Libri di Manuel Maximilian Riolo
L'esperienza del videogioco. Una ricognizione estetica del videogioco tra senso, arte e cultura
Manuel Maximilian Riolo
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2021
pagine: 282
Il progetto di ricerca che ha dato vita a questo testo ha come obiettivo quello di evidenziare alcune caratteristiche centrali del mezzo videoludico allo scopo di identificarne le strutture, i funzionamenti e le possibilità espressive. Fulcro dell'indagine è la delineazione di un concetto di estetica intesa come mezzo capace di offrire una ri-comprensione dell'esperienza legandosi all'arte e alla possibilità di fare Senso dell'arte. Inserendosi in un solco teorico di matrice kantiana rielaborato dalla Scuola estetica romana, si cerca di ripensare il videogioco come uno strumento, tra gli altri, attraverso il quale manipolare e comprendere, in qualche modo, la realtà esterna e l'esperienza che in essa è possibile. Per fare ciò, ci si è mossi su due direttive principali in grado di evidenziare le peculiarità specifiche del mezzo videoludico mettendone in mostra le possibilità estetiche. Da un lato è stata indagata la corrente dell'estetica finzionalista, tenendo in ampia considerazione i lavori di Walton, Tavinor, Robson, Meskin, arrivando a concludere che i videogiochi sono effettivamente delle creazioni finzionali pur se caratterizzate da una materialità virtuale; dall'altro lato, sono state proposte delle teorizzazioni legate alla presenza intesa come differenziabile, concettualmente, dall'immersività.
Play ergo sum. Un'analisi del videogioco tra finzione, identità e trasporto
Manuel Maximilian Riolo
Libro: Copertina morbida
editore: Universitalia
anno edizione: 2016
pagine: 255
Nel duemilaquindici i videogiocatori in Italia ammontavano a più di ventinove milioni di persone (sui cinquantanove milioni di abitanti totali), e negli Stati Uniti a centocinquantacinque milioni (il quarantatré percento degli americani gioca almeno tre ore a settimana ai videogames). Numeri cosi rilevanti non fanno altro che sottolineare la perversività di questo sistema che, a differenza degli altri mezzi di comunicazione e sistemi culturali, non riesce ancora, però, ad essere inquadrato nella sua stessa natura. Il pregiudizio concettuale, sociale, estetico, che domina la prospettiva dei non addetti ai lavori, lo dipinge come un supporto non in grado di offrire un'esperienza profonda e valida, non sviluppato per permettere delle fruizioni di valore per quanto riguarda il trasporto psicologico, emotivo e concettuale. Una delle possibili cause di questo diffuso genere di approccio è riconducibile alla tendenziale giovinezza del mezzo.