Libri di Leo Marchetti
La musica delle stagioni. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2012
pagine: VIII-153
Per Shakespeare, come per Platone, il tempo ha una struttura ciclica estranea a qualsiasi coinvolgimento liturgico, ma non certo estranea a una dimensione emotiva. La 'musica delle stagioni', per riprendere un nostro titolo già apparso nel primo volume di questa ricerca (Liguori 2007), è qualcosa che in Shakespeare ha il sapore dell'eternità, ma anche di una dissoluzione progressiva che riguarda i giorni, le notti, i mesi e gli anni che parafrasando il Timeo - accompagnano una generazione che procede nel tempo. Il grande drammaturgo, si sa, è uomo del suo tempo e avverte, insieme ai valori epistemologici rappresentati da Bacone, un'idea tragica secondo la quale per ogni cosa ci sia una stagione. D'altro canto si può dire che nelle sue opere categorie umane come la vanità, la malinconia, l'avidità e la violenza superano come una forza oscura le epoche e i giorni.
La musica delle stagioni. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2008
pagine: 280
Topografie per Joyce
Leo Marchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2005
pagine: 240
Una messa a punto della critica joyciana nel centenario del Bloomsday (16 giugno 1904), un omaggio e un aggiornamento, una raccolta di saggi frutto della ricerca di giovani studiosi e di alcuni "senior" che si cimentano in un'analisi dello spazio significante e simbolico, senza preclusioni metodologiche o forzose aderenze a gabbie interpretative. Dopo alcuni significativi convegni italiani (Pisa, Venezia, Roma, Viterbo, Trieste) si può dire che gli studi joyciani in Italia siano più vivi che mai, anche grazie a contributi come la presente pubblicazione, in grado di segnalare la vitalità di uno scrittore capace di tenere, come disse, "professors busy for centuries".
Anatomie dell'altro. L'immaginario teratologico nella letteratura inglese
Leo Marchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2004
pagine: X-156
L'immaginario teratologico - da Beowulf a The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr Hyde, dai lillipuziani di Swift ai marziani di Wells - svolge nella letteratura inglese un solido ruolo diegetico che si aggiunge a quello strumentale o discorsivo sull'alterità e il diverso, anch'essi al centro di una intenzionalità metanarrativa rivolta a dare voce a una fenomenologia della trasgressione. Oggi l'industria culturale dà del mostro una versione inflazionaria che spettacolarizza al cinema e alla televisione, in maniera banale, una ben più robusta tradizione di miti e mitologie, ma gli scrittori del passato si servivano, come si può capire, di una energia simbolizzante ben più significativa della facile riproduzione tecnica contemporanea.