, spunta una risma di carta velina. Comincia a leggere e... no, non sono comunicati stampa o verbali di assemblee. Sono racconti, scritti da metalmeccanici, per un concorso della Fiom di Milano. Indetto nel 1963, al termine di un triennio di lotte, le prime vittorie dei lavoratori dopo la Liberazione. Racconti mai pubblicati, rimasti nella polvere per cinquant'anni, nonostante una giuria composta da Umberto Eco, Franco Fortini, Giovanni Arpino e Luciano Bianciardi. Ivan pensa che di racconti del genere ce ne sarebbe ancora bisogno: scritti dagli operai, senza filtri da giornalisti e false rappresentazioni. Nasce così il collettivo MetalMente, grazie a un laboratorio narrativo animato da Wu Ming 2 e da un gruppo di lavoratori iscritti alla Fiom. Ma a differenza del 1963, la scrittura è collaborativa, a più mani, per reagire a un mondo del lavoro così frammentato e precario da creare solitudine. Ne risulta un libro intessuto come una treccia. Tre filoni che si alternano tra di loro, disvelando vicende vere e di fantasia. Uomini, tempi e narrazioni saltano gli uni dentro agli altri, si mescolano, si confondono. Ci sono i racconti del '63 - compreso quello di Bianciardi, da cui nacque l'idea del concorso -, quelli collettivi del 2015 e le infrastorie di entrambe le epoche, scritte impastando documenti originali, dialoghi, aneddoti e testimonianze. Il risultato è un romanzo storico ipercollettivo, che racconta, dal punto di vista dei metalmeccanici, la trasformazione del mondo del lavoro.
Giuseppe Sacchi. Dalle lotte operaie allo Statuto dei lavoratori
Ivan Brentari
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2015
pagine: 215
La vita di Giuseppe Sacchi (Mediglia, 1917) avrebbe potuto imboccare sentieri diversi. Il ciclismo professionistico, la magra esistenza di immigrato italiano in Australia, la morte prematura sotto le bombe alleate, o per mano dei nazifascisti durante la Resistenza. Nessuna di queste prospettive si realizzò. Egli scelse la via della lotta politica e sindacale. Operaio metalmeccanico dall'età di 14 anni, fu, tra il 1958 e il 1964, segretario responsabile della FIOM di Milano, e poi parlamentare comunista per due legislature, dal 1963 al 1972. Da sindacalista, diresse nel capoluogo lombardo le agitazioni operaie più importanti del secondo dopoguerra, prime fra tutte la lotta degli elettromeccanici del '60-'61 e quella per il contratto di categoria del '62-'63. Da parlamentare, fu estensore, nel 1967, della prima proposta di legge sullo Statuto dei Lavoratori. Attraverso la sua vita, questo volume ripercorre le tappe, normative e di lotta, del cammino dei lavoratori italiani verso l'acquisizione di diritti più avanzati. La ricerca effettuata mette in risalto il legame indissolubile tra Sacchi, le vicende sindacali dei primi anni Sessanta e lo Statuto dei Lavoratori.
Nel fuoco si fanno gli uomini
Ivan Brentari
Libro: Copertina rigida
editore: Piemme
anno edizione: 2018
pagine: 406
Quando Alessandro Valtorta era Serpente, braccio armato di Gerlando Piscopo, il boss di spaccio e racket nel quartiere Corvetto di Milano, solo i più coraggiosi osavano salutarlo. Tutti in Corvetto sapevano che aveva la testa ma era capace di fare cose terribili. E tutti lo rispettavano, perché avrebbe potuto portar via il posto al capo, se solo avesse voluto. Tranne suo padre. Operaio da sempre, fedele al sindacato e al partito, si era spezzato la schiena per far studiare il figlio che lo ripagava sguazzando in quel covo di tossici. Poi era morto Giorgio, fratello di Alessandro, trovato con la siringa ancora infilata nel braccio. Per suo padre era Serpente il colpevole, e forse lui stesso lo credeva. C'era voluto l'ispettore De Pin, uno sbirro diverso dagli altri, coltissimo e lontano dai giochetti di carriera, per fargli cambiare vita. Lo aveva fatto entrare in polizia, prima alle Volanti, poi all'Antidroga. Oggi Serpente è diventato il commissario Valtorta. Ha passato dieci anni a chiudere un caso dopo l'altro e a cercare di spegnere le voci dei fantasmi del suo passato. Tutto pare diverso, ora. Ma quando viene rinvenuto il cadavere di Oksana Golubeva, una prostituta, in un appartamento pieno di cocaina e soldi, Valtorta si trova davanti le ombre che pensava di essersi lasciato alle spalle. L'indagine lo coinvolge sempre più a fondo, anche quando il questore vorrebbe che si dedicasse alla sparizione di un sindacalista che sta scaldando la città e rischia di rovinare il Salone del Mobile. Valtorta deve combattere contro ciò che è stato e ciò che è diventato. Per cercare la verità attraversa come una furia una Milano scossa da manifestazioni e insinuazioni giornalistiche. Dai bassifondi ai quartieri scintillanti. È pronto a perdere tutto, anche la parte migliore di sé.
