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Libri di Maria Teresa Imbriani

Il cerchio perfetto di Einstein. Esercizio teatrale

Il cerchio perfetto di Einstein. Esercizio teatrale

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Leonardo Sinisgalli

anno edizione: 2025

pagine: 92

“Il cerchio perfetto di Einstein” è il copione teatrale dello spettacolo sorto dall'incontro creativo tra studenti e docenti dell'Università degli Studi della Basilicata con il sostegno della Fondazione Leonardo Sinisgalli, per esplorare i temi della libertà e della responsabilità morale degli uomini di scienza. Trae ispirazione da un’opera di Dürrenmatt, mettendo in scena figure illustri come Marie Curie, Einstein e Newton, insieme a personaggi come Laura Capon, moglie di Enrico Fermi, e Giorgia de Cousandier, compagna di Leonardo Sinisgalli per ricordare i celebri “ragazzi di via Panisperna”. Al centro della scena domina la figura del poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli, che incarna un Neo-Umanesimo dove Poesia e Scienza si intrecciano per promuovere il progresso civile. Sono presenti i contributi critici di Nicola Cavallo e Maria Teresa Imbriani, la premessa di Mimmo Sammartino e Luigi Beneduci, due articoli, introdotti da Sara Petta, di Leonardo Sinisgalli e Giorgia De Cousandier su Enrico Fermi.
12,00

Porto la lontananza in questa mano. Gian Domenico Giagni tra letteratura e nuovi media

Porto la lontananza in questa mano. Gian Domenico Giagni tra letteratura e nuovi media

Libro: Libro in brossura

editore: Osanna Edizioni

anno edizione: 2024

pagine: 280

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Potenza del 7 e 8 luglio 2022, promosso dal Dipartimento di Scienze Umane dell'Università della Basilicata e dal CGIAM con il sostegno del Ministero della Cultura, per celebrare il centenario della nascita di Gian Domenico Giagni, poeta, traduttore, sceneggiatore e regista. La prima parte si apre con le Relazioni dei promotori dell'iniziativa: Maria Teresa Imbriani si occupa della formazione potentina del giovane Giagni, Manuela Gieri interviene sulla transmedialità della sua complessa esperienza culturale, mentre Donato Verrastro ne contestualizza la biografia nel fermento delle trasformazioni novecentesche della città di Potenza. Seguono poi, nell'ordine, Marina Beer, che interpreta l'esperienza del poeta; Riccardo Giagni con un focus sul nome; Rodolfo Sacchettini che ne recupera i radiodrammi; Gianfranco Giagni che trascrive un diario inedito ed Emilia Surmonte che si sofferma sul traduttore di Prévert. Chiude la prima sezione Luigi Catalani, che pubblica l'Inventario delle Carte Giagni, donate dagli eredi al Polo Bibliotecario di Potenza. Gli Interventi della seconda sezione comprendono una riflessione della poetessa Silvia Bre, le puntuali analisi su scritti di Giagni da parte di Michele Fasanella, Nicola Sileo e Raffaele La Regina, soffermandosi inoltre su alcune esperienze circoscritte della biografia e della ricezione dell'autore con i lavori di Luigi Beneduci, Biagio Russo e Sergio D'Amaro. Letterato di «confine», come nel titolo della sua unica raccolta di versi, Gian Domenico Giagni (Potenza 8 luglio 1922 - Roma 9 marzo 1975) esercitò vari mestieri intellettuali, tenuti saldamente insieme dalla passione per la poesia: critico, giornalista, traduttore, sceneggiatore, autore radiofonico e teatrale, nonché regista. Tra i primi a sentire l'appello del reale storico, egli operò nel dialogo continuo con il nuovo pubblico della radio, della televisione e del cinema, convinto della funzione morale e civile dei media. Nacquero da ciò trasmissioni che avrebbero fatto la storia, prima della radio, il Teatro dell'Usignolo su tutte, poi della televisione, con gli sceneggiati tratti dai classici della letteratura, infine del cinema e del teatro: fu lui, insieme a Giancarlo Sbragia, tra i primi a interrogarsi sul futuro dell'umanità dopo la bomba atomica nel dramma Quarta era (1961). In definitiva, lo scrittore potentino fu tra i protagonisti della fondazione dei modelli radio-televisivi, che, nel secondo Novecento, tanto avrebbero cambiato la fruizione culturale delle masse, valicando la frontiera delle canoniche discipline artistiche, a partire dalla poesia e dalla letteratura e quindi dalle arti limitrofe, musica, pittura, teatro, tutte a servizio del racconto. Dalla letteratura al teatro, dalla radio alla televisione, dalla televisione al cinema, quegli uomini di una RAI intesa come servizio pubblico ed educativo hanno teorizzato e praticato i nuovi linguaggi mediatici nel solco della tradizione della cultura occidentale, colta e popolare. Ma Gian Domenico Giagni, Mimì come lo chiamavano i familiari e gli amici in provincia, fu soprattutto un poeta di rara sensibilità, cantore nostalgico e profondo conoscitore della sua Lucania, legato con un filo indissolubile alla città natìa, Potenza, e alla via Pretoria in cui visse l'infanzia e una straordinaria giovinezza, negli anni decisivi della seconda guerra mondiale.
15,00

