Libri di Liliana Moreal

Di poesia in poesia, gli inchiostri di Liliana Moreal si intrecciano a quelli di Maria Grazia Vai: unica radice, albero e fronda che unisce l'isola al fiume. E il fiume al mare, alle foglie e alle sue stagioni. Due donne che in queste pagine hanno accostato le proprie emozioni, il proprio sentire, rincorrendosi poeticamente come in una danza: anime sorelle nel gioco del confronto buono e generoso. Pagine profonde, struggenti a volte, ma anche lievi come piume sul dorso della mano, proprio vicino al polso dove batte la vena del cuore. A corollario della silloge alcuni scatti fotografici di Nicola Calì, uno sguardo che si affianca con naturalezza alla voce delle poetesse.

Questa Raccolta snoda il tempo lungo e intermittente di produzione delle poesie, così come delle fotografie, che si accostano comunicando le tracce insite della loro unicità. Occasione preziosa di commistare fili di spessore e struttura diversi , in trame uniche di sensibilità dell'anima: Pittura, Fotografia e Poesia. E' la mano che agisce ma l'impulso dell'agire è profondamente interiore, comune ma filtrato dalla materia che è più familiare ad ognuno. Intrecciare, mischiare è il senso di questa Silloge. Delineare un confine-non confine. La luce rincorsa dall'ombra definisce un confine tra bianco e nero, metafore e similitudini scavalcano i confini dello spazio/tempo e, come una malia torna tutto, intrecciato in una treccia stretta: le pennellate dense di cromatismo, gli scatti tra luci ed ombre, i versi tra superficie e profondità a ricomporre il mosaico magico dell'unicità dialogante.

"Nell'apparente caos emozionale di questa raccolta di poesie sedimentano in un ordine interiore le emozioni emergenti dal tessuto di bellezza e spasimo del vivere. Volutamente destrutturate dall'ordine datato, sono presentate nude, mischiate, pescate quasi a caso dalle produzioni personali (pubblicate o inedite) di questi anni. La raccolta vuole offrire il fluire del mio mondo interiore travasato da occhi che palesano o contemplano e dal cuore che semplicemente gioisce o soffre. Vita quotidiana, insomma, nei suoi chiaroscuri comuni, fermata per un attimo e poi lasciata scorrere ancora. Per me "Poesia" è cogliere la voce sottile e il respiro di ciò che sta fuori o dentro il confine della pelle, è la traccia dell'"Universale" tradotto inadeguatamente in parole, che fa alzare di notte per scrivere seguendo un tremore immaginifico. È la calma piatta dello stupore che rallenta il battito cardiaco, ira cocente, verbo di dolore o sorriso di gioia, percezione e ricordo. È la Vita stessa e non saprei dire di più, soltanto… gratitudine." (Liliana Moreal)