L'insolita morte di Erio Codecà
Aldo Giannuli, Ivan Brentari
Libro: Libro rilegato
editore: Sperling & Kupfer
anno edizione: 2016
pagine: 383
"Lo stanno seguendo. Ne è sicuro. Ogni faccia, ogni ombra sembra volere qualcosa da lui. Cammina veloce, attraversando la condensa del proprio respiro. Le grida di una madre ai figli lo fanno trasalire. Deve calmarsi. Deve. Calmarsi." 16 aprile 1952. Sono passate da poco le nove di sera quando gli abitanti di via Villa della Regina, ai piedi delle colline torinesi, sentono riecheggiare uno sparo nel buio. Accorsi fuori, trovano un uomo agonizzante, un loro vicino illustre: Erio Codecà, dirigente della Fiat. L'ingegnere non sopravvive alla ferita di quel proiettile, sparato da un'arma mai ritrovata e da un assassino che numerose indagini e un intero processo non riusciranno a identificare. Il caso è ormai archiviato - e perlopiù dimenticato - tra i tanti misteri irrisolti d'Italia quando, dopo oltre quarant'anni, la scoperta di vecchie lettere inedite solletica la memoria e l'interesse di un avvocato sessantenne: Marcello Dalmasso, che esercita a Milano ma ha origini torinesi. Impossibile per lui non condividere la notizia con la sua cerchia più stretta di amici, accomunati dalla curiosità intellettuale e dalla passione per i gialli: una nobildonna napoletana che gestisce una casa-museo su un lago lombardo; un professore di liceo in pensione segnato nel fisico dalle lotte di piazza; un chirurgo di successo, collezionista d'arte e di belle donne; un magistrato un po' cialtrone ma ben inserito...
Operazione mafia
Ivan Brentari
Libro: Libro in brossura
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2025
pagine: 448
1980, Roma: una partita di eroina e qualche arresto. Sembra solo un banale sequestro, e invece, per gli uomini della sezione Stupefacenti, è l'inizio di un'avventura investigativa esaltante e pericolosa. Sono loro, insieme ad altri poliziotti, a ritrovarsi di lì a poco nel Nucleo Centrale Anticrimine e poi nel Servizio Centrale Operativo (SCO) per combattere Cosa Nostra al fianco di magistrati coraggiosi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un reparto investigativo d'élite in cui non esistono orari di lavoro, una squadra di giovani sbirri che danno la caccia ai latitanti e inseguono tonnellate di droga ai quattro angoli del mondo. Sono le loro indagini a portare al Maxiprocesso. Sono loro a proteggere Tommaso Buscetta quando decide di collaborare. E sono sempre loro ad arrestare sanguinari boss della mafia come Giuseppe Lucchese e Nitto Santapaola. Oggi, per la prima volta, gli uomini e le donne dello SCO uniscono le loro voci per raccontare, come in un romanzo, la stagione in cui lo Stato italiano affrontò la mafia a viso aperto. Una stagione di sangue e stragi, ma anche di riscatto. Operazione mafia trascina il lettore sul campo, lo immerge nei retroscena, restituisce gli sforzi e i sacrifici di chi ha combattuto in prima linea una battaglia per la Giustizia che ha visto cadere tanti servitori fedeli dello Stato, ma che ha cambiato l'Italia.