Libri di Michela Polito

Chi è appassionato di fisica sa che l’orizzonte degli eventi è il confine intorno a un buco nero dal quale nulla, neanche la luce, può fuggire; il punto in cui le leggi dell’universo che conosciamo non sono più applicabili. Così è questa raccolta: le chiocciole sul selciato, le impronte sul tappeto di un dojo o l’abbaglio di un’insegna al neon sono l’inizio di una nuova caccia ai significati sconosciuti e nascosti che la contemporaneità non osa più cercare. Tra le molteplici oscurità delle poesie di questa raccolta – che si tratti della fine della vita, dell’agognato e temuto momento di singolarità tecnologica o degli enigmi della nostra mente – l'unica certezza è l’attimo in cui dimentichiamo di essere mortali, quando tutto nasce e si dissolve in una poesia.

Con una laurea inutilizzata in letteratura teatrale, una convivenza disfunzionale alle spalle conclusasi catastroficamente e i postumi psichedelici di un viaggio ad Amsterdam, Nico, ventitreene disadattata e stufa, torna al paese natale posteggiandosi dalla sua amica Debora, alle prese a sua volta con rapporto disfunzionale. Lì cerca di racimolare i soldi, durante la stagione estiva, per partire per la Scozia, vivere in un cottage fuori dal mondo in compagnia di uno Scottish Terrier, studiare l’esoterismo dei Rosacroce, e starsene in pace. Durante questa parentesi ripercorre meditabonda le tappe di questo rapporto, una parabola che l’ha portata inspiegabilmente da un estremo all’altro: da un rapporto complice e simbiotico all’inferno di una convivenza fatta di abusi emozionali, gaslighting, e chi più ne ha ne metta. In secondo piano c’é anche la relazione clandestina di Debora con un uomo sentimentalmente impegnato, e il suo altrettanto catastrofico epilogo. Sullo sfondo di queste due situazioni, la provincia italiana bigotta e asfittica, e poi gli amici di Nico e Debora: outsider, tossici, alcolizzati e falliti: gente che ha sicuramente molto da raccontare.