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Libri di Lorenzo Mingardi

Giovanni Klaus Koenig nella cultura progettuale del Novecento

Giovanni Klaus Koenig nella cultura progettuale del Novecento

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 304

Nella cultura italiana del secondo Novecento, Giovanni Klaus Koenig (1924-1989) si è distinto come originale figura di storico, teorico e critico di architettura e design, semiologo, appassionato docente, cultore e tecnico del cinema, progettista di edifici e mezzi di locomozione. Ironico e amabilmente polemico, Koenig ha na - vigato i diversi saperi connessi al progetto in tutte le sue scale, intrecciandone continuamente metodologie ed esiti, e sperimentan - do innovativi orientamenti d’indagine critica: valgano per tutti i pionieristici studi sull’analisi linguistica dell’architettura. Infatti, sebbene Koenig sia stato troppo spesso confinato nel ristret - to circolo intellettuale fiorentino, accanto a colleghi come i tre Leo - nardo (Benevolo, Ricci, Savioli), Franco Borsi o Pierluigi Spadolini, a Firenze il suo rivoluzionario insegnamento è stato cruciale per la formazione dei gruppi dell’architettura radicale come Superstudio. E nonostante il capoluogo toscano sia stata la città dove scelse di vivere, insegnare e lavorare per tutta la vita, egli ha avuto un ruolo preminente in diversi contesti industriali del Paese (Milano, Torino e la Fiat, ad esempio), nelle riviste – dalle milanesi «Casabella» (di cui fu condirettore) e «Ottagono», alla bolognese «Parametro» – e in molteplici eventi o programmi che hanno coinvolto architetti e designer di fama internazionale.
24,00

Contro l'analfabetismo architettonico. Carlo Ludovico Ragghianti nel dibattito culturale degli anni Cinquanta

Contro l'analfabetismo architettonico. Carlo Ludovico Ragghianti nel dibattito culturale degli anni Cinquanta

Lorenzo Mingardi

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Centro Ragghianti

anno edizione: 2020

pagine: 215

Il libro racconta l'attività di Carlo Ludovico Ragghianti all'interno del dibattito architettonico italiano degli anni '50, in cui emerge, con forza, la sua partecipazione non soltanto intellettuale. Attraverso un lavoro di ricerca su fonti primarie e inedite provenienti da diversi fondi archivistici, il volume evidenzia il ruolo-chiave avuto da Ragghianti in alcune vicende fondamentali per lo sviluppo urbanistico e architettonico di tre città a lui care: Lucca, Firenze e Venezia. Gli episodi trattati mettono in luce come Ragghianti sia stato al centro di una rete di personalità disposte a ogni tipo di sforzo per indirizzare le città verso uno sviluppo ponderato, e come egli abbia perseguito tale scopo mediante iniziative e campagne di stampa. Le battaglie di Ragghianti negli anni '50 materializzano una nuova forma di Resistenza “partigiana” contro l'analfabetismo architettonico delle istituzioni locali e nazionali, che andava combattuto con ogni mezzo: politico, accademico, culturale.
18,00

Sono geloso di questa città. Giancarlo de Carlo e Urbino

Sono geloso di questa città. Giancarlo de Carlo e Urbino

Lorenzo Mingardi

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2019

pagine: 163

Questo libro racconta l'avventura dei primi vent'anni di lavoro di Giancarlo De Carlo a Urbino, una città che è stata per lui non solo il luogo dei suoi capolavori, ma anche una compagna di vita. A partire dalla metà degli anni Cinquanta, la Giunta comunale urbinate — guidata dal sindaco Egidio Mascioli — e il rettore dell'Università, Carlo Bo, lavorano insieme all'elaborazione di un progetto di rilancio economico della città affidato interamente al potenziale culturale dell'Ateneo. A Giancarlo De Carlo è assegnato il compito di tradurre tale programma in forme architettoniche, ampliando le strutture dell'istituzione, sia all'interno sia all'esterno del tessuto storico. Forte della discussione internazionale sviluppatasi intorno ai CIAM, i suoi interventi fanno di Urbino uno dei più significativi esempi di città-campus mai progettati in Italia nel XX secolo: lo sviluppo dell'Università coincide, cioè, con la crescita della città. Attraverso documenti inediti, il libro fa emergere la figura di un architetto che non si limita a tradurre in volumi e spazi i desiderata di un committente illuminato, ma li incastona in una strenua difesa della propria idea di città, confrontandosi anche con fenomeni inediti come la contestazione studentesca — alla base del suo pamphlet del '68, La piramide rovesciata, incentrato sull'esigenza di un rinnovamento dell'architettura per una più intensa partecipazione degli studenti alle trasformazioni strutturali della società. Ma sono soprattutto le vicende relative al Piano Regolatore (1954-1964), al primo brano dei collegi universitari sul colle dei Cappuccini (1960) e alla Facoltà di Magistero (1968), quelle che ci fanno capire come De Carlo avesse acquisito in quegli anni un'autorevolezza tale da consentirgli di guidare lui stesso la trasformazione culturale della città, divenendone il principale interprete. E non tralasciava nessuna occasione per ribadirlo: «Sono geloso di questa città al punto da non poter dormire la notte se altri la guardano con speranze possessive o, peggio, se le mettono le mani addosso senza capire la sua natura».
19,00

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