Libri di M. Teresa Benedetti
Cézanne e gli artisti italiani del '900
M. Teresa Benedetti, Alain Tapié
Libro: Copertina rigida
editore: Skira
anno edizione: 2013
pagine: 224
L'opera intensa e monumentale di Paul Cézanne, la sua capacità di ridurre la forma ai suoi termini essenziali, pur senza dimenticare l'esperienza che gli ha consentito di scoprire la luminosità del colore, penetra nell'arte italiana del XX secolo, sia nutrendo la creatività degli artisti, sia operando una notevole suggestione a livello diffuso. Nel nostro paese l'artista francese è avvertito da un lato come un innovatore, padre del Cubismo e dell'arte pura, dall'altro come un classico, vicino ai grandi esempi della nostra tradizione. Inoltre, nell'atmosfera di rinnovamento creatasi dopo il secondo conflitto mondiale, la tendenza alla disintegrazione dell'immagine, evidente nell'ultima parte del percorso cézanniano, suggerisce vie nuove e ardite ad artisti pronti ad affrontare le esperienze dei linguaggi astratti. Questi due termini costituiscono gli estremi dell'originale indagine del volume che accompagna l'esposizione romana e che propone un confronto diretto fra le opere di Cézanne e quelle di alcuni tra i più importanti artisti italiani del XX secolo: da Umberto Boccioni, che vede la lezione del pittore francese come stimolo fondamentale nei confronti della necessità urgente di un mutamento, a Giorgio Morandi, cézanniano nella scelta dei temi, fino agli artisti che nel secondo dopoguerra, influenzati dal linguaggio ellittico dell'ultimo Cézanne, affrontano stilemi astratti o "astratto-concreti", da Afro a Scialoja, Corpora, Morlotti, Pirandello.
Dante Gabriel Rossetti
M. Teresa Benedetti
Libro
editore: Charta
anno edizione: 1999
pagine: 408
Per i 150 anni della Confraternita Preraffaellita (1848), della quale Rossetti fu il principale animatore, si ripropone, aggiornato dall'autrice, un libro che venne pubblicato da Sansoni nel 1984. L'opera di Rossetti (1828-1882), alla base della versione calligrafica del secondo Preraffaellismo, diffusa in Europa dall'allievo Burne-Jones, sfociò nei moduli dell'Art-Nouveau e del clima morbosamente onirico, venato di inquieto demonismo, caratteristico del decadentismo. Le sue immagini femminili, databili fin dal 1850, costituiscono il primo manifestarsi di un gusto che, diffuso anche da artisti come Moreau e Klimt, giunge fino alle femmes fatales del cinema.