Libri di Michele Fortunato

Nel cuore di questo racconto autobiografico si dipana la storia coraggiosa dell'autore che abbraccia le sfide del bullismo, della dipendenza dall'amore e dalla droga, e l'arduo cammino verso l'accettazione di sé durante il processo di transizione di genere. Con una sincerità commovente, l'autore rivela il sostegno inestimabile della sua famiglia, un faro di amore e comprensione che lo accompagna lungo il difficile cammino della vita. Tra le pieghe della narrazione emerge la tragica perdita del padre e la malattia debilitante della madre, che gettano l'autore nell'abisso della depressione. Tuttavia, è proprio in quei momenti di oscurità che l'autore trova la forza interiore per affrontare le proprie paure e inseguire i propri sogni con determinazione. Questo libro è un inno alla resilienza umana, un richiamo a non perdere mai la speranza e un invito a credere fermamente nella propria capacità di trasformare la sofferenza in forza e la vulnerabilità in coraggio.

“Rinati, Ricomincio da me”. Si intitola così il libro ideato e realizzato dall’associazione La Rinascita, con l’obiettivo di informare e aiutare gli obesi e grandi obesi sulla strada che porta al dimagramento. Il volume racconta la storia di 5 ex grandi obesi uomini e donne che porterà i lettori, che vivono la stessa condizione, a rispecchiarsi e immedesimarsi. Le difficoltà, i dubbi, le speranze accomunano tutti coloro che da una vita lottano contro l’aumento di peso. I protagonisti del libro, in quanto grandi obesi, si sono tutti affidati alla chirurgia bariatrica per dimagrire.

Presentazione di V. L. Miniello.

È stato Luigi Vittorioso ad alfabetizzarmi alle dolci gioie non dico della pigrizia, ma quantomeno della “slow life” (va o non va di moda tutto quello che è “slow”?) e dunque ora non potrà non capire che mi viene difficile trovare la voglia di ricordare quando lui stesso è apparso nella mia vita. Di certo è apparso! E come tutte le figurine napoletane di un album di cui vado parecchio orgoglioso, me lo tengo molto caro perché ai miei occhi possiede le tre fondamentali doti della napoletanità: arguzia, signorilità, ironia e, a seguire, il garbo, l’intelligenza, la cultura… ma queste si possono trovare anche altrove, come altrove si può trovare il caffè, ma non è la stessa cosa. Ah, dimenticavo: la follia!… perché solo un folle, per quanto fornito di tastiera e non di penna d’oca poteva permettersi di rivaleggiare con padre Dante e pensare di trattare L’Inferno in una lingua concorrente.