La scienza, la scuola e la vita. Francesco De Sanctis tra noi

La scienza, la scuola e la vita. Francesco De Sanctis tra noi

Libro

editore: Osanna Edizioni

anno edizione: 2021

Il binomio 'La Scienza e la Vita', che fu l’argomento della celebre prolusione del 1872, costituì per De Sanctis la direzione di marcia alla quale doveva ispirarsi la società italiana, ritemprando lo spirito risorgimentale che aveva realizzato l’Unità d’Italia, avvertito come sempre più affievolito, con un ripiegamento verso gli atavici mali dell’io politico e dell’inerzia ammantata di retorica. Al titolo della conferenza desanctisiana è stata appropriatamente aggiunta la parola scuola. È, appunto, alla scuola che ritorna De Sanctis nell’ultimo anno della sua vita, con l’intento di contrastare gli evidenti segni di decadenza della politica italiana dopo il grande evento del ricongiungimento all’Italia unita di Roma come capitale. La parola scuola ritorna centrale nell’ultimo discorso politico pronunciato da De Sanctis a Trani il 29 gennaio 1883, un vero e proprio testamento politico e morale: «La politica non è stata mai per me una vocazione: io ero nato per vivere in mezzo ai miei giovani e predicare a loro ciò che mi pareva il bello e il buono, e mi sentivo tanto felice in mezzo a loro. Io ad essi non parlai mai di libertà, non parlai mai d’Italia; parlavo della dignità personale… La vita politica fu concepita da noi come un dovere ed un sacrificio; ed io, entrando nel Parlamento, mi portavo appresso il professore, e quello che fui nella scuola, fui nella vita… L’opera dei secoli non si cancella in un giorno; ed io vidi che il primo programma politico deve essere la nostra educazione». De Sanctis pose allora un problema che ancora ci interpella e che si è perfino aggravato nel nostro tempo. Egli aveva in mente la Bildung, termine che coniuga cultura, formazione e fondazione in un’epoca storica nella quale parole come patria, famiglia, virtù personali e civili avevano valore e apprezzamento sociale. C’è da domandarsi, quale peso abbiano oggi queste parole nella disintegrata società consumistica contemporanea e quali siano i principi sui quali fondare una concezione educativa.
20,00

La fiaccola sotto il moggio

La fiaccola sotto il moggio

Gabriele D'Annunzio

Libro: Libro in brossura

editore: Il Vittoriale degli Italiani

anno edizione: 2009

pagine: 408

48,00

Un paese meravigliosamente triste. Note sulla Basilicata letteraria
8,00

Studi su Francesco Torraca

Studi su Francesco Torraca

Maria Teresa Imbriani

Libro: Copertina morbida

editore: Antezza

anno edizione: 2012

pagine: 256

24,00

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